Se tu adesso hai bisogno di me, che male c’è ad appoggiarti a me?
Tokyo Blues - H. Murakami
Ci sono situazioni in cui appoggiarci sembra impossibile, un segno di debolezza intollerabile.
Eppure abbiamo bisogno di una pausa, di una ricarica, di una spalla dove riposare senza sentirci in colpa, senza possibilità di manipolazione, senza aver paura di pesare su una persona che non ce la farebbe ad ascoltare anche il nostro dolore.
Anzi è indice di empatia e rispetto, comprendere che ci sono luoghi e persone che è giusto rimangano "neutri", perché troppo vicini a noi per amicizia, parentela o relazione lavorativa.
Altri luoghi e persone con cui all'opposto è inopportuno raccontare drammi e preoccupazioni, ognuno ha il suo carico, non ci conosciamo neanche bene, l'altro non è lì per noi, non lo ha concordato, potrebbe non essere in grado di sostenere il nostro racconto per mille motivi.
C'è chi vuole sfogarsi e parlare, con chiunque, in qualunque luogo e situazione, alla prima occasione.
Producendo un effetto deleterio per ogni persona coinvolta.
Qualche tempo fa, mio marito ed io avevamo bisogno d'aria, di prenderci una serata il più possibile spensierata dopo mesi pesanti di problemi ed ansie.
Decidiamo per uno spettacolo teatrale comico con tanto desiderio di alleggerire il carico.
Appena arrivati, dico "come stai" ad una persona che conosco appena di vista.
In pochi secondi ci ha inondati con un fiume di problemi pratici e afflizioni fisiche.
Dispiaciuta, imbarazzata con mio marito e con il nostro bisogno di pausa dai problemi, per questo ulteriore carico aggiuntivo anche per lui che non l'ha nemmeno mai vista, cerco di limitare i danni ma ormai siamo zuppi di negatività .
Ci rintraccia a fine spettacolo per lamentarsi ancora, dalle sedie scomode e la sua cervicale che non le lascia tregua.
La volevamo noi una serata di tregua.
Se senti il bisogno di essere accolto ed ascoltato, farti sostenere, scegli il luogo e la modalità giusta.
Concorda un appuntamento con un professionista.
E' un segno di amore e rispetto anche per te stesso/a.
Tokyo Blues - H. Murakami
Ci sono situazioni in cui appoggiarci sembra impossibile, un segno di debolezza intollerabile.
Eppure abbiamo bisogno di una pausa, di una ricarica, di una spalla dove riposare senza sentirci in colpa, senza possibilità di manipolazione, senza aver paura di pesare su una persona che non ce la farebbe ad ascoltare anche il nostro dolore.
Anzi è indice di empatia e rispetto, comprendere che ci sono luoghi e persone che è giusto rimangano "neutri", perché troppo vicini a noi per amicizia, parentela o relazione lavorativa.
Altri luoghi e persone con cui all'opposto è inopportuno raccontare drammi e preoccupazioni, ognuno ha il suo carico, non ci conosciamo neanche bene, l'altro non è lì per noi, non lo ha concordato, potrebbe non essere in grado di sostenere il nostro racconto per mille motivi.
C'è chi vuole sfogarsi e parlare, con chiunque, in qualunque luogo e situazione, alla prima occasione.
Producendo un effetto deleterio per ogni persona coinvolta.
Qualche tempo fa, mio marito ed io avevamo bisogno d'aria, di prenderci una serata il più possibile spensierata dopo mesi pesanti di problemi ed ansie.
Decidiamo per uno spettacolo teatrale comico con tanto desiderio di alleggerire il carico.
Appena arrivati, dico "come stai" ad una persona che conosco appena di vista.
In pochi secondi ci ha inondati con un fiume di problemi pratici e afflizioni fisiche.
Dispiaciuta, imbarazzata con mio marito e con il nostro bisogno di pausa dai problemi, per questo ulteriore carico aggiuntivo anche per lui che non l'ha nemmeno mai vista, cerco di limitare i danni ma ormai siamo zuppi di negatività .
Ci rintraccia a fine spettacolo per lamentarsi ancora, dalle sedie scomode e la sua cervicale che non le lascia tregua.
La volevamo noi una serata di tregua.
Se senti il bisogno di essere accolto ed ascoltato, farti sostenere, scegli il luogo e la modalità giusta.
Concorda un appuntamento con un professionista.
E' un segno di amore e rispetto anche per te stesso/a.
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