Un libro che scorre, una parola che risuona.
Un libro è un compagno silenzioso pieno di sfumature di colori, pieno di armonie e stonature e allarmi.
Un libro ci può stare benissimo se non hai voglia di parlare, e la gola fa male, se sei ancora nel letto o già pronta per uscire ma dai l'ultima sbirciata, come ad un panino che addenti correndo.
Ho gusti particolari se mi paragono alle donne che sono impazzite per 50 sfumature, e con chi cerca il romantico.
I confronti sottolineano le differenze, creano confini e raggruppamenti e nuove ricerche di somiglianze.
Le copertine, come i vestiti della gente, dovrebbero aiutarci ad orientarci, comprendere cosa c'è dentro.
Se ti vesti in rosa in azzurro o sempre di nero.
Se i tacchi non sai cosa siano o se sei sempre in movimento o in attesa.
La copertina di questo ultimo incontro perciò l'avevo giudicata male, tra titolo e immagine, "La ricetta del cuore in subbuglio" di Viola Ardone.
Prima di scartarlo definitivamente, ho letto qualche recensione da anobii, ho sempre in tasca tutta la mia libreria e i consigli di chi legge come me.
Di bulimici, dipendenti, ossessivi divoratori di libri come me.
Mi scuso con l'autrice che mi ha poi tenuto compagnia, facendomi ridere e sorridere spesso, portandomi a sbirciare nella mia città natale in modo nuovo, non troppo vicino, non troppo folkloristico.
Non troppo qualcosa che stona, ma che invita.
Allora tra le sue geometrie, e strategie di sopravvivenza , leggo "errore grave gravissimo" ed è un attimo e sono tra i banchi di scuola.
Quanti errori gravi gravissimi ci portiamo dietro, a cosa abbiamo creduto senza perdonarci mai.
Nella quarta di copertina c'è scritto che è un libro "terapeutico".
Non lo è ogni incontro?
Quando ci propone di guardare ancora, da un altra prospettiva, a ricordare qualcosa che adesso serve vedere, a lasciar andare tutti gli errori gravi gravissimi che non ci sono mai stati ed ancora ci portiamo dietro, scusandoci.
Anche gli incontri con noi stessi, quei terapeutici, liberatori incontri teneri e spaventosi, di echi vicini e lontanissimi.
Errore grave gravissimo a chi?
Un libro è un compagno silenzioso pieno di sfumature di colori, pieno di armonie e stonature e allarmi.
Un libro ci può stare benissimo se non hai voglia di parlare, e la gola fa male, se sei ancora nel letto o già pronta per uscire ma dai l'ultima sbirciata, come ad un panino che addenti correndo.
Ho gusti particolari se mi paragono alle donne che sono impazzite per 50 sfumature, e con chi cerca il romantico.
I confronti sottolineano le differenze, creano confini e raggruppamenti e nuove ricerche di somiglianze.
Le copertine, come i vestiti della gente, dovrebbero aiutarci ad orientarci, comprendere cosa c'è dentro.
Se ti vesti in rosa in azzurro o sempre di nero.
Se i tacchi non sai cosa siano o se sei sempre in movimento o in attesa.
La copertina di questo ultimo incontro perciò l'avevo giudicata male, tra titolo e immagine, "La ricetta del cuore in subbuglio" di Viola Ardone.
Prima di scartarlo definitivamente, ho letto qualche recensione da anobii, ho sempre in tasca tutta la mia libreria e i consigli di chi legge come me.
Di bulimici, dipendenti, ossessivi divoratori di libri come me.
Mi scuso con l'autrice che mi ha poi tenuto compagnia, facendomi ridere e sorridere spesso, portandomi a sbirciare nella mia città natale in modo nuovo, non troppo vicino, non troppo folkloristico.
Non troppo qualcosa che stona, ma che invita.
Allora tra le sue geometrie, e strategie di sopravvivenza , leggo "errore grave gravissimo" ed è un attimo e sono tra i banchi di scuola.
Quanti errori gravi gravissimi ci portiamo dietro, a cosa abbiamo creduto senza perdonarci mai.
Nella quarta di copertina c'è scritto che è un libro "terapeutico".
Non lo è ogni incontro?
Quando ci propone di guardare ancora, da un altra prospettiva, a ricordare qualcosa che adesso serve vedere, a lasciar andare tutti gli errori gravi gravissimi che non ci sono mai stati ed ancora ci portiamo dietro, scusandoci.
Anche gli incontri con noi stessi, quei terapeutici, liberatori incontri teneri e spaventosi, di echi vicini e lontanissimi.
Errore grave gravissimo a chi?
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