Scriva! Scriva!
Vedrà come arriverà a vedersi intero!
La coscienza di Zeno- Italo Svevo
Mi capita a volte che amici e conoscenti mi chiedano consigli su come aiutarsi.
Sebbene il counselor non dia consigli, scrivere un diario è un ottimo modo per ascoltarsi, contenersi, dare una forma ed esprimere ciò che ci sta succedendo.
Lasciamo alla carta i nostri pensieri, emozioni, denunciamo, progettiamo, sogniamo.
Lo scrivere ci costruisce un posto nostro, protetto, in cui ci auto accudiamo, ascoltiamo, impariamo a confessare a noi stessi l'inconfessabile, a nominare sentimenti.
In questo modo la nostra consapevolezza si accresce, nominando le emozioni le riconosciamo, e dunque smettiamo di ignorarle, sopprimerle e disperderle.
L’atto dello scrivere- specie con la penna e non con il pc- coinvolge gli emisferi destro e sinistro, emozionale il primo, razionale il secondo, determinandone l'integrazione.
Scrivere un diario implica anche il prendersi cura di sé, organizzarsi e dedicarsi del tempo.
Mettere su carta le dinamiche interiori provoca un benessere anche immediato e fornisce tracce spontanee di cosa ci sta accadendo dentro.
La stesura di un diario è di solito spontaneo, privo di auto-censura ed auto-giudizio.
Perciò essere liberi dal giudizio, dal tritatutto ci mette in una situazione più leggera, dove proprio perché smettiamo la critica possiamo intravedere nuove soluzioni e punti di vista.
Il diario è sempre l'ideale sempre e per tutti?
Non è adatto per le persone che lo usano per giustificarsi ad oltranza, o all'opposto per criticarsi in modo eccessivo, continuo e disfunzionale
per coloro che lo usano per evitare il cambiamento e il confronto con gli altri ovvero per ripiegarsi eccessivamente su di se, o
ingigantire quello che non va in se stessi e nel rapporto con gli altri.
E' valido all'opposto per aiutarci nel rendere concrete le idee, valutare i miglioramenti, i cambiamenti e gli avanzamenti sia di progetti che di stati emotivi, relazionali, lavorativi.
Un gesto d'amore e di attenzione, che possiamo ricavarci in ogni posto e luogo, dedicandoci tempo ed ascolto.
Io ho un diario! Anzi, tre diari ormai perché due li ho già fatti pieni. Non ci scrivo proprio ogni giorno, ma ogni volta che mi sento di scrivere..
RispondiEliminaElesecondo alcuni c'è anche un modo molto definito di tenerlo.ma per me no, altrimenti diventa un lavoro.ora ho una bellissima moleskine
RispondiEliminaLa moleskine io la uso come agenda, per diario invece ho i maxi quaderni della moleskine.Ho iniziato a tenere il diario nell'ottobre scorso e adesso non potrei farne a meno. Anche se non lo aggiorno quotidianamente, sento che non potrei farne a meno. E pensare che non avevo mai scritto un diario nemmeno da ragazzina..
RispondiEliminavedi? pensa che in gergo di chiama "economizzatore di sedute"...
RispondiEliminamai tenuto in diario. nulla di regolare, intendo.ma quando è stato necessario buttare tutto fuori ho ringraziato di avere pure io la moleskine.che tra l'altro si riduce, di dimensioni, anno dopo anno.economizzo un tubo....io.:-D
RispondiEliminaE IO rotolo con i tuoi commenti.passa più spesso.cmq detto tra noi io pure non mi faccio mancare nulla: individuale, gruppo, supervisione e moleskline...:-)
RispondiEliminarigorosamente nera (una roba allegra...)e (giuro) sempre più piccola.poi la infilo in una borsa (nera pure quella) e quando la cerco non la trovo mai.cioè.ma che me la tengo a fare?
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