Ho cercato di raccontare spesso cosa succede in un laboratorio Good ARTernoon©, oggi lascio farlo a una partecipante con le sue parole e la colonna sonora che ha scelto perchĂ©, ha detto, è stata simile al viaggio che ho scritto per loro.
I felt the earth beneath my feet
Sat by the river and it made me complete
Oh simple thing where have you gone
I'm getting old and I need something to rely on
So tell me when you're gonna let me in
I'm getting tired and I need somewhere to begin
Le cose capitano, lo sto capendo sempre piĂą.
Le cose vanno così perché è così che funziona.
La vita è un dolce flusso, un fiume che scorre.
Il fiume va, scorre, si gonfia, si modella, si ingrossa, può esondare, si modella al sentiero che batte per scivolare giù, trasformandosi in una cascata energica, per raggiungere il mare!
A volte si controlla, e a volte si lascia andare al vento che soffia che spazza via le nuvole con un battito di ali.
Oggi mi sono lasciata andare, ho detto sì al mio essere spontaneo.
Mi sono aperta mi sono lasciata trasportare al risveglio lento e profumato della primavera.
Ho sempre pensato che io fossi simbolicamente, un fiore.
Un fiore da curare, da annaffiare, da coccolare. Solo così può crescere e sbocciare a pieno.
Dando sfogo a tutte le sue particolaritĂ .
Sì perché i fiori non sono tutti uguali.
Ognuno ha il suo tempo, ognuno ha bisogno di cure diverse, i fiori sono magici, hanno dei poteri immensi.
Sanno raccontarti storie mai sentite prima.
La loro storia, ognuna ne ha una, unica e irripetibile.
Oggi sono stata in compagnia di molti fiori.
Tutti bellissimi! Tutti diversi e unici.
Alcuni hanno riso, alcuni hanno lasciato cadere dai petali una dolce rugiada.
Una rugiada salvifica, purificatrice! Altri hanno assaporato la calma e l’ armonia della condivisione.
Ma tutti erano lì nel momento presente, assaporando il calore di una luce rigenerante.
I pensieri erano forti, l’ energia era frizzante, come l’ aria del mattino in mezzo alla natura.
Io sono un fiore neonato che ha ancora tanto bisogno di nutrirsi.
A volte tende le foglie verso altri, per creare un legame.
Ma spesso viene visto come invadente. E allora mi ritiro, mi ritiro nel mio mondo. Speranzosa di poter dare una svolta, di poter avere uno sguardo verso un mondo nuovo, creare opportunitĂ e occasioni di crescita interiore.
E’ primavera quindi è tempo di rinascere, di svegliarsi, di dire sono forte, sono capace, so amare, sono qui, eccomi, non rifiutarmi.
Ma tutto questo accadrà in punta di piedi, esattamente quando il tempo Kairos del Carpe diem deciderà che sì è il momento.
Come quando l’ape si posa su un fiore per nutrirsi.
Io oggi mi sono nutrita di parole di condivisione e di due abbracci e della comprensione e fiducia.
E’ così che funziona la vita! Tutto accade, quando meno te lo aspetti!
La tristezza diceva Gibran non è altro che un muro tra due giardini, perciò impariamo a sorridere di più, allarghiamo i petali alla vita, per un nuovo inizio.
Da dove comincio io? Dal ciliegio di Pablito Neruda, che domande!?;)
Un grande applauso al Gruppo che ha condiviso!
Sarah
“Cogli la rosa quando è il momento” Walt Whitman.