Incontro sempre più persone che hanno paura del silenzio.
Le rare volte che riesco ad incontrarlo, il silenzio, sono sola.
Magari in un bosco o di mattina presto sulle piste da sci o al mare.
Adoro il silenzio della natura, e resto ad immergermi nella meraviglia del creato.
Ma dura davvero poco.
Arriva qualcuno che grida, che parla al cellulare come a riempire tutto lo spazio intorno, a sostituire la musica delle onde con una playlist di youtube rigorosamente senza cuffie, lo sguardo assorbito dallo spettacolo del cellulare.
Ecco che mi sono suonate familiari le parole di Plutarco, nato meno di cinquantanni dopo Cristo.
Perdiamo tanto nel nostro orrore del silenzio.
Nel non ascoltare gli altri ma neanche non ascoltarci dentro.
E' un opportunità ascoltarsi, consentire alla confusione interiore un sollievo, una via d'uscita che non è fuga, ma crescita, accettazione, trasformazione.
E' il lavoro che ho scelto l'ascolto, perché ne abbiamo davvero bisogno, ma spesso non lo riconosciamo, e lo travestiamo da altro.
La perdita della capacità di ascoltare è figlia della perdita della dimensione del silenzio.
L'uomo moderno ha orrore del silenzio.
Il silenzio della mente è ormai un espressione priva di significato.
Abbiamo dimenticato l'arte di quietare quell'alveare dalle mille api ronzanti che si annida nella nostra mente.
Sottoposta a un incessante bombardamento di messaggi, la nostra mente è una fucina di pensieri che lavora senza turni di riposo.
Abbiamo perso la capacità di rallentare.
Un'attività mentale frenetica e dispersiva che invece di arricchire lo spirito, ci affatica, ci confonde...seppellisce il nostro vero io sotto una cortina impermeabile di pensieri, immagini, fantasie e timori.
Questo lavorio mentale ha luogo senza sosta...sicché i pensieri si sovrappongono l'uno all'altro spesso in modo conflittuale.
Ci fanno agitare per un non nulla...costruiscono pregiudizi e preconcetti.
Corrono affannosamente ad anticipare il futuro e restano amaramente attaccati al passato.
Le esperienze passate sono sempre presenti per condizionarci, anche se non ce ne rendiamo conto.
Al nostro fianco cammina il nostro passato che c'imprigiona dietro a celle prive di sbarre, ma da cui è difficile evadere.
Queste incrostazioni avvolgono l'io profondo e gli impediscono di emergere, lo soffocano, stordito dal rumore del chiacchiericcio mentale.
Tratto da "l'arte di ascoltare" di PLUTARCO
Letta da Fabio Volo ne"IL VOLO DEL MATTINO"
Le rare volte che riesco ad incontrarlo, il silenzio, sono sola.
Magari in un bosco o di mattina presto sulle piste da sci o al mare.
Adoro il silenzio della natura, e resto ad immergermi nella meraviglia del creato.
Ma dura davvero poco.
Arriva qualcuno che grida, che parla al cellulare come a riempire tutto lo spazio intorno, a sostituire la musica delle onde con una playlist di youtube rigorosamente senza cuffie, lo sguardo assorbito dallo spettacolo del cellulare.
Ecco che mi sono suonate familiari le parole di Plutarco, nato meno di cinquantanni dopo Cristo.
Perdiamo tanto nel nostro orrore del silenzio.
Nel non ascoltare gli altri ma neanche non ascoltarci dentro.
E' un opportunità ascoltarsi, consentire alla confusione interiore un sollievo, una via d'uscita che non è fuga, ma crescita, accettazione, trasformazione.
E' il lavoro che ho scelto l'ascolto, perché ne abbiamo davvero bisogno, ma spesso non lo riconosciamo, e lo travestiamo da altro.
La perdita della capacità di ascoltare è figlia della perdita della dimensione del silenzio.
L'uomo moderno ha orrore del silenzio.
Il silenzio della mente è ormai un espressione priva di significato.
Abbiamo dimenticato l'arte di quietare quell'alveare dalle mille api ronzanti che si annida nella nostra mente.
Sottoposta a un incessante bombardamento di messaggi, la nostra mente è una fucina di pensieri che lavora senza turni di riposo.
Abbiamo perso la capacità di rallentare.
Un'attività mentale frenetica e dispersiva che invece di arricchire lo spirito, ci affatica, ci confonde...seppellisce il nostro vero io sotto una cortina impermeabile di pensieri, immagini, fantasie e timori.
Questo lavorio mentale ha luogo senza sosta...sicché i pensieri si sovrappongono l'uno all'altro spesso in modo conflittuale.
Ci fanno agitare per un non nulla...costruiscono pregiudizi e preconcetti.
Corrono affannosamente ad anticipare il futuro e restano amaramente attaccati al passato.
Le esperienze passate sono sempre presenti per condizionarci, anche se non ce ne rendiamo conto.
Al nostro fianco cammina il nostro passato che c'imprigiona dietro a celle prive di sbarre, ma da cui è difficile evadere.
Queste incrostazioni avvolgono l'io profondo e gli impediscono di emergere, lo soffocano, stordito dal rumore del chiacchiericcio mentale.
Tratto da "l'arte di ascoltare" di PLUTARCO
Letta da Fabio Volo ne"IL VOLO DEL MATTINO"
molto bello questo pezzo Pa'
RispondiEliminaè un po che non passavo da qua, credo che questo discorso sia verissimo!
Oggi le giornate vanno davvero velocissimo, senza spazio per poter riflettere... e non è un bene
abbraccione
Ciao Lo, grazie. come vedi anche noi non abbiamo tempo, di scrivere, leggere o salutare. perciò grazie per esserti fermato :-)
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