Quando ho incontrato la pittura non sapevo nulla di teorie, di come "il processo creativo del fare arte è curativo e migliorativo della vita ed é una forma di comunicazione non verbale di pensieri ed emozioni (American Art Therapy Association, 1996)".
Non sapevo nulla neanche di pittura.
Non sapevo di saperlo fare.
So che tornavo a casa in una città dove avevo più colleghi che amici, e le mie giornate erano piene di solitudine.
A vivere nella città che non dorme mai neanche io ci riuscivo.
Troppe novità, come vivere in un film ed io dentro.
Il weekend da riempire nei musei e lasciarmi riempire di colori, forme, espressioni che non avevano bisogno di traduzioni.
Avevo necessità di depositare queste cose, tante.
A volte troppe, tra il fuso orario e il non saperlo spiegare, avere piuttosto silenzio da ascoltare e trasformare.
Incredulità e stupore, cambiamenti inaspettati e improvvisi.
Da allora chiamo i miei pannelli "emozionali".
Sono la traduzione su tela delle mie emozioni.
Della connessione con quello che sentivo dentro ed avevo urgenza di far uscire.
E' stato una fortuna aver fretta e non stare lì a giudicare.
Ma restare nel processo e lasciarsi andare.
Sono passati quattordici anni da allora.
Ora so che questo tipo di pittura viene chiamata Primal, o intuitiva, o dell'anima.
Ognuno ha sviluppato il suo metodo ed anche il mio lo è diventato, per facilitare altri a creare e connettersi.
Continuo a chiamarla Emozionale, perché così mi è nata dentro, senza sapere che esistesse per altri, che ci fossero libri e laboratori per condividerlo.
La difficoltà sta nello spiegare a parole il benessere che viene dalle mani nei colori.
Incredulità e stupore, cambiamenti inaspettati e improvvisi.
Da allora chiamo i miei pannelli "emozionali".
Sono la traduzione su tela delle mie emozioni.
Della connessione con quello che sentivo dentro ed avevo urgenza di far uscire.
E' stato una fortuna aver fretta e non stare lì a giudicare.
Ma restare nel processo e lasciarsi andare.
Sono passati quattordici anni da allora.
Ora so che questo tipo di pittura viene chiamata Primal, o intuitiva, o dell'anima.
Ognuno ha sviluppato il suo metodo ed anche il mio lo è diventato, per facilitare altri a creare e connettersi.
Continuo a chiamarla Emozionale, perché così mi è nata dentro, senza sapere che esistesse per altri, che ci fossero libri e laboratori per condividerlo.
La difficoltà sta nello spiegare a parole il benessere che viene dalle mani nei colori.
Dal provare.
Dallo scivolare, senza riempirsi di critiche giudizi ed approvazioni.
Una zona franca dove respirare dentro di se.
Ricentrarsi, nutrirsi, bastarsi.
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