Perché mamma non mi ama?
Ti sei mai fatto questa domanda?
Martellante e persistente, doloroso quesito a cui si cercano risposte dietro ogni gesto mancato, abbraccio non ricevuto, rifiuto palese, disgusto mal celato.
Una ferita che stravolge e travolge la vita di una bambina, diversa dai suoi fratelli senza comprendere il perché.
In che modo influisce sulla vita e sulle scelte affettive?
Sulla resilienza, se questa è il dono inaspettato che ne discende.
La resilienza dal latino “saltare indietro, rimbalzare”, la capacità di risalire su un imbarcazione rovesciata, e nell'accezione psicologica, la capacità di adattarsi, riuscire, farcela nonostante difficoltà e ferite.
Nel libro meraviglioso di Simonetta Agnello Hornby "La zia marchesa" edito da Feltrinelli, la protagonista arriverà alla sua risposta, strana per la verità, incomprensibile a tratti, ma la storia e la vita, il periodo storico siciliano ed italiano narrato nelle sue pagine offre tante riflessioni e sguardi sui cambiamenti sociali, sul ruolo della donna.
Duecento anni ci sono voluti, forse, per rendere le donne, ma anche gli uomini, liberi di poter seguire le proprie passioni, liberi di nascere maschi o femmine.
O forse no, quest'ultima affermazione non è vera.
Uno dei capitoli è intitolato proprio "auguri e figli maschi".
Quanto ho ritenuto offensivo e odioso quest'augurio che esclude la nascita delle donne dagli eventi lieti.
Ed ancora: i giudizi della gente, sempre spietati. Eccentrica viene definita la marchesa perché ama usare le sue mani per cucinare, fare giardinaggio e ricamare.
Gesti che possono aiutare, come in effetti accade nella storia, una persona a trovare sollievo, a sperimentarsi, ricavare soddisfazione, ed invece il mondo fuori non ha occupazioni proprie ed utili o costruttive se non restare a chiacchierare, spettegolare, criticare.

"La vita è come una treccia, ogni ciocca è importante e ha un significato. La prima è quella del dovere, che abbiamo tutti e che significa obbedienza;
la seconda è quella della roba – chi l'ha deve stare attento a non farsela arrubbare e chi non l'ha ha soltanto la fame nelle budella e la vulissi assai – e la terza è quella dell'amore.
E se una ha tutte e tre le ciocche belle forti, la treccia è bellissima e vive felice. Ma assai fimmine hanno la prima ciocca bella folta, mentre le altre due sono sottili. Se riescono a intrecciarsi la treccia bella non è, ma tiene, e la vita continua. Se invece la ciocca dell'amore addiventa troppo forte e quella del dovere è debole, la treccia non regge e si disfa: tre devono essere le ciocche, così è."
In questa estate ho scelto di parlarvi di libri, non testi di studio o per addetti al settore, ma titoli che possono influire positivamente sulla mente e sul corpo secondo la Biblioterapia.
Se vuoi leggere gli altri post segui il link libri e qui.
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