Ci sono momenti in cui tutto va troppo in fretta, il tutto è troppo e sento il bisogno di rallentare, fare chiarezza, dare un nome, un etichetta che mi aiuti ad elaborare le emozioni, processarle persino come un computer in cui vengono depositati i dati per ritornare ad esserne padrone di farne qualcosa.
Per gli amanti del controllo, le emozioni sono IL male, perché non si possono controllare, ma possiamo farci qualcosa su come le interpretiamo e reagiamo.
Sono un timone, non una vela.
Le emozioni ci aiutano ad identificare i nostri bisogni.
Riconoscere le emozioni vuol dire convalidare a noi stessi il nostro mondo interiore.
Non si tratta di “emozioni buone o cattive” o giuste o sbagliate, ma darci la possibilità di farne qualcosa.
Ad esempio la paura di presentare davanti ad un pubblico numeroso, o di fare qualcosa per la prima volta. Di prepararmi ad un colloquio di lavoro.
Posso per esempio esercitarmi ad alta voce, notare se sono nei tempi, se mi sento io stesso convincente, se c’è qualche punto dove ho bisogno di trovare le parole giuste, posso farmi aiutare da un professionista e così via.
Controllare le proprie emozioni non è reprimerle, non è disconoscerle, altrimenti esploderanno come credono loro e quando credono, magari proprio al momento sbagliato.
Negarle vuol dire sentirsi sbagliati, negare se stessi e il proprio modo di sentire, non autorizzarsi, e tutti questi “non” ripetuti mi fanno pensare ad una grande parola: RIFIUTARE sé stessi.
Le conseguenze possono essere varie, allo svuotarsi progressivamente, eliminando ora una ora l’altra emozione inammissibile, diventare automi che provano difficoltà a sentire fino a non sentire nulla ed aver bisogno di emozioni sempre più forti per continuare a provare qualcosa che ci faccia sentire vivi.
Nel menu di negare e rimuovere le emozioni, criticarsele, sembra serpeggiare un commento acido sottostante del tipo “non dovresti sentire così” o “quanto la fai lunga" o ancora “sei troppo sensibile” creando la strada giusta per riempirsi di bolle, farsi venire febbre e mal di gola.
Ad ognuno le sue somatizzazioni preferite.
C’è chi nega le emozioni ingozzandosi di dolci e patatine, chi di televisione e shopping, ogni tipo di strategia perversa e maligna pur di evitare di sentire.
Ci fanno sentire umani, che a pensarci è anche il bello, perchè senza emozioni che rimane?
Senza provare, sentire, cosa siamo?
Allora, riappropriamoci del nostro sentire, del nostro essere umani senza rinnegarlo, e vediamo che il percorso può essere piacevole, e il risultato migliorare la nostra vita, autostima e felicità .
Intanto migliorerà il nostro senso di potenza e controllo, come un motore, anche se avessi una Ferrari, ascoltarlo mi da piacere, fa parte del piacere di guidarla e possederla quella Ferrari lì, dell’orgoglio di esserne proprietari, e di essere consapevoli che la possiamo tenere in garage o senza lavarla, finire senza benzina o passare tutto il tempo a lucidarla senza farla andare.
Insomma, che tu sia una Cinquecento o una Ferrari, ascoltati.
Fa parte del tuo potere.
1. ASCOLTA IL CORPO SENZA GIUDICARE
Il battito accelerato, fiato corto, mani che tremano. E' un check di pura osservazione, ed osservando, posso decidere di respirare più lentamente, così da prendere ossigeno utile a riacquistare un ritmo tranquillizzante. Qualche respiro lento e profondo, attraverso il quale offro una nuova informazione al mio corpo, con la mia attenzione semplicemente posso scegliere di respirare e di rilassare i muscoli che sento contratti. Scelgo di respirare più lentamente, scelgo di mettere una mano sul cuore, e di ascoltare mentre i battiti rallentano. Se ho un tempo – anche minimo da dedicarmi ed un luogo sicuro dove stare da solo- posso chiudere gli occhi, continuare a respirare, e scegliere finanche una situazione rilassante dove immergermi, una spiaggia con palme e mare di fronte a me. Posso richiamare alla memoria immagini e ricordi dove, una simile situazione stressante, l’ho superata, dove sono stata efficace, dove mi son sentita sicura e vincente.
