Scrivo poco sempre meno.
Leggo tanto, bevo più che altro i libri tutti di un fiato.
Cambiano i libri, li devi scoprire, devi capire da fuori quelli che vale la pena tuffarcisi dentro.
Non sai se la scelta, l'investimento di tempo sottratto ad un altro libro vale da fuori, così a volte mi trovo spiazzata, come sempre davanti a troppa scelta.
Tante cose non si possono capire senza davvero immergersi dentro. Musica, libri e persone.
Forse anche il cibo, a meno che non sia una patatina fritta, ma anche là, immagini come possa essere una volta addentata, ma può riservare sorprese piacevoli o spiacevoli, oltre che, semplicemente, mantenere le attese.
Scrivo poco dicevo, sento di aver detto già tanto.
Lascio ad altri guru copianti il gusto febbrile di essere in prima linea sempre.
Torno ai miei libri, e parlo poco, più per raccontare una scoperta o un pensiero, che per ossessione nell'essere parlante, sempre costantemente, per paura di scomparire.
Quest'inverno il dottore mi ha chiesto di leggere meno per lavoro, mi ha "prescritto" di tornare ai romanzi e togliere per quanto possibile dalla mia vita privata il resto sovrabbondante di un lavoro che non si placa mai. Onde di altri, scoperte, spiegazioni, teorie.
Così son rimasta solo con un testo, di cui ho riportato pezzi anche qui, meraviglioso, il libro dei Chakra di Anodea Judith, alla scoperta dell'anima e della storia di ciascuno di noi, di benessere della mente e del corpo, delle energie e dell'equilibrio.
Nella mia ricerca di salute anche fisica, quel libro è stato un frullato alla fragola, molto gustoso, da sorseggiare con calma.
Poi ci sono stati gli altri. Tanti, che per contarli e ricordarli ho un programma, perché li bevo tanto in fretta che solo rileggendo i titoli posso ricordarmi ciò che ci avevo trovato dentro, tra le pagine.
Mi accorgo che in un mese sono già quattro libri sul nazismo, sul periodo della guerra, sulle conseguenze che ha avuto poi, dai nostri nonni in poi, senza che le persone abbiano smesso di farle le guerre, di disprezzare la vita loro e degli altri.
Trovo che la memoria serva a comprendere la nostra storia, apprezzare il nostro presente e rendere migliore il nostro futuro.
Partendo da ciascuno come individuo, cioè da sé prima ancora che per gli altri, perché quel "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" includa il nostro di mondo.
Ogni libro magico a modo suo, noto di essere cambiata io, che di tedeschi non riuscivo a sentirne parlare senza essere dilaniata da un dolore insopportabile, e che queste storie rendono onore, e arricchiscono anche chi questa memoria non ce l'ha.
Chi vive la vita continuando a lamentarsi del caldo, del lavoro, del nulla e che palle quando hanno una vita dorata pagata da altri, criticando tutto ed accanendosi a lottare per distruggere l'altro e non per costruire qualcosa da sé.
Meglio se continuavo a non scrivere?
Ecco i titoli:
La ragazza che hai lasciato di Jojo Moyes, Il bambino di Noè di Eric-Emmanuel Schmitt, di Carla Sanchez Il profumo delle foglie di limone, Markus Zusak La bambina che salvava i libri.
Di questo ultimo per i più pigri c'è anche un film, che per ora non ho visto, per non fare confronti tra pagine e immagini.
Una particolarità, nella narrativa a tratti troppo semplice di un autore giovanissimo.
E' la morte che narra.
Scomodo? Fastidioso? Fantasioso?
Mi ha fatto pensare ad un altro libro che inizia proprio guardando alla fine ultima del nostro viaggio.
Se è vero che in certe professioni è una compagna assidua, presente, a tratti invadente, forse se ogni tanto smettessimo di far finta che non esiste affatto, forse smetteremmo di criticare, lamentare, non essere mai contenti e inizieremmo pure a darci da fare per conquistarla la felicità ed apprezzare quel tanto che abbiamo già.
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Leggo tanto, bevo più che altro i libri tutti di un fiato.
Cambiano i libri, li devi scoprire, devi capire da fuori quelli che vale la pena tuffarcisi dentro.
