Una moderna forma di dipendenza è la internet-dipendenza, retomania o anche Internet Addiction Disorder
(I.A.D.).
Tre categorie di elementi contribuiscono all'insorgere della Sindrome – anche se non tutti contemporaneamente presenti (Cantelmi T . e al. , 2000; Pravettoni G., Beria A., Guberti S. , 2004).
1. Le psicopatologie predisponenti
2. I comportamenti a rischio
3. Le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete.
1.Le psicopatologie predisponenti
le Dipendenze dalla Rete si aggiungono spesso in persone con precaria stabilità emotiva o in cui sono già presenti altri disturbi quali, ad esempio, depressione, disturbi bipolari o ossessivi-compulsivi.
In questi casi il ricorso ad Internet sarebbe un tentativo di compensare le difficoltà relazionali reali, ricercando nella rete amici o relazioni sentimentali attraverso una via più veloce che consente di superare quelle insicurezze amplificate dalle quotidiane relazioni faccia a faccia.
Tutte le persone con certi tipi di disagio dovrebbero moderare l'utilizzo di Internet e riflettere (o essere guidate a riflettere) che la rete non mette in relazione, ma illude di essere in grado di relazionarsi e sulla necessità di comunicare imparando a farlo realmente, piuttosto che accontentandosi di compromessi.
2.I comportamenti a rischio
La Rete con le sue infinite potenzialità e opportunità di informarsi, conoscere e confrontarsi, risponde molto bene ai bisogni anche di persone che non hanno mai avvertito alcun disturbo psicologico, non sono esenti tuttavia dalla possibilità di divenire vittime dei propri stessi bisogni, attraverso dei comportamenti rischiosi di eccessivo consumo, talvolta associati ad una complementare riduzione delle esperienze di vita e di relazione reali.
L'abuso nell'utilizzo delle informazioni disponibili in rete, infatti, può portare ad un sovraccarico cognitivo che satura il cervello, riducendo l'attenzione razionale; contemporaneamente il conseguente isolamento sociale sostiene il ricorso ad Internet per cercare occasioni di socializzazione virtuale che possono sconvolgere i delicati equilibri dell'identità, creando la possibilità di sperimentare ruoli e parti del Sé altrimenti non sperimentabili nella vita reale che, tuttavia, accrescono il numero di ore trascorso on-line, fino a trascorrrere on line giornate intere, rinunciando a salutari e reali esperienze di vita.
Alla base di un ricorso frequente alla Rete da parte di alcune persone che non mostrano segni psichiatrici è stata riscontrata spesso una tendenza comportamentale definita solipsismo telematico, ossia la propensione ad eleggere il web come luogo di rifugio in cui appartarsi per trovare sollievo da problemi quotidiani.
3.Le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete quali la capacità di indurre sensazioni di onnipotenza, vincere le distanze e il tempo, o cambiare perfino identità e personalità.
Caratteristica costante di ogni Dipendenza da Internet è la capacità della rete di rispondere (o illudere di rispondere) a molti bisogni umani, consentendo di sperimentare dei vissuti importanti per la costruzione del Sé e di vivere delle emozioni sentendosi protetti.
Internet, infatti, annulla lo spazio e consente ciò che nella realtà non si può realizzare o che si può fare in molto tempo, viaggiando per ore ed interagendo più lentamente e spesso in strutture diadiche o in piccoli gruppi. Le chat, invece, abbattono le frontiere e consentono di parlare con gruppi numerosi in stanze che la realtà difficilmente rende disponibili, consentendo spesso discorsi paralleli, solo virtualmente possibili. Inoltre, le community più stabili creano, più o meno vere, sensazioni di appartenenza, rispondendo ad un grande bisogno umano e consentendo di esercitare quella che è stata definita la moratoria psico-sociale, ossia l'allenamento ai ruoli e alle interazioni che sospende le conseguenze e quindi le responsabilità, le scelte e i vincoli definitivi.
