Ti è mai successo di sentirti “diversǝ”?
Esclusǝ, sbagliatǝ?
Sono certa di sì, in un dato ambiente ad esempio, perché non sentivi e non ti facevano sentire di appartenerci.
Con un gruppo di persone.
A volte anche con quel gruppo di persone più vicine a te, la tua famiglia.
Ecco, pensa a quel tipo di esclusione lì.
Che sia durata pochi istanti o tutta la vita.
Quel tipo di esclusione che ti fa dubitare del tuo valore, di non “valere” perché sei diversǝ e non appartieni lì, per qualunque motivo.
L’appartenenza insieme all’amore è al terzo gradino della scala dei bisogni di Maslow.
No, non è il momento di ampliare tanto il discorso, serve solo per dire quanto è fondamentale nelle nostre vite.
Se tu ti sei sentitǝ esclusǝ o diversǝ, ben possibile che ci siano messi anche i comportamenti degli altri a farti sentire così.
O i discorsi che hai ascoltato, anche se non diretti a te, magari giudicavano- e condannavano- cose, persone, atteggiamenti che a te piacevano.
Ok, la sto prendendo ancora larga, ma volevo che tu che leggi, riuscissi per pochi istanti a sentire quel senso di esclusione, di derisione, aperta o più sottile.
In questi giorni è arrivato un commento ad un post scritto tanto tempo fa, Scoprirsi gay dopo gli anta ed ho cercato di rispondere, di offrire un punto di vista diverso, di allargare l’orizzonte, di accogliere, anche se mancano un sacco di elementi per riuscire a farlo.
Occhi innanzitutto, perché quelli dicono un sacco di cose, anche i miei, anche da quando non vedo che solo con uno.
Così mi sono trovata a dover scegliere tra le cose da dire, e poi ho trovato questo libro, Le cose cambiano AA.VV. ed è davvero bellissimo, ed ho pensato che se anche tu ti trovi in una situazione in cui ti senti esclusǝ, o bullizzatǝ o diversǝ, o di meno valore perché esclusǝ, aprilo.
Leggilo.
Così non saranno solo le mie parole ad accompagnarti ed offrirti nuovi punti di vista.
Racconta un progetto meraviglioso, “It gets better” se parli inglese, puoi anche ascoltare tantissime testimonianze di persone Lgbt e non solo (ad esempio qui c'è il discorso di Obama (sottotitoli in italiano).
Nella traduzione italiana, alle voci d’oltreoceano, ad esempio di un autore che adoro- David Sedaris- si aggiungono voci di casa nostra, ed è utile perché in tantissimi ambiti è vero che in America è diverso, e concordo, è lì che ho imparato a dire “your significant other” e non il tuo ragazzo o la tua ragazza, e lo uso ancora.
Concludo questo lungo post con una citazione presa dal libro, ma nel mio dialetto nativo.
A volte anche riuscire a rispondere alle voci malevole, malmostose, crudeli, ignoranti può aiutarci a farci sentire meglio, o ad uscire dall’impotenza.
…il giorno in cui i bulli del quartiere mi hanno fermato per strada dicendomi: “Ma non ti metti scuorno* che sei femminello?”
…Così ho risposto:
“E mammeta? Non si mette scuorno ca tene nu figlio strunz comm’a tte?”
Pg 63, Le cose cambiano
AA.VV.
Storie di coming out, amori e amicizie che salvano la vita.
scuorno*= vergogna
Commenti