Per quanto logorroici siamo, la quantità di parole che emettiamo fuori di noi sembra poca cosa rispetto a quanto il discorso continui dentro.
Il dialogo interno batte, come un picchio nel legno, come una goccia sulla pietra e scava.
Di solito non ci rendiamo conto del male che ci facciamo parlandoci male.
Di quanto deprimiamo il nostro umore e l'autostima.
Stupida/o mi sembra sia in alto in classifica.
Facciamo a noi stessi come quei genitori che se il figlio/a si fa male, promettono di dar loro il resto.
Esempio.
In fila ad uno sportello, un ragazzo - beh, della mia età , sbircia il libro che leggo e mi chiede:
"Einstein? che cosa combina di nuovo?"
Ed io: "Niente, è sempre morto".
Mi sarei sbellicata per quella risposta, ma ecco che le ancelle interiori hanno cominciato la nenia:
"L'hai zittito quel poverello, magari provava solo a fare conversazione" dice quella che tutto il mondo è buono, ma tu sei cattiva.
" see, figurati se ci stava provando" dice quella che ormai si sente vecchia;
"Chissà che avrà pensato" interviene la voce sempre preoccupata dei cosa pensano gli altri di noi, molto di più di quello che pensiamo noi di noi.
" A me la battuta non fa proprio ridere", la musona che deve rovinare i momenti di leggera spontaneità .
Poi hanno finito, perché era una battuta, però è durata un secondo mentre dentro pareva una riunione condominiale.
Figuriamoci il casino che avrebbero fatto per qualcosa di più importante.
Un martello infinito.
Quando noi siamo persecutori con noi stessi, di solito lo siamo pure con gli altri, e ci attiriamo coloro che lo sono con noi.
Quindi, quando poco poco le vocine, stranamente sono in silenzio congiunto, ecco che spunta qualcuno che ti fa notare i tuoi errori imperdonabili.
(infatti chissà che direte voi che leggete, è un modo per scoprire la vostra vocina se è una persecutrice, una salvatrice o una vittima e quanto agisce in automatico)
Pesante restare a sentire quelle tante voci, dentro fuori, durante e dopo.
Allora pensa un modo tuo per modificarne il peso, il volume, l'intensità , la frequenza.
E se ti va, condividi le tue idee nei commenti.
Il dialogo interno batte, come un picchio nel legno, come una goccia sulla pietra e scava.
Di solito non ci rendiamo conto del male che ci facciamo parlandoci male.
Di quanto deprimiamo il nostro umore e l'autostima.
Stupida/o mi sembra sia in alto in classifica.
Facciamo a noi stessi come quei genitori che se il figlio/a si fa male, promettono di dar loro il resto.
Esempio.
In fila ad uno sportello, un ragazzo - beh, della mia età , sbircia il libro che leggo e mi chiede:
"Einstein? che cosa combina di nuovo?"
Ed io: "Niente, è sempre morto".
Mi sarei sbellicata per quella risposta, ma ecco che le ancelle interiori hanno cominciato la nenia:
"L'hai zittito quel poverello, magari provava solo a fare conversazione" dice quella che tutto il mondo è buono, ma tu sei cattiva.
" see, figurati se ci stava provando" dice quella che ormai si sente vecchia;
"Chissà che avrà pensato" interviene la voce sempre preoccupata dei cosa pensano gli altri di noi, molto di più di quello che pensiamo noi di noi.
" A me la battuta non fa proprio ridere", la musona che deve rovinare i momenti di leggera spontaneità .
Poi hanno finito, perché era una battuta, però è durata un secondo mentre dentro pareva una riunione condominiale.
Figuriamoci il casino che avrebbero fatto per qualcosa di più importante.
Un martello infinito.
Quando noi siamo persecutori con noi stessi, di solito lo siamo pure con gli altri, e ci attiriamo coloro che lo sono con noi.
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(infatti chissà che direte voi che leggete, è un modo per scoprire la vostra vocina se è una persecutrice, una salvatrice o una vittima e quanto agisce in automatico)
Pesante restare a sentire quelle tante voci, dentro fuori, durante e dopo.
Allora pensa un modo tuo per modificarne il peso, il volume, l'intensità , la frequenza.
E se ti va, condividi le tue idee nei commenti.