E’ come fare un cambio canale, stavo guardando un thriller pieno di pathos e spavento, di previsioni angoscianti e scelgo un canale con un film che proietto io.
2. CAMBIA MUSICA
Ogni film ha la sua musica: scegli la musica giusta per energizzarti o per tranquillizzarti, per spronarti.
Queste sono tra le mie preferite:
Bach - Cello Suite No.1 in G major, BWV 1007,
Antonio Vivaldi L'estate, op. 8 n. 2, RV 315
Prova a sentirti triste o preoccupato guardando ed ascoltando questo video:
3. RESPIRA profondamente: per aiutare a calmarsi, rientrare in controllo ed il contatto con il corpo. Inspirare, accompagnando il respiro giù nella pancia ed espirare lentamente. Aumenta il contatto col corpo per rientrarne in controllo.
4. DAI UN NOME ALL'EMOZIONE o alle emozioni che sto sperimentando, senza giudizio o senza resistenza, semplicemente sono quelle che sono. Di nuovo, se noti un giudizio su ciò che stai provando, ripeti dal punto 1.
Sembra lento e difficile, ma col tempo diventerai sempre più abile in questo processo e diventa automatico, proprio come ora ti sembra automatico lasciarti travolgere dal treno emozionale .
Più resisti a ciò che provi, più dura.
Più accetti e più sei in grado di utilizzare le tue energie per occuparti di cosa fare per migliorare la tua situazione.
5. SCRIVI
Mettere per iscritto le emozioni aiuta a capire cosa proviamo, a riconoscere una miccia che si accorcia pericolosamente e a trovare modi per evitare il botto.
Ed al di là di evitare, di nuovo, è un momento di contatto con se, di essere disposti ad ascoltarci e a riconoscere ciò che stiamo provando sperimentando. Un modo per accettare, comprendere, elaborare, gestire e lasciar andare. Tutto con carta e penna.
Ovunque disponibili signori, senza prendere appuntamenti, ad ogni ora del giorno e della notte.
Anche qui, al principio potrà servirti tempo per usare questo strumento utilissimo di consapevolezza, poi diventerà tuo uso e consumo, e potrà aiutarti a una visione più serena della situazione, prendere anche distanza e scegliere l’azione da intraprendere.
6. DIVIDI I FATTI DALLE EMOZIONI Il modo in cui pensi, influenza le tue emozioni. Un fatto è come si è comportato il tuo capo o una persona che credevi amica e corretta. Un emozione è sentirti deluso, ingannato e ferito.
7. CAMBIA CONVINZIONI
Come ti senti spesso? Vittima sacrificale, genio incompreso, vecchio, brutto goffo? E’ sempre colpa tua o è sempre colpa degli altri ? Comincia eliminando i “sempre”, i “mai”, le generalizzazioni, , i bianchi e i neri. Mettici un po’ di ombre a questi tratti netti che disegni nella tua mente, mettici colore, parole nuove.
”Tutto è inutile” , tanto non sono capace” o “tanto sbaglio sempre”, “nessuno mi apprezza” (e chi ti apprezza lo sminuisci tu), “devo fare tutto da solo”.
Cambia disco, se tu cambiassi disco, cosa ti potresti dire?
Scegli le parole che ti farebbero bene, e che hanno a che fare con ciò che è nella tua possibilità , non in quello dell’altro.
Affibbiare o affibbiarsi colpe genera ulteriori emozioni, come rabbia, risentimento e frustrazione. Evita generalizzazioni
8. TEMPO RELAX - COCCOLE TIME
Immagina che l’eccesso di stress sia come un ora sul tapis roulant. Riusciresti mai a non fermarti e
riprendere fiato e acqua? Farti una doccia e sederti finanche?