Nelle stanze virtuali si può sperimentare la propria identità in tutte le sue sfumature, cambiando età, professione e perfino sesso di appartenenza, ascoltando le reazioni degli altri e maturando convinzioni, attraverso il confronto con altre personalità più o meno reali. I rischi di far emergere e di soddisfare i bisogni più profondi e inconsapevoli: si sperimentano parti di sé che potrebbero sfuggire al controllo, soprattutto quando si dispone di uno strumento di comunicazione che consente di rimanere uomini e donne senza volto, una condizione che potenzialmente può favorire la comparsa di comportamenti scarsamente morali.
Per i più giovani in età di sviluppo e per alcuni soggetti predisposti, il rischio è che l'abuso della rete per comunicare crei confusione nella distinzione tra reale e virtuale (soprattutto nel senso di Sé), che non sia più facile comprendere cosa fa parte di Sé realmente e cosa è possibile sperimentare solo virtualmente.
A cura della Dott.ssa Monica Monaco www.benessere.com
(I.A.D.).
Tre categorie di elementi contribuiscono all'insorgere della Sindrome – anche se non tutti contemporaneamente presenti (Cantelmi T . e al. , 2000; Pravettoni G., Beria A., Guberti S. , 2004).
1. Le psicopatologie predisponenti
2. I comportamenti a rischio
3. Le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete.
1.Le psicopatologie predisponenti
le Dipendenze dalla Rete si aggiungono spesso in persone con precaria stabilità emotiva o in cui sono già presenti altri disturbi quali, ad esempio, depressione, disturbi bipolari o ossessivi-compulsivi.
In questi casi il ricorso ad Internet sarebbe un tentativo di compensare le difficoltà relazionali reali, ricercando nella rete amici o relazioni sentimentali attraverso una via più veloce che consente di superare quelle insicurezze amplificate dalle quotidiane relazioni faccia a faccia.
Tutte le persone con certi tipi di disagio dovrebbero moderare l'utilizzo di Internet e riflettere (o essere guidate a riflettere) che la rete non mette in relazione, ma illude di essere in grado di relazionarsi e sulla necessità di comunicare imparando a farlo realmente, piuttosto che accontentandosi di compromessi.
2.I comportamenti a rischio
La Rete con le sue infinite potenzialità e opportunità di informarsi, conoscere e confrontarsi, risponde molto bene ai bisogni anche di persone che non hanno mai avvertito alcun disturbo psicologico, non sono esenti tuttavia dalla possibilità di divenire vittime dei propri stessi bisogni, attraverso dei comportamenti rischiosi di eccessivo consumo, talvolta associati ad una complementare riduzione delle esperienze di vita e di relazione reali.
L'abuso nell'utilizzo delle informazioni disponibili in rete, infatti, può portare ad un sovraccarico cognitivo che satura il cervello, riducendo l'attenzione razionale; contemporaneamente il conseguente isolamento sociale sostiene il ricorso ad Internet per cercare occasioni di socializzazione virtuale che possono sconvolgere i delicati equilibri dell'identità, creando la possibilità di sperimentare ruoli e parti del Sé altrimenti non sperimentabili nella vita reale che, tuttavia, accrescono il numero di ore trascorso on-line, fino a trascorrrere on line giornate intere, rinunciando a salutari e reali esperienze di vita.
Alla base di un ricorso frequente alla Rete da parte di alcune persone che non mostrano segni psichiatrici è stata riscontrata spesso una tendenza comportamentale definita solipsismo telematico, ossia la propensione ad eleggere il web come luogo di rifugio in cui appartarsi per trovare sollievo da problemi quotidiani.
3.Le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete quali la capacità di indurre sensazioni di onnipotenza, vincere le distanze e il tempo, o cambiare perfino identità e personalità.
Caratteristica costante di ogni Dipendenza da Internet è la capacità della rete di rispondere (o illudere di rispondere) a molti bisogni umani, consentendo di sperimentare dei vissuti importanti per la costruzione del Sé e di vivere delle emozioni sentendosi protetti.
Internet, infatti, annulla lo spazio e consente ciò che nella realtà non si può realizzare o che si può fare in molto tempo, viaggiando per ore ed interagendo più lentamente e spesso in strutture diadiche o in piccoli gruppi. Le chat, invece, abbattono le frontiere e consentono di parlare con gruppi numerosi in stanze che la realtà difficilmente rende disponibili, consentendo spesso discorsi paralleli, solo virtualmente possibili. Inoltre, le community più stabili creano, più o meno vere, sensazioni di appartenenza, rispondendo ad un grande bisogno umano e consentendo di esercitare quella che è stata definita la moratoria psico-sociale, ossia l'allenamento ai ruoli e alle interazioni che sospende le conseguenze e quindi le responsabilità, le scelte e i vincoli definitivi.
