Qualcosa da riempire, da ingannare, da risparmiare, da ottimizzare?
Voltandomi indietro, e dunque al mio tempo passato, mi accorgo quanto per me sia sempre stato oggetto di analisi, di interesse, e piano si è fatto spazio di consapevolezza per riprendermi il mio tempo, ascoltarmi nei desideri ed organizzarmi per i miei progetti.
Ho trovato così tanto utili gli strumenti di gestione del tempo, da farne oggetto di corsi in vari ambiti, aziendali e non.
Chi mi segue dalla nascita del blog ricorderà il barattolo della vita, ad esempio.
Un esperienza fatta di sensi per esplorare il nostro tempo, dove esprimere e realizzare noi stessi.
Quell'esperienza era nata a seguito della lettura di una storia breve, che mi aveva colpito e travolto, fino a farmi agire per cambiare tanto della mia vita.
Oggi mi trovo a voler condividere ancora una lettura sul tempo che mi ha colpito, e mi sta forse aiutando ancora una volta a prendere una scelta e a perseguirla.
Spero che possa servire anche a te, se ti va, fammelo sapere nei commenti.
Voi vivete come se doveste vivere sempre,
Non pensate mai alla vostra fragilità,
Non volete considerare quanto
Del vostro tempo è già trascorso;
Buttate via il tempo come se lo attingeste da una fonte
inesauribile:
Mentre, forse, quel giorno che voi regalate a una persona,
ad un affare, è l’ultimo per voi.
Avete paura di tutto perché vi sapete mortali, ma tutto
bramate, come se foste immortali.
Molte volte si sente dire:
“a cinquant’anni mi ritirerò a vita privata, coi sessanta
abbandonerò ogni impegno”
Ma chi ti garantisce che vivrai ancora?
Come puoi essere sicuro
Che tutto andrà nel modo previsto ?
E poi non ti vergogni di riservare a te
Solo gli avanzi della tua vita,
Di dedicare al tuo equilibrio interiore
Solo il tempo che ormai non può
Essere impiegato per nessuna attività ?
E’ troppo tardi cominciare a vivere
Quando ormai è ora di smettere
Impegniamoci, solo in questo modo la vita sarà un bene;
Altrimenti è solo un inerte attardarsi,
E vergognoso anche
Se ci si attarda tra infamie e ignobili intenti.
Cerchiamo dunque che ogni momento ci appartenga:
Ma non sarà possibile, se, prima, non cominceremo noi
Ad appartenere a noi stessi
C'è molta differenza tra il ritiro del saggio
E l’inerzia di chi se ne sta come in un sepolcro
Preso nel vortice degli affari e degli impegni
Ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello
che accadrà,
E annoiato di ciò che ha.
Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo
Alla propria crescita, chi dispone ogni giornata
Come se fosse la vita intera,
Non aspetta con speranza il
domani né lo teme
Mai abbastanza si potrà stupire
Dell’ottusità della mente umana
Di fronte a questo problema:
Gli uomini non permettono che uno
Occupi i loro poderi, e per la minima divergenza
Su questioni di confini si infuriano e sono pronti
A colpire con sassi e armi; poi tranquillamente
Lasciano che altri entrino nella loro vita, anzi sono loro
stessi a introdurvi quelli
Che a poco poco ne diventeranno i padroni.
E’ ben difficile trovare uno disposto a dividere
Con altri il suo denaro:
Ma la vita ciascuno la distribuisce
A centinaia di persone.
Tutti sono avari quando si tratta di tenersi
Ben stretto il patrimonio, ma sono generosissimi nel buttare
via il tempo:
E pensare che questa e’ l’unica cosa
Di cui sarebbe molto decoroso
essere avari.
I giorni migliori sfuggono, non c’è dubbio,
Se ci si lascia travolgere da faccende
Di ben poca importanza.
Così la vecchiaia sorprende gli uomini quando, nello
spirito,
Non sono ancora cresciuti,
E li coglie impreparati e inermi;
e ci si trovano dentro da un momento all’altro,
Senza aspettarselo: non si rendevano conto
Che la vecchiaia si avvicinava un po’ tutti i giorni.
Succede anche in viaggio: chi si lascia distrarre
Da una piacevole conversazione o dalla lettura
Di un libro o da un pensiero insistente
Si accorge di essere già arrivato prima ancora di
Rendersi conto che si sta avvicinando;
Così pure questo viaggio della vita, ininterrotto e veloce,
Che noi facciamo sempre con lo stesso passo da svegli e nel
sonno, a chi è sempre affaccendato
Si manifesta solo al suo
termine.
Seneca
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