Abbiamo imparato prima a disegnare e poi a scrivere e leggere.
Poi lo abbiamo dimenticato.
Abbiamo dimenticato come farlo. Senza precisione, senza pretese, per semplice gusto.
Per quel piacere infinito nel sentire la matita o il pennarello che scorre sul foglio e crea una forma, una linea, un segno, che prima non c'era.
Senza ripensamenti, senza obblighi.
Quei disegni oggi ci vergogniamo a farli.
Nonostante proprio Picasso ha detto:
ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.
Sabato scorso abbiamo ripreso matite e gessetti, pennarelli e colle colorate ed abbiamo disegnato i nostri sogni, le risorse che abbiamo per raggiungerli, le paure ci trattengono.
Dove siamo ora e dove vogliamo arrivare, come festeggeremo.
Il messaggio veicolato da un disegno è totalmente evidente, chiaro, lampante, non va interpretato.
E' lì che parla.
(Per questo motivo, rispetto ad altri Lab ho sentito necessario rispettare quei disegni così personali, e ho fatto poche, pochissime foto.)
E' un messaggio che chiarisce la mente quando cerchiamo una strada, una risposta.
Non c'è alcun bisogno di "saper disegnare".
I messaggi che arrivano dai disegni restano nella memoria impressi, a ricordarci cosa avevamo scoperto, cosa ci eravamo promessi, dove saremmo voluti andare e dove ce lo siamo impediti.
Cosa ci serve, cosa è meglio fare.
Allora, se hai una domanda per la tua vita in questo momento, ponitela, nel modo più chiaro possibile, poi prendi una matita e lasciala scorrere a trovare la risposta.
Personalmente inizierei proprio da "dove mi trovo adesso".
Spesso infatti non ci accorgiamo delle conquiste realizzate, di quanto stiamo bene dove stiamo, o comunque per andare dove vogliamo andare, è essenziale comprendere il punto di partenza.
Come dare le informazioni al navigatore.
Quando la nostra mente continua a fare giri ed avvitarsi, una matita chiarisce in pochi, semplici, tratti.
Questi alcuni dei punti di partenza dei partecipanti alla "Vie en Rose".
E tu, vuoi partecipare al prossimo?
Poi lo abbiamo dimenticato.
Abbiamo dimenticato come farlo. Senza precisione, senza pretese, per semplice gusto.
Per quel piacere infinito nel sentire la matita o il pennarello che scorre sul foglio e crea una forma, una linea, un segno, che prima non c'era.
Senza ripensamenti, senza obblighi.
Quei disegni oggi ci vergogniamo a farli.
Nonostante proprio Picasso ha detto:
ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.
Sabato scorso abbiamo ripreso matite e gessetti, pennarelli e colle colorate ed abbiamo disegnato i nostri sogni, le risorse che abbiamo per raggiungerli, le paure ci trattengono.
Dove siamo ora e dove vogliamo arrivare, come festeggeremo.
Il messaggio veicolato da un disegno è totalmente evidente, chiaro, lampante, non va interpretato.
E' lì che parla.
(Per questo motivo, rispetto ad altri Lab ho sentito necessario rispettare quei disegni così personali, e ho fatto poche, pochissime foto.)
E' un messaggio che chiarisce la mente quando cerchiamo una strada, una risposta.
Non c'è alcun bisogno di "saper disegnare".
I messaggi che arrivano dai disegni restano nella memoria impressi, a ricordarci cosa avevamo scoperto, cosa ci eravamo promessi, dove saremmo voluti andare e dove ce lo siamo impediti.
Cosa ci serve, cosa è meglio fare.
Allora, se hai una domanda per la tua vita in questo momento, ponitela, nel modo più chiaro possibile, poi prendi una matita e lasciala scorrere a trovare la risposta.
Personalmente inizierei proprio da "dove mi trovo adesso".
Spesso infatti non ci accorgiamo delle conquiste realizzate, di quanto stiamo bene dove stiamo, o comunque per andare dove vogliamo andare, è essenziale comprendere il punto di partenza.
Come dare le informazioni al navigatore.
Quando la nostra mente continua a fare giri ed avvitarsi, una matita chiarisce in pochi, semplici, tratti.
E tu, vuoi partecipare al prossimo?
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