Manco da tanto su questo blog e dicono che scusarsi sia sintomo di debolezza.
Per me è semplice educazione.
Sono stata via, ritorno, riprendiamo, dove eravamo?
Come stai tu che mi leggi?
Io sono stata in ascolto degli altri e di me.
Dei cambiamenti, delle paure, della confusione.
Spettatrice od attrice a seconda dei momenti di dubbi, incertezze, silenzi, arrabbiature.
Soprattutto silenzio, non riesco a trovare parole e allora mi dico che non importano le parole, la presenza è importante.
Esserci con chi amiamo ed essere presenti a noi stessi.
Anche quando vorremmo spegnere la luce e riuscire semplicemente a dormire, ma neanche quello si può, circondati dal rumore dei pensieri e delle preoccupazioni.
Un periodo difficile per molte persone per molti motivi, tra eventi corali e altri più privati.
Cosa diciamo a noi stessi in questi momenti è importante.
Ho letto ed ascoltato critiche feroci, quelle frasi f(r)eccia come "quante storie", "che esagerazione", "pensa a chi sta peggio di te".
In effetti è un alternativa pensare a chi sta peggio, ma è un peso ulteriore che si aggiunge, come se non ci autorizzassimo a sentire il nostro sentire.
C'è sempre chi sta peggio e chi sta meglio di noi.
Ma nei momenti difficili, entrambi questi pensieri personalmente non mi aiutano affatto, anzi spengono la luce ancora più a lungo.
Ecco un bel promemoria di parole per farci male.
Ricominciare. Ripartire.
Riprendere il filo e la speranza, abbandonare il silenzio e la critica esterna o interna.
Da dove?
Questo mi sono chiesta, di cosa ho bisogno io, cosa mi corrisponde in questo momento e cosa posso offrire che possa rispondere allo stesso bisogno di altri.
La risposta mi è venuta dalla Resilienza, un tema che ho scoperto qualche anno fa preparando un intervento ad un convegno e che mi ha profondamente coinvolta ed ha determinato molti cambiamenti di lì in poi.
Perciò ti aspetto il 29 Settembre con il Laboratorio di pittura emozionale dedicato proprio ad allenare la nostra resilienza.
Non c'è bisogno di saper disegnare.
Può partecipare chiunque sia disponibile ad ascoltare il proprio sentire e trasformarlo in colore, segni e forme.
Per me è semplice educazione.
Sono stata via, ritorno, riprendiamo, dove eravamo?
Come stai tu che mi leggi?
Io sono stata in ascolto degli altri e di me.
Dei cambiamenti, delle paure, della confusione.
Spettatrice od attrice a seconda dei momenti di dubbi, incertezze, silenzi, arrabbiature.
Soprattutto silenzio, non riesco a trovare parole e allora mi dico che non importano le parole, la presenza è importante.
Esserci con chi amiamo ed essere presenti a noi stessi.
Anche quando vorremmo spegnere la luce e riuscire semplicemente a dormire, ma neanche quello si può, circondati dal rumore dei pensieri e delle preoccupazioni.
Un periodo difficile per molte persone per molti motivi, tra eventi corali e altri più privati.
Cosa diciamo a noi stessi in questi momenti è importante.
Ho letto ed ascoltato critiche feroci, quelle frasi f(r)eccia come "quante storie", "che esagerazione", "pensa a chi sta peggio di te".
In effetti è un alternativa pensare a chi sta peggio, ma è un peso ulteriore che si aggiunge, come se non ci autorizzassimo a sentire il nostro sentire.
C'è sempre chi sta peggio e chi sta meglio di noi.
Ma nei momenti difficili, entrambi questi pensieri personalmente non mi aiutano affatto, anzi spengono la luce ancora più a lungo.
Ecco un bel promemoria di parole per farci male.
Circondati di critici!
Ricorda i tuoi fallimenti!
Tieniti su con la caffeina!
Perdi ogni speranza!
Sovraccaricati di impegni!
Vendi la tua anima!
Fai tutto personalmente!
Resta sempre impreparato!
Soffri in silenzio!
da: The Little Book of Stress / Il piccolo libro dello stress
di Stuart e Linda Macfarlane
Ricominciare. Ripartire.
Riprendere il filo e la speranza, abbandonare il silenzio e la critica esterna o interna.
Da dove?
Questo mi sono chiesta, di cosa ho bisogno io, cosa mi corrisponde in questo momento e cosa posso offrire che possa rispondere allo stesso bisogno di altri.
La risposta mi è venuta dalla Resilienza, un tema che ho scoperto qualche anno fa preparando un intervento ad un convegno e che mi ha profondamente coinvolta ed ha determinato molti cambiamenti di lì in poi.
Perciò ti aspetto il 29 Settembre con il Laboratorio di pittura emozionale dedicato proprio ad allenare la nostra resilienza.
Non c'è bisogno di saper disegnare.
Può partecipare chiunque sia disponibile ad ascoltare il proprio sentire e trasformarlo in colore, segni e forme.
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