La colpa. Questo fardello, peso, angoscia, macchia, aleggia su ognuno di noi.
Cosa succede quando ci sentiamo in colpa con la nostra vita?
Quando sentiamo di aver sbagliato con noi stesse, mettendo da parte intuizioni e desideri, per dar ascolto al "così si fa" di qualcun altro?
Possiamo, molto "cristianamente" inchiodarci alla croce della colpa.
Tenerci stretta la colpa, e ciò accade quando il mio orgoglio, pur di non ammettere l'errore ed andare avanti, porta avanti l'errore.
Resto per esempio dentro relazioni sbagliate e tossiche.
Ma, oh, ci ho dedicato parte e fatica della mia vita, non posso sganciarmi adesso.
Rimuginare su quanto abbiamo sbagliato e quanto ancora ne paghiamo le conseguenze.
Questo ci inchioda anche al passato, a ciò che è stato e non possiamo cambiare.
Si trascina a valanga sul presente perché inizierai a dubitare delle tue scelte, e dunque, da dove ripartire?
1. Smettere di rimuginare.
2. Smettere di rimuginare. :-)
3. Prendi l'insegnamento dell'errore, rendendolo proficuo per il futuro.
Quindi al posto di:
avrei dovuto, avrei potuto, come ho fatto ad essere così (ingenua, manipolabile, debole, etc. continua tu con parole tue),
chiediti: COSA FARO' DI DIVERSO LA PROSSIMA VOLTA?
E questo sì, inizia a creare nuove possibilità nella nostra mente, cercare nuove soluzioni invece di trincerarsi nell'errore che non posso modificare.
Cos'altro puoi fare?
4. Accetta di aver sbagliato.
Ho sbagliato è molto diverso da "sono sbagliata".
E' stata mia responsabilità è diverso da "è mia la colpa".
Prenditi la responsabilità e lascia la colpa.
Uno è essere vittima impotente, l'altra è poter in modo adulto, potersi impegnare in un'azione e comportamento differente.
E' importante capire perché hai sbagliato, ma poi devi lasciarlo andare. Più ti concentri sul fatto di aver fatto qualcosa di sbagliato, più ti disturberà e interferirà con la tua vita.
5. Abbraccia l'imperfezione.
Nessuno è perfetto, può darsi che tu lo dica per gli altri, ma da te, pretendi la perfezione.
Non essere perfetta è inaccettabile, spaventoso, mostruoso, tu sei un mostro.
Chiedo ad Aristotele di risponderti a questo imperativo di essere perfetta.
Premesso che i punto 4. e 5. non siano alibi per continuare a sbagliare, ma azioni concrete per fare meglio in futuro, il punto successivo è:
6. Perdonati
Dopo aver ridotto in poltiglia la tua autostima sotto il peso della colpa e dello sbaglio è tempo di far ricrescere l'autostima, una componente importante per godersi la vita e le relazioni.
Come sfondo delle frasi ho usato alcuni lavori dal laboratorio di pittura emozionale dedicato allo spazio interiore, perché il tema della colpa è emerso lì.
Il bello del gruppo è che posso riuscire a guardare il mio peso, lasciandone andare un po', confrontandomi con gli errori degli altri, sentendomi parte di un universo che prova, sbaglia, ricade, riprova.
La pittura è di fatto uno strumento di allenamento continuo.
Ci aiuta a confrontarci con l'errore, con non lo so fare, col confronto e con il nuovo, e quando non è nuovo, col dover superare noi stessi, col lasciar andare e immergersi nel nuovo piacere.
Leggi anche:
I rimpianti della gente
Cosa succede quando ci sentiamo in colpa con la nostra vita?
Quando sentiamo di aver sbagliato con noi stesse, mettendo da parte intuizioni e desideri, per dar ascolto al "così si fa" di qualcun altro?
Possiamo, molto "cristianamente" inchiodarci alla croce della colpa.
Tenerci stretta la colpa, e ciò accade quando il mio orgoglio, pur di non ammettere l'errore ed andare avanti, porta avanti l'errore.
Resto per esempio dentro relazioni sbagliate e tossiche.
Ma, oh, ci ho dedicato parte e fatica della mia vita, non posso sganciarmi adesso.
Rimuginare su quanto abbiamo sbagliato e quanto ancora ne paghiamo le conseguenze.
Questo ci inchioda anche al passato, a ciò che è stato e non possiamo cambiare.
Si trascina a valanga sul presente perché inizierai a dubitare delle tue scelte, e dunque, da dove ripartire?
1. Smettere di rimuginare.
2. Smettere di rimuginare. :-)
3. Prendi l'insegnamento dell'errore, rendendolo proficuo per il futuro.
Quindi al posto di:
avrei dovuto, avrei potuto, come ho fatto ad essere così (ingenua, manipolabile, debole, etc. continua tu con parole tue),
chiediti: COSA FARO' DI DIVERSO LA PROSSIMA VOLTA?
E questo sì, inizia a creare nuove possibilità nella nostra mente, cercare nuove soluzioni invece di trincerarsi nell'errore che non posso modificare.
Cos'altro puoi fare?
4. Accetta di aver sbagliato.
Ho sbagliato è molto diverso da "sono sbagliata".
E' stata mia responsabilità è diverso da "è mia la colpa".
Prenditi la responsabilità e lascia la colpa.
Uno è essere vittima impotente, l'altra è poter in modo adulto, potersi impegnare in un'azione e comportamento differente.
E' importante capire perché hai sbagliato, ma poi devi lasciarlo andare. Più ti concentri sul fatto di aver fatto qualcosa di sbagliato, più ti disturberà e interferirà con la tua vita.
5. Abbraccia l'imperfezione.
Nessuno è perfetto, può darsi che tu lo dica per gli altri, ma da te, pretendi la perfezione.
Non essere perfetta è inaccettabile, spaventoso, mostruoso, tu sei un mostro.
Chiedo ad Aristotele di risponderti a questo imperativo di essere perfetta.
Premesso che i punto 4. e 5. non siano alibi per continuare a sbagliare, ma azioni concrete per fare meglio in futuro, il punto successivo è:
6. Perdonati
Dopo aver ridotto in poltiglia la tua autostima sotto il peso della colpa e dello sbaglio è tempo di far ricrescere l'autostima, una componente importante per godersi la vita e le relazioni.
Come sfondo delle frasi ho usato alcuni lavori dal laboratorio di pittura emozionale dedicato allo spazio interiore, perché il tema della colpa è emerso lì.
Il bello del gruppo è che posso riuscire a guardare il mio peso, lasciandone andare un po', confrontandomi con gli errori degli altri, sentendomi parte di un universo che prova, sbaglia, ricade, riprova.
La pittura è di fatto uno strumento di allenamento continuo.
Ci aiuta a confrontarci con l'errore, con non lo so fare, col confronto e con il nuovo, e quando non è nuovo, col dover superare noi stessi, col lasciar andare e immergersi nel nuovo piacere.
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