In effetti è proprio quello che facciamo in tanti, con la differenza che su questo tapis roulant ci restiamo per intere settimane senza scendere mai, senza acqua né pausa, né doccia.
Scegli qualcosa per reidratarti, per riportare il tuo corpo e la tua mente ad uno stato di benessere e tranquillità , di pausa dopo la tempesta: qualcosa che ti coccoli, e si prenda cura di te.
Disegnare, colorare per esempio, scegli quello che piace a te.
Per me il suono della matita o del pennarello sulla carta già mi tranquillizza, e spazza via ogni pensiero.
Incredibile ed economico, immediato e a portata di ogni tasca.
Una passeggiata (però quella io non me la concedo mai, mi fa troppa fatica, e magari è notte, o è tardi o piove), perciò scegli quello che desideri tu, un bagno caldo o una doccia calda, un massaggio. Anche una crema corpo che restituisce morbidezza alla pelle e intanto mi fa sentire di essere gentile con me stessa.
Ti restituirà una distanza dalle emozioni e una prospettiva nuova.
Utile soprattutto quando ci avvitiamo in dischi rotti e rimuginazioni.
Prenditi una pausa dalla mucca interiore.
9. PUNTI DI VISTA
Vedi le cose da un angolo nuovo, considera le azioni possibili, scarta quelle già intraprese che non hanno avuto successo, considera le conseguenze di ciò che puoi fare e della tua eventuale inazione. Anche non fare nulla può essere inappropriato.
Riprendo l’esempio all'inizio dell'articolo: devo presentare in pubblico e scarto la possibilità di NON presentarmi sul palco.
Un dirigente di alto livello, era così spaventato dall'idea di presentare in pubblico, che ha pensato di aiutarsi con un whisky. Di mattina.
L’effetto è stato disastroso.
Parlane con qualcuno di cui ti fidi, e disposto ad ascoltarti.
Assicurati che l’altro possa esserci per te, e non abbia altre urgenze di cui prendersi cura o stia lui/lei stessa attraversando un momento in cui non può essere nella situazione migliore per farti da spalla.
Cerca un aiuto professionale.
E’ un problema o potrebbe diventarlo NON farlo.
Potresti dover gestire i tuoi sensi di vergogna e colpa dopo aver fatto una presentazione noiosa, lunga, e senza senso.
O potresti non essere consapevole di aver generato l’ira della tuo pubblico, continuando nell’errore.
O ritrovarti la prossima volta comunque a non sapere cosa fare con quella enorme gigantesca ansia da prestazione, paura di non trovare le parole, nebbia nel riconoscere i segni di una platea che non ti segue.
10. FESTEGGIA I SUCCESSI
Dopo tante difficoltà e lotte interiori, tanti di noi si dimenticano di festeggiare le cose che sono andate bene.
Siamo bravissimi a colpevolizzarci su ciò che non è andato, e ci dimentichiamo l’altra metà , o comunque quel piccolo pezzo che posso riconoscermi buono.
L’invito è: su ciò di cui mi pento, chiedersi invece: cosa farò di diverso la prossima volta?
E per il buono che c’è stato: sono stata proprio brava.
Costruiamo una riserva di fiducia e autostima per i prossimi obiettivi.
Comunque l’articolo era partito dal disegno, la mia modalità di convalidare le emozioni, ascoltarle riconoscerle, e fare qualcosa di piacevole per me.
Ho cominciato a disegnare una faccetta preoccupata, e mi ci sono riconosciuta. Primo disegno in alto.
Così mi sono occupata di qualcosa che mi piace, e allo stesso tempo esercitata nel disegno, perché il prossimo laboratorio in programma è “disegnare per costruire fiducia e chiarezza”.
(Drawing (to build) hope and clarity- a Malta, il all'interno della convegno internazionale IAC- International Association for Counselling con il mio collega Marco Andreoli) .
Un modo alternativo per superare le convinzioni limitanti e vedere cosa si può fare e diventare, sperimentare senza quelle idee.
Mentre suona il mio disco interiore : "chi te lo ha fatto fare, giuro MAI più!" e so già che il mai più durerà un quarto d'ora.
