I laboratori accadono. Cioè, ci metto tanto per farli accadere, in verità .
Per accogliere e creare sempre un contenitore nuovo e significativo per ogni partecipante.
Il gruppo cresce, si modifica di volta in volta
entrate ed uscite. Conferme e novità .
Rapporti che diventano più solidi, appuntamenti con se e con l'altro.
Altro che diventa specchio di bellezze e difficoltà , che ci consente di fare pezzetti di strada significativi, come:
non devo fare tutto da sola
oppure
posso essere io, semplicemente anche non perfetta.
Sono conquiste che arrivano, neanche cercate.
Tra un pennarello e un gessetto, tra il trovarsi un foglio bianco da riempire, inventare, cambiare e scambiare.
C'è il confronto con gli altri che scatta, le voci interne persecutorie da silenziare.
La conduttrice che inciampa nel chiudere una finestra mentre fuori piove.
Ma tutto fluisce e va bene così.
Nonostante le imperfezioni, nell'accettazione di esse.
nonostante dolori e lacrime, ricordi, rimpianti e vuoti.
Si guarda ai pieni tra noi, sempre più focalizzate su qualità e cose che possiamo cambiare piuttosto che sulle mancanze.
Accolgo sapendo già che questo incontro finirà . Forse ce ne sarà ancora un altro, forse no.
Forse ci rivedremo tra un mese, forse tra due.
Intanto i colori e questi istanti insieme ci sono entrati nel sangue, in circolo, e ci fanno bene, e sentiamo di volerli rinnovare, perché ci rinnovano.
I colori ci tengono insieme e le forme pure.
Gli abbracci durano pochi secondi in più perché c'è uno scambio, un sentire, un fluire, un dirsi tra le braccia: sei importante per me.
Un senso nuovo e profondo del mio valore e del valore dell'incontro.
Per accogliere e creare sempre un contenitore nuovo e significativo per ogni partecipante.
Il gruppo cresce, si modifica di volta in volta
entrate ed uscite. Conferme e novità .
Rapporti che diventano più solidi, appuntamenti con se e con l'altro.
Altro che diventa specchio di bellezze e difficoltà , che ci consente di fare pezzetti di strada significativi, come:
non devo fare tutto da sola
oppure
posso essere io, semplicemente anche non perfetta.
Sono conquiste che arrivano, neanche cercate.
Tra un pennarello e un gessetto, tra il trovarsi un foglio bianco da riempire, inventare, cambiare e scambiare.
C'è il confronto con gli altri che scatta, le voci interne persecutorie da silenziare.
La conduttrice che inciampa nel chiudere una finestra mentre fuori piove.

Nonostante le imperfezioni, nell'accettazione di esse.
nonostante dolori e lacrime, ricordi, rimpianti e vuoti.
Si guarda ai pieni tra noi, sempre più focalizzate su qualità e cose che possiamo cambiare piuttosto che sulle mancanze.
Accolgo sapendo già che questo incontro finirà . Forse ce ne sarà ancora un altro, forse no.
Forse ci rivedremo tra un mese, forse tra due.
Intanto i colori e questi istanti insieme ci sono entrati nel sangue, in circolo, e ci fanno bene, e sentiamo di volerli rinnovare, perché ci rinnovano.
I colori ci tengono insieme e le forme pure.
Gli abbracci durano pochi secondi in più perché c'è uno scambio, un sentire, un fluire, un dirsi tra le braccia: sei importante per me.
Un senso nuovo e profondo del mio valore e del valore dell'incontro.
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