Sotto l'albero per te che mi leggi, ti lascio un dono, e come tutti i doni, puoi farne ciò che credi.
È un brano da quello che ho eletto come mio libro preferito del 2020 (su credo un totale di 53) ovvero
"Tutto chiede salvezza"
di Daniele Mencarelli.

Quello che voglio per tanto non è stato semplice da dire, tentavo di spiegarlo con concetti complicati, ho trascorso questi primi vent’anni di vita a studiare le parole migliori per descriverlo.
E di parole ne ho usate tante, troppe, poi ho capito che dovevo procedere in senso contrario, così, di giorno in giorno, ho iniziato a sfilarne una, la meno necessaria, superflua.
Un poco alla volta ho accorciato, potato, sino ad arrivare a una parola sola.
Un parola per dire quello che voglio veramente, questa cosa che mi porto dalla nascita, prima della nascita, che mi segue come un’ombra, stesa sempre al mio fianco.
Salvezza.

Un libro poetico davanti al quale e dentro il quale sono rimasta incantata e trovo difficile raccontarlo a parole.
Tornerò a dire in cosa e come mi ha tanto incantata, per la sensibilità dell'autore, però, anche io in questo momento sento che le parole come dice Daniele rischiano di essere troppe.
Dunque ascoltale e falle scorrere dentro di te e senti l'effetto che fa.
Mi sembra una prosecuzione perfetta dell'esercizio che ci ha coinvolti questa primavera, di scegliere una parola sola. (qui)
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