L'iniziativa "Il counseling raccontato da voi" si è conclusa qualche giorno fa.
E' stato bello condividere entusiasmo, idee e partecipazione.
Molti i motivi per averla proposta, creare rete, fare chiarezza, esporsi come testimoni di una professione.
Tante scoperte impreviste, alcune nutrienti, altre meno.
Voglio soffermarmi su quello che è stato positivo, sulle persone che hanno accolto l'invito come opportunità e non come diritto acquisito.
Sulle riflessioni, per me che ho ricevuto le frasi e per i tanti che hanno condiviso anche il processo.
Per alcuni il counseling è una scelta etica, di vita oltre che di professione, uno spazio talmente privato e sacro da voler essere difeso più che comunicato all'esterno.
Per altri sono metafore di soluzione, luce, mani da prendere, occhiali da cambiare o pulire.
Per alcuni - purtroppo- ancora confusione.
Il che rafforza la necessità per le scuole e le associazioni di mostrare la via, solcare, ribadire allo sfinimento anche cosa non è il counseling.
Che non è terapia o cura.
Ma ha una ricchezza e potenzialità , una possibilità di incidere nella qualità della vita aziendale, scolastica, imprenditoriale, genitoriale.
I significati, gli utilizzi, le opportunità di azione sono infinite.
Non abbiamo necessità di usare parole di altri, di ammiccare ad altro, perché quello che offriamo è già tanto ricco.
Tanto ricco da far gola a chi si è accorto che l'ambito del benessere era stato lasciato vuoto per correre troppi anni unicamente dietro alla patologia.
Anche noi counselor abbiamo dei precisi doveri.
Formazione continua, supervisione.
In breve continuiamo ad arricchirci come professionisti e persone, a essere congruenti, a promettere ciò che possiamo mantenere, a prendere carichi ed incarichi proporzionali al nostro bagaglio personale e professionale.
La crescita è continua.
Non è un punto di arrivo, ma una scoperta quotidiana, un impegno, una responsabilità , un piacere per noi stessi prima ancora che con e per gli altri.
sulla pagina facebook le foto singole inviate da voi.
E' stato bello condividere entusiasmo, idee e partecipazione.
Molti i motivi per averla proposta, creare rete, fare chiarezza, esporsi come testimoni di una professione.
Tante scoperte impreviste, alcune nutrienti, altre meno.

Sulle riflessioni, per me che ho ricevuto le frasi e per i tanti che hanno condiviso anche il processo.
Per alcuni il counseling è una scelta etica, di vita oltre che di professione, uno spazio talmente privato e sacro da voler essere difeso più che comunicato all'esterno.

Per alcuni - purtroppo- ancora confusione.
Il che rafforza la necessità per le scuole e le associazioni di mostrare la via, solcare, ribadire allo sfinimento anche cosa non è il counseling.
Che non è terapia o cura.
Ma ha una ricchezza e potenzialità , una possibilità di incidere nella qualità della vita aziendale, scolastica, imprenditoriale, genitoriale.
I significati, gli utilizzi, le opportunità di azione sono infinite.
Non abbiamo necessità di usare parole di altri, di ammiccare ad altro, perché quello che offriamo è già tanto ricco.
Tanto ricco da far gola a chi si è accorto che l'ambito del benessere era stato lasciato vuoto per correre troppi anni unicamente dietro alla patologia.
Formazione continua, supervisione.
In breve continuiamo ad arricchirci come professionisti e persone, a essere congruenti, a promettere ciò che possiamo mantenere, a prendere carichi ed incarichi proporzionali al nostro bagaglio personale e professionale.
La crescita è continua.
Non è un punto di arrivo, ma una scoperta quotidiana, un impegno, una responsabilità , un piacere per noi stessi prima ancora che con e per gli altri.
sulla pagina facebook le foto singole inviate da voi.
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