Dottore mi dia qualcosa per l'ansia.
Facile (?) prendere una penna e scrivere su un foglio un nome, inviare, ubbidire, seguire la strada che il paziente ha chiesto.
So anche io quanto è imbarazzante e occorre scegliere le parole giuste per dire ad una persona di andare a parlare da un professionista (come sempre perdonate, davanti al benessere o al malessere delle persone se non sto a guardare le differenze tra le categorie, ma piuttosto le similitudini nella possibilità di aiutare).
Prende tempo, ci si scontra con le resistenze.
Voglio una pasticca che spenga il male nell'anima, nel cervello, l'ossessione, la dipendenza, l'amore non corrisposto, il cibo che mangio senza fame, gli amici che non riesco a sentire vicini, la famiglia di cui non mi sento parte.
Allora una persona si spoglia dalla sua possibilità e responsabilità nello stare bene, e chiede ad un altro, un medico, di risolvergli la questione.
Mi dia qualcosa per l'ansia, conclude.
Come se l'ansia (la tristezza, la paura, il tradimento, il peso, l'inadeguatezza, etc) potesse essere spenta, come un interruttore.
Mentre andrebbe ascoltata, e lasciata scorrere, non reinserita dentro, ricacciata in fondo e più giù.
Siamo così tanto affezionati al nostro orgoglio, all'immagine di noi forte e invincibile, perfetta con i figli e i partner, che una pillola può andare ma l'aiuto professionale, quando mai?
Io non ne ho bisogno.
Neanche provare, neanche un pomeriggio con le mani nei colori, ad andare incontro alla propria anima, alla parte di se che ha bisogno di amore ed accettazione e di essere ascoltata, non giudicata o negata e rinchiusa di nuovo in fondo silenziosa.
Ciò che facciamo a noi, lo rifacciamo ai nostri figli. Siamo aggressivi, arrabbiati, non apertamente, no.
Non consapevolmente.
Ma il tono della voce è accusatorio, lo spazio è disponibile solo per chi fa il bravo bambino o la brava bambina.
Non hai sentito cosa ti sta dicendo mamma? Mamma te lo dice perché ti vuole bene.
e se tu continui ti da due pizze in faccia perché ti vuole bene.
Aprire gli occhi e le orecchie davanti a noi stessi ha un prezzo, certo.
Lasciamo che lo paghino solo i grandi, eh?
E che tutti, grandi e bambini, te stesso, te stessa e le persone che ami beneficino dei vantaggi che ne conseguono.
Stare bene si può.
Stare bene si deve.
Facile (?) prendere una penna e scrivere su un foglio un nome, inviare, ubbidire, seguire la strada che il paziente ha chiesto.
So anche io quanto è imbarazzante e occorre scegliere le parole giuste per dire ad una persona di andare a parlare da un professionista (come sempre perdonate, davanti al benessere o al malessere delle persone se non sto a guardare le differenze tra le categorie, ma piuttosto le similitudini nella possibilità di aiutare).
Prende tempo, ci si scontra con le resistenze.
Voglio una pasticca che spenga il male nell'anima, nel cervello, l'ossessione, la dipendenza, l'amore non corrisposto, il cibo che mangio senza fame, gli amici che non riesco a sentire vicini, la famiglia di cui non mi sento parte.
Allora una persona si spoglia dalla sua possibilità e responsabilità nello stare bene, e chiede ad un altro, un medico, di risolvergli la questione.
Mi dia qualcosa per l'ansia, conclude.
Come se l'ansia (la tristezza, la paura, il tradimento, il peso, l'inadeguatezza, etc) potesse essere spenta, come un interruttore.
Mentre andrebbe ascoltata, e lasciata scorrere, non reinserita dentro, ricacciata in fondo e più giù.
Siamo così tanto affezionati al nostro orgoglio, all'immagine di noi forte e invincibile, perfetta con i figli e i partner, che una pillola può andare ma l'aiuto professionale, quando mai?
Io non ne ho bisogno.
Neanche provare, neanche un pomeriggio con le mani nei colori, ad andare incontro alla propria anima, alla parte di se che ha bisogno di amore ed accettazione e di essere ascoltata, non giudicata o negata e rinchiusa di nuovo in fondo silenziosa.
Ciò che facciamo a noi, lo rifacciamo ai nostri figli. Siamo aggressivi, arrabbiati, non apertamente, no.
Non consapevolmente.
Ma il tono della voce è accusatorio, lo spazio è disponibile solo per chi fa il bravo bambino o la brava bambina.
Non hai sentito cosa ti sta dicendo mamma? Mamma te lo dice perché ti vuole bene.
e se tu continui ti da due pizze in faccia perché ti vuole bene.
Aprire gli occhi e le orecchie davanti a noi stessi ha un prezzo, certo.
Lasciamo che lo paghino solo i grandi, eh?
E che tutti, grandi e bambini, te stesso, te stessa e le persone che ami beneficino dei vantaggi che ne conseguono.
Stare bene si può.
Stare bene si deve.
ciao Paola, ma come si può decidere solo di stare bene? come si fa a "doverlo"? ogni mattina, mi alzo e mi impongo di scacciare i pensieri legati alla mia solitudine, quella dovuta ad un amore purtroppo non corrisposto e a molte altre cose che non vanno come vorrei, nonostante gli sforzi (una laurea che per vari motivi ho dovuto rimandare di sei lunghi mesi)..a volte la vorrei una pasticca che mi spegnesse, così, on-off per bypassare tutti i pensieri e le delusioni.
RispondiEliminacome sempre, ti ringrazio delle tue stupende parole.
Alessandra
Alessandra,
RispondiEliminasi deve perchè la vita è nostra, unica. siamo noi che soffriamo. siamo noi che stiamo bene.
io decido di voler star bene, facendo tutto ciò che posso per esserlo.
e se non riesco da sola, chiedo aiuto.
che non è una colpa, non è una debolezza. E' una possibilità, una strada (non una scappatoia).
di rialzarmi, e di appoggiarmi per un pò, e poi poter finalmente ricominciare a vivere la mia vita pienamente.
e i pensieri cattivi verranno, e quelli tristi pure. ma dureranno meno tempo ed avrò e riconoscerò ed utilizzerò i miei personali strumenti per vivere il più felice che posso.
un abbraccio
Paola
Ciao Paola,
RispondiEliminami chiamo Roberto Tartaglia, giornalista e scrittore con Sindrome di Tourette.
Trovo molto interessante questo tuo articolo. Anche io ho affrontato questo tema, ma da un altro punto di vista.
Riporto il link all'articolo, spero possa essere di interesse: http://www.robertotartaglia.com/cosa-mi-ha-insegnato-la-tourette-demolire-la-voglia-del-tutto-e-subito/
Ancora complimenti.
RT
Ciao Roberto
RispondiEliminasono stata nel tuo blog e ricambio i complimenti.
e ti dico anche qui un grande GRAZIE per la tua testimonianza!