Come sei precisina tu.
Cliente, paziente, che differenza c'è?
E no, la differenza c'è eccome.
I counselor e chiunque si occupi di comunicazione, sa quanto la comunicazione può migliorare i rapporti tra le persone, nelle famiglie e nelle aziende.
(Se vi va, leggete qui: per Watzlawick la comunicazione errata è causa di nevrosi e patologie)
Quindi essere precisi con le parole ha senso, eccome.
Così come tengo a precisare sempre che NON faccio TERAPIA.
Per le persone che - giustamente- chiedono perché definire il counseling attraverso cosa NON è, rispondo:
è necessario farlo, e ripeterlo perché ci sono i soliti furbetti del quartierino, gente che aggiunge competenze che non ha guadagnato, come bollini da collezionare sul biglietto da visita, che si riempie la bocca di termini che sono di altre professioni, per farsi belli, o per usare comode scorciatoie.
Con il counseling sono un cliente che accede ad un servizio, in un momento della vita di temporanea difficoltà, in un area circoscritta, dove posso impegnarmi come adulto, con qualità e potenzialità, a superare le difficoltà che sto sperimentando con l'aiuto di un professionista dell'ascolto.
Con la terapia sono paziente, con ferite da guarire.
Presento una significativa difficoltà e/o patologia, per la quale è necessario l'intervento di un professionista adeguatamente preparato per intervenire e modificare, guarire.
Ma ancora oggi c'è chi vuole medicalizzare tutto, ignorando che ci sono aree dove ognuno è funzionante, senza dover essere per forza patologico.
Queste persone che dicono che tutto va tolto da chi si occupa di benessere, di fatto rinforza una visione che è storicamente connaturata all'Italia, medicalizzata e patologizzante dell'intervento psicologico.
Perciò da una parte si afferma: noi vogliamo e siamo in grado di lavorare sul benessere (mentre voi counselor no, perché di patologia non ne sapete nulla!).
Perché il nostro percorso è diverso dal nostro, dimenticando che per i counselors il percorso di crescita personale è obbligatorio, e che certe cose non si possono studiare solo sui libri.
Chiudo parafrasando un antico signore barbuto, tale Aristotele, il quale diceva
" Chi si accinge a diventare un buon capo, deve prima essere stato sotto un capo".
Chiunque voglia essere un buon counselor psi etc. deve essere stato prima (ed anche durante) sotto un buon counselor e psi.
La crescita non si prescrive agli altri.
Cliente, paziente, che differenza c'è?
E no, la differenza c'è eccome.
I counselor e chiunque si occupi di comunicazione, sa quanto la comunicazione può migliorare i rapporti tra le persone, nelle famiglie e nelle aziende.
(Se vi va, leggete qui: per Watzlawick la comunicazione errata è causa di nevrosi e patologie)
Quindi essere precisi con le parole ha senso, eccome.
Così come tengo a precisare sempre che NON faccio TERAPIA.
Per le persone che - giustamente- chiedono perché definire il counseling attraverso cosa NON è, rispondo:
è necessario farlo, e ripeterlo perché ci sono i soliti furbetti del quartierino, gente che aggiunge competenze che non ha guadagnato, come bollini da collezionare sul biglietto da visita, che si riempie la bocca di termini che sono di altre professioni, per farsi belli, o per usare comode scorciatoie.
Con il counseling sono un cliente che accede ad un servizio, in un momento della vita di temporanea difficoltà, in un area circoscritta, dove posso impegnarmi come adulto, con qualità e potenzialità, a superare le difficoltà che sto sperimentando con l'aiuto di un professionista dell'ascolto.
Con la terapia sono paziente, con ferite da guarire.
Presento una significativa difficoltà e/o patologia, per la quale è necessario l'intervento di un professionista adeguatamente preparato per intervenire e modificare, guarire.
Ma ancora oggi c'è chi vuole medicalizzare tutto, ignorando che ci sono aree dove ognuno è funzionante, senza dover essere per forza patologico.
Queste persone che dicono che tutto va tolto da chi si occupa di benessere, di fatto rinforza una visione che è storicamente connaturata all'Italia, medicalizzata e patologizzante dell'intervento psicologico.
Perciò da una parte si afferma: noi vogliamo e siamo in grado di lavorare sul benessere (mentre voi counselor no, perché di patologia non ne sapete nulla!).
Perché il nostro percorso è diverso dal nostro, dimenticando che per i counselors il percorso di crescita personale è obbligatorio, e che certe cose non si possono studiare solo sui libri.
Chiudo parafrasando un antico signore barbuto, tale Aristotele, il quale diceva
" Chi si accinge a diventare un buon capo, deve prima essere stato sotto un capo".
Chiunque voglia essere un buon counselor psi etc. deve essere stato prima (ed anche durante) sotto un buon counselor e psi.
La crescita non si prescrive agli altri.
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