A quelle che abbiamo, quelle che non sapevamo di avere e per finire a quelle che ci stiamo tutt'ora inventando.
Che incredibile passaggio dal "nulla è impossibile" a -quasi- l'esatto contrario.
Forse possiamo approfittare per liberarci dalla forzatura di essere sempre felici, vincenti, super.
A questo proposito, ti propongo questo piccolo brano.
Se ti va, fammi sapere come ti arriva nei commenti.
Che liberazione è ammettere finalmente di essere vulnerabile!
Via le corazze, l'aggressività celata, i sensi di colpa e la paura di sentirci non adeguati.
C'è chi osserva e critica, e c'è chi invece scende in piazza e si sporca le mani.
E quando uno si espone, rimane vulnerabile.
Accettare il nostro essere vulnerabile significa accedere a un grado più alto di intimità nel rapporto con noi stessi e con gli altri, vivere con gioia e gratitudine.
La vulnerabilità ci permette di rinnovarci e di seguire il flusso dinamico della vita, mentre chi ha sempre ragione ferma la corrente per paura o per mancanza di vero potere rischiando di diventare un estremista.
Nella vita di oggi non siamo mai abbastanza.
La fede e la vulnerabilità aprono la via del dialogo, ci permettono di ammettere che non siamo perfetti e di non minimizzare i momenti di gioia come per proteggere quelli meno felici.
Lasciamo la vergogna e i sensi di colpa a chi ha agito nel male per fare del male e non a chi ha sperimentato, vissuto, amato e che continua a raccogliere i cocci dei propri sogni frantumati per ricavarne le scintille e sognare ancora.
Sempre abbiamo l'occasione di ricominciare daccapo, di reagire con gentilezza quando individuiamo il tallone d'Achille dell'altro invece di colpire e ferire per un'umanità migliore.
Si, ci vuole coraggio (dal latino cor habeo: ho cuore) per dire a voce alta:
"vado chiaro verso la mia strada al ritmo del battito del mio cuore".
Yarona Pinhas - da "Elogio della Vulnerabilità"
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