Non sai se la scelta, l'investimento di tempo sottratto ad un altro libro vale da fuori, così a volte mi trovo spiazzata, come sempre davanti a troppa scelta.
Tante cose non si possono capire senza davvero immergersi dentro. Musica, libri e persone.
Forse anche il cibo, a meno che non sia una patatina fritta, ma anche là, immagini come possa essere una volta addentata, ma può riservare sorprese piacevoli o spiacevoli, oltre che, semplicemente, mantenere le attese.
Scrivo poco dicevo, sento di aver detto già tanto.
Lascio ad altri guru copianti il gusto febbrile di essere in prima linea sempre.
Torno ai miei libri, e parlo poco, più per raccontare una scoperta o un pensiero, che per ossessione nell'essere parlante, sempre costantemente, per paura di scomparire.
Quest'inverno il dottore mi ha chiesto di leggere meno per lavoro, mi ha "prescritto" di tornare ai romanzi e togliere per quanto possibile dalla mia vita privata il resto sovrabbondante di un lavoro che non si placa mai. Onde di altri, scoperte, spiegazioni, teorie.
Così son rimasta solo con un testo, di cui ho riportato pezzi anche qui, meraviglioso, il libro dei Chakra di Anodea Judith, alla scoperta dell'anima e della storia di ciascuno di noi, di benessere della mente e del corpo, delle energie e dell'equilibrio.
Nella mia ricerca di salute anche fisica, quel libro è stato un frullato alla fragola, molto gustoso, da sorseggiare con calma.
Poi ci sono stati gli altri. Tanti, che per contarli e ricordarli ho un programma, perché li bevo tanto in fretta che solo rileggendo i titoli posso ricordarmi ciò che ci avevo trovato dentro, tra le pagine.
Mi accorgo che in un mese sono già quattro libri sul nazismo, sul periodo della guerra, sulle conseguenze che ha avuto poi, dai nostri nonni in poi, senza che le persone abbiano smesso di farle le guerre, di disprezzare la vita loro e degli altri.
Trovo che la memoria serva a comprendere la nostra storia, apprezzare il nostro presente e rendere migliore il nostro futuro.
Partendo da ciascuno come individuo, cioè da sé prima ancora che per gli altri, perché quel "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" includa il nostro di mondo.
Ogni libro magico a modo suo, noto di essere cambiata io, che di tedeschi non riuscivo a sentirne parlare senza essere dilaniata da un dolore insopportabile, e che queste storie rendono onore, e arricchiscono anche chi questa memoria non ce l'ha.
Chi vive la vita continuando a lamentarsi del caldo, del lavoro, del nulla e che palle quando hanno una vita dorata pagata da altri, criticando tutto ed accanendosi a lottare per distruggere l'altro e non per costruire qualcosa da sé.
Meglio se continuavo a non scrivere?
Ecco i titoli:
La ragazza che hai lasciato di Jojo Moyes, Il bambino di Noè di Eric-Emmanuel Schmitt, di Carla Sanchez Il profumo delle foglie di limone, Markus Zusak La bambina che salvava i libri.
Di questo ultimo per i più pigri c'è anche un film, che per ora non ho visto, per non fare confronti tra pagine e immagini.
Una particolarità, nella narrativa a tratti troppo semplice di un autore giovanissimo.
E' la morte che narra.
Scomodo? Fastidioso? Fantasioso?
Mi ha fatto pensare ad un altro libro che inizia proprio guardando alla fine ultima del nostro viaggio.
Se è vero che in certe professioni è una compagna assidua, presente, a tratti invadente, forse se ogni tanto smettessimo di far finta che non esiste affatto, forse smetteremmo di criticare, lamentare, non essere mai contenti e inizieremmo pure a darci da fare per conquistarla la felicità ed apprezzare quel tanto che abbiamo già.
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Te voglio bene assai, Paolè.
RispondiEliminaAngie
un grazie enormemente grato e sorridente a te, Angie
RispondiEliminaGrazie Paola! Ho preso nota dei titoli dei libri che hai letto, anche per me i libri sono vita. Sei una persona generosa. Ti abbraccio. Rosa
RispondiEliminaGrazie Paola per i libri che condividi con noi. Anche per me i libri sono vita e arricchimento. Ti abbraccio. Rosa
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