La cosa peggiore è perdere se stessi mentre si vuole troppo bene a qualcuno, dimenticarsi che anche noi siamo importanti.
F. Volo
Come può essere dimenticarsi di sé?
Si possono dimenticare le chiavi di casa, quelle della macchina, dove sono gli occhiali, ma noi stessi, com'è possibile perderci?
Ci si perde aspettando uomini (o donne) che non rispondono neanche ad un wup.
Persone che usano promesse, da quelle semplici "verrò", "faremo" e costruiscono un futuro fatto solo di parole, alle quali restiamo gli unici custodi.
Ci perdiamo quando siamo noi a promettere ad altri cose in cui non crediamo affatto, per sentire l'effetto che fa.
Perché qualunque parola ha smesso di essere collegata ad emozioni.
Perché non abbiamo rispetto dell'altro, ma neanche di noi stessi mentre parliamo senza crederci noi per primi.
Perdiamo stima di quella persona che dice cose che sa essere false, anche quando quella persona siamo noi.
Ci perdiamo quando restiamo in ascolto solo di ciò che succede fuori di noi, e dentro, il subbuglio, gli ondeggiamenti, i silenzi assordanti, le azioni che diciamo di voler fare e non facciamo poi, restano a spogliare un panorama interiore che non sappiamo più riconoscere.
Ci perdiamo ogni volta che rincorriamo il tempo fuori e dimentichiamo che è diverso da quello dentro.
Che abbiamo bisogno di riprendere fiato ed affidare il nostro fiato in un luogo sicuro di ascolto.
Perdiamo noi stessi quando continuiamo a dirci: "non ne ho bisogno" e una speranza dentro si incrina a quest'ulteriore negazione e possibilità di trovare occhi dove appoggiare i nostri, senza quei giudizi che conosciamo troppo bene, ce li siamo sentiti troppo spesso da dirceli ormai da soli.
Perdiamo noi stessi quando dimentichiamo di avere valore, non sappiamo neanche quale sia, tentiamo di esagerarlo a volte, perché abbiamo smesso di sentircelo dentro.
Quando è successo e quante volte, da quanto tempo ed è possibile tornare indietro?
Il tempo perso a dare valore a chi non ne aveva e non ce ne dava, e non darne neanche noi stessi a noi, ad andarlo a chiedere ad altri nei modi che ognuno può.
Chi con i calci, perché anche così c'è chi chiede attenzione dicendo: ti prego resta.
Cosa ci manca che ci fa dubitare?
Cosa ci manca che ci fa supplicare una telefonata, un comportamento congruente alle promesse?
Ci manca di riprenderci il valore, di rivedere dentro cosa ci piace, e che ci piace ascoltarci e se sappiamo e amiamo farlo, cambia di conseguenza cosa succede fuori.
E poiché non possiamo continuare ad aspettare e dipendere che qualcosa cambi fuori per poterci cambiare a dentro, l'unica è cominciare a cambiare noi.
Ci cambia amarci per primi.
Amarci per primi ci cambia.
Se ti sei riconosciuto in questo racconto, se ti sei riconosciuta, chiamami, potrei essere quegli occhi dove riposarsi e sapersi ritrovare.
Paola Bonavolontà
Ciao Paola,
RispondiEliminaMi sa che è vero...
Anche perché se ci perdiamo noi, gli altri con chi si confrontano??? La relazione io -tu dove finisce??
Però che fatica... mescolarsi, intrecciarsi, condividersi rimanendo interi....
Un abbraccio
Cla
RispondiEliminamai successo di non sapere più se tu eri tu o quello tu pensavi fosse l'altro eri tu?
io perciò amo Pirandello.
e poi per uscire davvero dalla simbiosi non basta una vita.
Già fatto. Perso, e non ancora ritrovato :)
RispondiEliminaLo
RispondiEliminama cosa mi dici mai?
sei di nuovo innammorato o sei ancora innammorato?
Paola, mi succede sempre. O perché mi perdo io o perché si perdono gli altri :(. Prossimamente su questi schermi vorrei relazioni diverse... lo vedi impossibile?
RispondiEliminaun abbraccio
Cla ho un idea creativa. Te la racconto su Skype
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