Intanto il disegno è finito, mi piace e sono contenta, e so che potrò condividere la possibilità di provare piacere, fiducia ed autostima con una matita.
Per gli amanti del controllo, le emozioni sono IL male, perché non si possono controllare, ma possiamo farci qualcosa su come le interpretiamo e reagiamo.
Sono un timone, non una vela.
Le emozioni ci aiutano ad identificare i nostri bisogni.
Riconoscere le emozioni vuol dire convalidare a noi stessi il nostro mondo interiore.
Non si tratta di “emozioni buone o cattive” o giuste o sbagliate, ma darci la possibilità di farne qualcosa.
Ad esempio la paura di presentare davanti ad un pubblico numeroso, o di fare qualcosa per la prima volta. Di prepararmi ad un colloquio di lavoro.
Posso per esempio esercitarmi ad alta voce, notare se sono nei tempi, se mi sento io stesso convincente, se c’è qualche punto dove ho bisogno di trovare le parole giuste, posso farmi aiutare da un professionista e così via.
Controllare le proprie emozioni non è reprimerle, non è disconoscerle, altrimenti esploderanno come credono loro e quando credono, magari proprio al momento sbagliato.
Negarle vuol dire sentirsi sbagliati, negare se stessi e il proprio modo di sentire, non autorizzarsi, e tutti questi “non” ripetuti mi fanno pensare ad una grande parola: RIFIUTARE sé stessi.
Le conseguenze possono essere varie, allo svuotarsi progressivamente, eliminando ora una ora l’altra emozione inammissibile, diventare automi che provano difficoltà a sentire fino a non sentire nulla ed aver bisogno di emozioni sempre più forti per continuare a provare qualcosa che ci faccia sentire vivi.
Nel menu di negare e rimuovere le emozioni, criticarsele, sembra serpeggiare un commento acido sottostante del tipo “non dovresti sentire così” o “quanto la fai lunga" o ancora “sei troppo sensibile” creando la strada giusta per riempirsi di bolle, farsi venire febbre e mal di gola.
Ad ognuno le sue somatizzazioni preferite.
C’è chi nega le emozioni ingozzandosi di dolci e patatine, chi di televisione e shopping, ogni tipo di strategia perversa e maligna pur di evitare di sentire.
Ci fanno sentire umani, che a pensarci è anche il bello, perchè senza emozioni che rimane?
Senza provare, sentire, cosa siamo?
Allora, riappropriamoci del nostro sentire, del nostro essere umani senza rinnegarlo, e vediamo che il percorso può essere piacevole, e il risultato migliorare la nostra vita, autostima e felicità .
Intanto migliorerà il nostro senso di potenza e controllo, come un motore, anche se avessi una Ferrari, ascoltarlo mi da piacere, fa parte del piacere di guidarla e possederla quella Ferrari lì, dell’orgoglio di esserne proprietari, e di essere consapevoli che la possiamo tenere in garage o senza lavarla, finire senza benzina o passare tutto il tempo a lucidarla senza farla andare.
Insomma, che tu sia una Cinquecento o una Ferrari, ascoltati.
Fa parte del tuo potere.
1. ASCOLTA IL CORPO SENZA GIUDICARE
Il battito accelerato, fiato corto, mani che tremano. E' un check di pura osservazione, ed osservando, posso decidere di respirare più lentamente, così da prendere ossigeno utile a riacquistare un ritmo tranquillizzante. Qualche respiro lento e profondo, attraverso il quale offro una nuova informazione al mio corpo, con la mia attenzione semplicemente posso scegliere di respirare e di rilassare i muscoli che sento contratti. Scelgo di respirare più lentamente, scelgo di mettere una mano sul cuore, e di ascoltare mentre i battiti rallentano. Se ho un tempo – anche minimo da dedicarmi ed un luogo sicuro dove stare da solo- posso chiudere gli occhi, continuare a respirare, e scegliere finanche una situazione rilassante dove immergermi, una spiaggia con palme e mare di fronte a me. Posso richiamare alla memoria immagini e ricordi dove, una simile situazione stressante, l’ho superata, dove sono stata efficace, dove mi son sentita sicura e vincente.