Nelle stanze virtuali si può sperimentare la propria identità in tutte le sue sfumature, cambiando età, professione e perfino sesso di appartenenza, ascoltando le reazioni degli altri e maturando convinzioni, attraverso il confronto con altre personalità più o meno reali. I rischi di far emergere e di soddisfare i bisogni più profondi e inconsapevoli: si sperimentano parti di sé che potrebbero sfuggire al controllo, soprattutto quando si dispone di uno strumento di comunicazione che consente di rimanere uomini e donne senza volto, una condizione che potenzialmente può favorire la comparsa di comportamenti scarsamente morali.
Per i più giovani in età di sviluppo e per alcuni soggetti predisposti, il rischio è che l'abuso della rete per comunicare crei confusione nella distinzione tra reale e virtuale (soprattutto nel senso di Sé), che non sia più facile comprendere cosa fa parte di Sé realmente e cosa è possibile sperimentare solo virtualmente.
A cura della Dott.ssa Monica Monaco www.benessere.com
anch'io in questa community di blogger mi sento protetta, a volte è quasi un rifugio. sarò dipendente???
RispondiEliminaClo
RispondiEliminaimmagino che quindi tu ti trovi bene su blogger.
io ancora non ci ho preso confidenza, per niente, sono enlla fase continua: ora mollo tutto, mai più basta.
dunque posso sperare di stare meglio senza rimpiangere stule (dei bei tempi) e sarebbe anche ora, di tagliare col passato. io dico.
quanto a te, ci pensavo oggi, non a te ma al blog che protegge.
e direi che aiuta, ma non penserei al profilo di dipendente quanto a quello dell'evitante.
però per quanto ci siamo scambiate finora di te non saprei dire se sei l'uno o l'altro o nessuno.
io credo di essere entrambi :-)
non mi faccio mancare nulla
diciamo che, per come uso io il blog, la differenza tra blogger e style è come la differenza tra una metropoli e una piccola città. qui c'è poco senso di appartenenza a una comunità perché è enorme, sconfinato, c'è una marea di gente che incontri e probabilmente non rivedrai mai. però devo dire che la migrazione è stata di massa e quindi ho ritrovato quasi tutti. il cambiamento è stato indolore.
RispondiEliminatu usi il blog principalmente per lavoro, quindi per te sarà diverso, non so.
io non so se sono dipendente o evitante... so solo che mi piace trovare dei commenti a certi pensieri che magari nella vita reale non propino alla gente. qui anche se sono ripetitiva un commento che mi rincuori lo trovo sempre.
ahaha Clo
RispondiEliminasembra sia lavoro?
c'è talmente tanto di personale e di pancia, che se fosse solo lavoro non sarebbe stato così doloroso il cambio, e prima del cambio la decisione etc.
ci sono una marea di cose che accadono dietro che non si vedono. forse direi per fortuna.
ciao Paola, io invece ho un momento di reale stanchezza verso tutto il mondo blog...anche s epoi non mi allontano mai veramente!
RispondiEliminae mi trovo più rilassata quando faccio altre cose...
Ciao Cristina
RispondiEliminati comprendo molto. anche io sento di essere più costruttiva quando faccio altro, ma ancora non riesco a tagliare fuori il blog. magari il prossimo passo, forse si, mi farebbe decisamente bene
un abbraccio
mi spiace... non so cosa sia accaduto dietro, cosa questo cambio di blog abbia provocato in te. ripeto che per me il cambio è stato indolore, cosa strana perché in genere sono una molto attaccata al passato e ci metto una vita a metabolizzare le perdite. ma qui ho ritrovato più o meno tutto quello che era per me il blog. continua ad essere una valvola di sfogo dove trovo belle parole sincere(spero).
RispondiEliminacomunque vorrei sottolineare che sarebbe una grande perdita se tu andassi via!
Grazie Clo
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