Incontri, condivisioni, scambi, abbracci.
Raccontare ad una platea di professionisti idee e connessioni, punti di vista, esperienze ed emozioni.
Ascoltare altri racconti.
Ricevere tanto, venire a conoscere di storie e di inizi nati proprio qui, in questo blog, o di immagini condivise o di laboratori miei rimasti nel cuore.
Voglio fermare e conservare i momenti belli e le tante restituzioni ricevute, e farne tesoro, per i momenti in cui inciampo in perplessità e stanchezze.
Le cose da mettere in ordine sono molte, le risate e gli incontri nuovi, le voci e i nomi sono diventati volti e mani, sguardi intensi e progetti realizzati e da realizzare.
Mentre faccio ordine e tesoro, mi pento anche delle parole non dette, e da counselor mi chiedo: cosa posso fare adesso per recuperare questo desiderio di aggiungere, e di raggiungere altri con l'esperienza che mi porto dentro?
La soluzione possibile, anche se non ottimale, è che lo dirò qui, in questo blog, aggiungerò l'ultima diapositiva che ho escluso quando pensavo che il tempo era poco ed invece ce n'era.
Nel prossimo articolo.
Ora condivido intanto l'abstract del mio intervento, dal titolo
COUNSELING: METAFORE PER L’USO
Qual è la storia che raccontiamo al cliente prima che lui racconti a noi?
Le parole che scegliamo per avvicinare, per sciogliere, per presentare, descrivere senza invadere.
Capitalizzando le abilità di facilitatori di comunicazione, il contributo proposto vuole proprio partire dalla nostra personale capacità in quanto professionisti di saper comunicare il counseling, e utilizzare per farlo anche le metafore per saperci orientare ed orientare.
Secondo la legge 14 gennaio 2013, n. 4 l'esercizio della professione e' libero e fondato sull'autonomia, si basa anche sulle competenze, nel rispetto dei principi di buona fede, dell'affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell'ampliamento e della specializzazione dell'offerta dei servizi, della responsabilità del professionista.
Responsabilità verso il cliente, verso se stessi e la comunità.
La trasparenza del mercato, la correttezza delle informazioni e del tipo di interventi dipende da tutti, con il contributo di ciascuno.
Riguarda il nostro futuro.
Ecco che allora come la nostra professione guarda ai punti di forza e le qualità, anche noi stessi, in quanto comunicatori della nostra stessa professione, siamo chiamati a saper comunicare correttamente, eticamente dentro e fuori cosa possiamo e sappiamo fare.
Senza imbarcarci in sì, ma però.
Il campo di azioni possibili, dove possiamo aiutare, sostenere, accogliere ed ascoltare ha e deve conservare la dignità di enorme spazio di umano sentire.
Della potenzialità dell’incontro e della rispettosità del valore di ciascuno, del contributo che si può dare.
La storia che raccontiamo a noi stessi prima ancora che al cliente, la missione che ci portiamo dentro verso questa professione può essere una metafora per illuminare il nostro cammino e fare un pezzo di strada insieme agli altri.
Un grazie speciale a Marco Andreoli, Presidente di REICO - Associazione Professionale di Counseling- per l'ospitalità, l'opportunità e l'aver offerto un convegno dai contenuti e contribuiti interessanti, utili ed anche estremamente poetici.
Grazie a tutti i colleghi che hanno contribuito con le loro storie tanto che l'unica possibile risposta erano solo applausi ed abbracci, e qualche lacrima che ha ricacciato giù le parole.
Grazie a chi è venuto a raccontarmi del nostro incontro virtuale qui nel blog o in qualche aula e delle conseguenze che ha avuto quell'incontro nelle vostre vite.

Le parole di conferma e conforto fanno bene anche a chi sembra grande.
Raccontare ad una platea di professionisti idee e connessioni, punti di vista, esperienze ed emozioni.
Ascoltare altri racconti.
Ricevere tanto, venire a conoscere di storie e di inizi nati proprio qui, in questo blog, o di immagini condivise o di laboratori miei rimasti nel cuore.
Voglio fermare e conservare i momenti belli e le tante restituzioni ricevute, e farne tesoro, per i momenti in cui inciampo in perplessità e stanchezze.
Le cose da mettere in ordine sono molte, le risate e gli incontri nuovi, le voci e i nomi sono diventati volti e mani, sguardi intensi e progetti realizzati e da realizzare.
Mentre faccio ordine e tesoro, mi pento anche delle parole non dette, e da counselor mi chiedo: cosa posso fare adesso per recuperare questo desiderio di aggiungere, e di raggiungere altri con l'esperienza che mi porto dentro?
La soluzione possibile, anche se non ottimale, è che lo dirò qui, in questo blog, aggiungerò l'ultima diapositiva che ho escluso quando pensavo che il tempo era poco ed invece ce n'era.
Nel prossimo articolo.
Ora condivido intanto l'abstract del mio intervento, dal titolo
COUNSELING: METAFORE PER L’USO
Qual è la storia che raccontiamo al cliente prima che lui racconti a noi?
Le parole che scegliamo per avvicinare, per sciogliere, per presentare, descrivere senza invadere.
Capitalizzando le abilità di facilitatori di comunicazione, il contributo proposto vuole proprio partire dalla nostra personale capacità in quanto professionisti di saper comunicare il counseling, e utilizzare per farlo anche le metafore per saperci orientare ed orientare.
Secondo la legge 14 gennaio 2013, n. 4 l'esercizio della professione e' libero e fondato sull'autonomia, si basa anche sulle competenze, nel rispetto dei principi di buona fede, dell'affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell'ampliamento e della specializzazione dell'offerta dei servizi, della responsabilità del professionista.
Responsabilità verso il cliente, verso se stessi e la comunità.
La trasparenza del mercato, la correttezza delle informazioni e del tipo di interventi dipende da tutti, con il contributo di ciascuno.
Riguarda il nostro futuro.
Ecco che allora come la nostra professione guarda ai punti di forza e le qualità, anche noi stessi, in quanto comunicatori della nostra stessa professione, siamo chiamati a saper comunicare correttamente, eticamente dentro e fuori cosa possiamo e sappiamo fare.
Senza imbarcarci in sì, ma però.

Della potenzialità dell’incontro e della rispettosità del valore di ciascuno, del contributo che si può dare.
La storia che raccontiamo a noi stessi prima ancora che al cliente, la missione che ci portiamo dentro verso questa professione può essere una metafora per illuminare il nostro cammino e fare un pezzo di strada insieme agli altri.
Un grazie speciale a Marco Andreoli, Presidente di REICO - Associazione Professionale di Counseling- per l'ospitalità, l'opportunità e l'aver offerto un convegno dai contenuti e contribuiti interessanti, utili ed anche estremamente poetici.
Grazie a tutti i colleghi che hanno contribuito con le loro storie tanto che l'unica possibile risposta erano solo applausi ed abbracci, e qualche lacrima che ha ricacciato giù le parole.
Grazie a chi è venuto a raccontarmi del nostro incontro virtuale qui nel blog o in qualche aula e delle conseguenze che ha avuto quell'incontro nelle vostre vite.

Le parole di conferma e conforto fanno bene anche a chi sembra grande.
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