E’ come fare un cambio canale, stavo guardando un thriller pieno di pathos e spavento, di previsioni angoscianti e scelgo un canale con un film che proietto io.
2. CAMBIA MUSICA
Ogni film ha la sua musica: scegli la musica giusta per energizzarti o per tranquillizzarti, per spronarti.
Queste sono tra le mie preferite:
Bach - Cello Suite No.1 in G major, BWV 1007,
Antonio Vivaldi L'estate, op. 8 n. 2, RV 315
Prova a sentirti triste o preoccupato guardando ed ascoltando questo video:
3. RESPIRA profondamente: per aiutare a calmarsi, rientrare in controllo ed il contatto con il corpo. Inspirare, accompagnando il respiro giù nella pancia ed espirare lentamente. Aumenta il contatto col corpo per rientrarne in controllo.
4. DAI UN NOME ALL'EMOZIONE o alle emozioni che sto sperimentando, senza giudizio o senza resistenza, semplicemente sono quelle che sono. Di nuovo, se noti un giudizio su ciò che stai provando, ripeti dal punto 1.
Sembra lento e difficile, ma col tempo diventerai sempre più abile in questo processo e diventa automatico, proprio come ora ti sembra automatico lasciarti travolgere dal treno emozionale .
Più resisti a ciò che provi, più dura.
Più accetti e più sei in grado di utilizzare le tue energie per occuparti di cosa fare per migliorare la tua situazione.
5. SCRIVI
Mettere per iscritto le emozioni aiuta a capire cosa proviamo, a riconoscere una miccia che si accorcia pericolosamente e a trovare modi per evitare il botto.
Ed al di là di evitare, di nuovo, è un momento di contatto con se, di essere disposti ad ascoltarci e a riconoscere ciò che stiamo provando sperimentando. Un modo per accettare, comprendere, elaborare, gestire e lasciar andare. Tutto con carta e penna.
Ovunque disponibili signori, senza prendere appuntamenti, ad ogni ora del giorno e della notte.
Anche qui, al principio potrà servirti tempo per usare questo strumento utilissimo di consapevolezza, poi diventerà tuo uso e consumo, e potrà aiutarti a una visione più serena della situazione, prendere anche distanza e scegliere l’azione da intraprendere.
6. DIVIDI I FATTI DALLE EMOZIONI Il modo in cui pensi, influenza le tue emozioni. Un fatto è come si è comportato il tuo capo o una persona che credevi amica e corretta. Un emozione è sentirti deluso, ingannato e ferito.
7. CAMBIA CONVINZIONI
Come ti senti spesso? Vittima sacrificale, genio incompreso, vecchio, brutto goffo? E’ sempre colpa tua o è sempre colpa degli altri ? Comincia eliminando i “sempre”, i “mai”, le generalizzazioni, , i bianchi e i neri. Mettici un po’ di ombre a questi tratti netti che disegni nella tua mente, mettici colore, parole nuove.
”Tutto è inutile” , tanto non sono capace” o “tanto sbaglio sempre”, “nessuno mi apprezza” (e chi ti apprezza lo sminuisci tu), “devo fare tutto da solo”.
Cambia disco, se tu cambiassi disco, cosa ti potresti dire?
Scegli le parole che ti farebbero bene, e che hanno a che fare con ciò che è nella tua possibilità , non in quello dell’altro.
Affibbiare o affibbiarsi colpe genera ulteriori emozioni, come rabbia, risentimento e frustrazione. Evita generalizzazioni
8. TEMPO RELAX - COCCOLE TIME

riprendere fiato e acqua? Farti una doccia e sederti finanche?
In effetti è proprio quello che facciamo in tanti, con la differenza che su questo tapis roulant ci restiamo per intere settimane senza scendere mai, senza acqua né pausa, né doccia.
