
Chi prepara, chi conduce.
Ogni laboratorio ha il suo grado di difficoltà , di messaggio.
Insegna, spinge, fa riflettere.
Dopo un anno di corsi uno dietro l'altro, dietro l'altro..casa dolce casa.
Ho voluto per la prima volta accogliere i partecipanti con un setting non solo da guardare ma anche da mangiare.
Il risultato è stato questo.
Non bellissimo, sicuramente buonissimo con mia grande sorpresa.
Anche attraverso la preparazione di un dolce possiamo riconoscere i nostri blocchi, cosa ci impediscono di fare, e cosa vuol dire poterli superare, quante e quante volte la voce ripete: smetti, tanto non lo sai fare.
Poi son stata contenta, perchè l'accoglienza passa lo stesso anche se non c'è la perfezione, e io sto accettando che posso non essere perfetta in tutto.
E' stato un laboratorio totalmente nuovo, con casette in legno da decorare, metafora creativa delle nostre case abitate, delle nostre stanze interiori, delle porte che restano aperte o chiuse nei rapporti con gli altri.
Così per alcuni è stato più facile inventare le piccole, per altri le grandi, e ognuno applica una propria strategia, ed ascoltarla può servire a tutti, per allargare il proprio mondo e acquisire flessibilità e potenzialità .
C'è chi ha disegnato la casa dei sogni, chi quella nella quale abita, rappresentando la comunicazione necessaria, di ogni emozione, perchè nella casa ci sia vita vera, e si cresca come l'edera.

Visi rilluminati di sorpresa e di gioia, pennarelli veloci a creare una rete relazionale ricca e colorata, piena.
Un pomeriggio di gioco, armonia e crescita personale per tutti.
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Tra tutti i laboratori che ho fatto, forse questo è stato uno di quelli che mi ha toccato di +, nel benessere e nelle difficoltà . La visualizzazione mi ha aiutato a lasciarmi andare, a rilassarmi, a ricaricarmi di colore ed energia positiva. Nel dipingere la casa grande ho ritrovato il gioco, la voglia di sperimentare, il divertimento nell'improvvisare, nel manipolare.
RispondiEliminaCon la casa piccola invece ho trovato difficoltà . Lo spazio piccolo mi dava una sensazione di soffocamento. A me in genere piace “liberarmi” sulla tela grande senza pensare troppo al risultato. Avendo davanti una superficie piccola, pensavo invece che potevo usare solo pochi gesti, misurati, perfetti e pensati. “Io non so disegnare”, mi dicevo. “E’ da quando sono piccola che è così. Ho imparato a dipingere cose astratte, ma quelle vere proprio non mi riescono”. Così ho cercato di ricopiare delle immagini di casette già realizzate, ma mi sembravano sempre una brutta copia. Chissà , forse ero io stessa a bloccarmi ripetendomi queste frasi in testa.
Ieri sera però ho ripreso in mano quelle casette piccole e senza pensare a quello che avrei/non avrei dovuto fare, le ho colorate e arricchite di tante linee diverse. I tratti non saranno perfetti, ma sono allegri e soprattutto sono i miei :-).
Cara Paola,
RispondiEliminaall'inizio di questa giornata autunnale è stato bello rivedere le immagini del nostro incontro di domenica.
Domenica ho trascorso con te e le altre persone del gruppo delle ore piacevoli e arricchenti. Ti ringrazio per la tua accoglienza e per la tua disponibilità , la casetta è deliziosa.
Ieri sera ho rimaneggiato la terza casetta che non mi era venuta bene, la carta trasparente ha funzionato perché le conchiglie sono asciutte e attaccate e ho tolto la carta. Ho provato a fare un disegno con carta carbone e poi l'ho colorato con i pastelli e il risultato è gradevole. Nel tuo laboratorio ho approfondito il lato bello della vita nel provare soluzioni diverse dalle solite e osare fare cose a me sconosciute e anche se al primo impatto il risultato non è dei migliori poi rimane la voglia e la curiosità di sperimentare.
Ti auguro una buona giornata e che il tuo sorriso porti alle persone che oggi incontrerai il sole che oggi non c'é.
Un abbraccio caloroso dalla mia dolce casa.
Osar
Leggerezza
RispondiEliminasono molto contenta di sapere che ci hai riprovato.
Mi sono chiesta cosa ti aveva trattenuta, e ho immaginato di ripercorrere insieme quelle linee di porte e piante e gatti e panni al sole.
Il lavoro è stato veramente particolare, avremo modo di parlarne.
Ciò che ho visto è che sei stata autonoma ed hai gestito quello che emergeva.
grazie per questo tuo feedback, un abbraccio