
Attraverso l'ascolto di un antico violoncello nella stessa stanza con noi.
Sentirlo vibrare, dentro la pelle.
Nessun bisogno di saper dipingere, ma solo saper ascoltare.
Spesso cerco di raccontare come un laboratorio di Pittura riesce ad influire in molte aree della nostra vita, sulla nostra autostima, sul senso di relazione, di possibilità, di disponibilità e di apertura.
Oggi lascio le parole a Sarah.
Il contatto che cercavo finalmente è arrivato.
Ci sono giunta in punta di piedi.
Non è semplice per me. Ogni volta ci vuole molto tempo. Il mio tempo.
Mi sono calmata, mi sono sintonizzata, ho trovato le frequenze e finalmente è arrivata la creazione.
Le note del violoncello di Claudia mi hanno accompagnata.
Io che quando creo (soprattutto in scrittura) mi isolo, non esiste più nessuno attorno a me.
Invece questa volta la musica ha fatto da ponte tra me e gli altri.
La musica da sempre mia alleata nelle attività.
Nonostante l’ alternanza delle note gravi dell’ ansia e acute del lasciarsi andare.
Il mio quadro è arrivato quando mi sono abbandonata, quando mi sono lasciata andare, quando non ho più controllato me stessa, quella me stessa che non vuole fallire.
Le dita si mescolano ai colori blu e viola, alla morbidezza soffice della schiuma da barba, ed io entro in contatto con il tutto facendolo con tatto!
Il violoncello mi fa dimenticare le mie paure, il giudizio, le critiche, le delusioni di questa settimana. Sono in pace tra il vortice blu/viola e il verde della serenità.
Cosa posso dire, mi sento musica, mi sento nota, mi sento più sicura!
Infondo le corde del violoncello vibrano per produrre un suono.
Allora credo che anche io vibro quando produco.
Forse non uscirà uno spartito, ma tante emozioni per entrare in contatto con tutti.
Sarah
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