Scegli qualcosa per reidratarti, per riportare il tuo corpo e la tua mente ad uno stato di benessere e tranquillità , di pausa dopo la tempesta: qualcosa che ti coccoli, e si prenda cura di te.
Disegnare, colorare per esempio, scegli quello che piace a te.
Per me il suono della matita o del pennarello sulla carta già mi tranquillizza, e spazza via ogni pensiero.
Incredibile ed economico, immediato e a portata di ogni tasca.
Una passeggiata (però quella io non me la concedo mai, mi fa troppa fatica, e magari è notte, o è tardi o piove), perciò scegli quello che desideri tu, un bagno caldo o una doccia calda, un massaggio. Anche una crema corpo che restituisce morbidezza alla pelle e intanto mi fa sentire di essere gentile con me stessa.
Ti restituirà una distanza dalle emozioni e una prospettiva nuova.
Utile soprattutto quando ci avvitiamo in dischi rotti e rimuginazioni.
Prenditi una pausa dalla mucca interiore.
9. PUNTI DI VISTA
Vedi le cose da un angolo nuovo, considera le azioni possibili, scarta quelle già intraprese che non hanno avuto successo, considera le conseguenze di ciò che puoi fare e della tua eventuale inazione. Anche non fare nulla può essere inappropriato.
Riprendo l’esempio all'inizio dell'articolo: devo presentare in pubblico e scarto la possibilità di NON presentarmi sul palco.
Un dirigente di alto livello, era così spaventato dall'idea di presentare in pubblico, che ha pensato di aiutarsi con un whisky. Di mattina.
L’effetto è stato disastroso.
Parlane con qualcuno di cui ti fidi, e disposto ad ascoltarti.
Assicurati che l’altro possa esserci per te, e non abbia altre urgenze di cui prendersi cura o stia lui/lei stessa attraversando un momento in cui non può essere nella situazione migliore per farti da spalla.
Cerca un aiuto professionale.
E’ un problema o potrebbe diventarlo NON farlo.
Potresti dover gestire i tuoi sensi di vergogna e colpa dopo aver fatto una presentazione noiosa, lunga, e senza senso.
O potresti non essere consapevole di aver generato l’ira della tuo pubblico, continuando nell’errore.
O ritrovarti la prossima volta comunque a non sapere cosa fare con quella enorme gigantesca ansia da prestazione, paura di non trovare le parole, nebbia nel riconoscere i segni di una platea che non ti segue.
10. FESTEGGIA I SUCCESSI
Dopo tante difficoltà e lotte interiori, tanti di noi si dimenticano di festeggiare le cose che sono andate bene.
Siamo bravissimi a colpevolizzarci su ciò che non è andato, e ci dimentichiamo l’altra metà , o comunque quel piccolo pezzo che posso riconoscermi buono.
L’invito è: su ciò di cui mi pento, chiedersi invece: cosa farò di diverso la prossima volta?
E per il buono che c’è stato: sono stata proprio brava.
Costruiamo una riserva di fiducia e autostima per i prossimi obiettivi.
Comunque l’articolo era partito dal disegno, la mia modalità di convalidare le emozioni, ascoltarle riconoscerle, e fare qualcosa di piacevole per me.
Ho cominciato a disegnare una faccetta preoccupata, e mi ci sono riconosciuta. Primo disegno in alto.
Così mi sono occupata di qualcosa che mi piace, e allo stesso tempo esercitata nel disegno, perché il prossimo laboratorio in programma è “disegnare per costruire fiducia e chiarezza”.
(Drawing (to build) hope and clarity- a Malta, il all'interno della convegno internazionale IAC- International Association for Counselling con il mio collega Marco Andreoli) .
Un modo alternativo per superare le convinzioni limitanti e vedere cosa si può fare e diventare, sperimentare senza quelle idee.
Mentre suona il mio disco interiore : "chi te lo ha fatto fare, giuro MAI più!" e so già che il mai più durerà un quarto d'ora.
Intanto il disegno è finito, mi piace e sono contenta, e so che potrò condividere la possibilità di provare piacere, fiducia ed autostima con una matita.
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