Alcune donne crescendo hanno sviluppato, per carattere e/o per eredità , l’indipendenza, una stabile sicurezza in se, un chiaro concetto di chi sono e cosa desiderano, cosa possono ottenere nella vita, e si muovono nel mondo come regine, o tigri, predatrici, o come gatte, che comunque riescono ad avere ciò che vogliono, a giocarci, mollarlo, riprenderselo etc.
Alcune di queste donne usano il loro potere con se stesse e basta, per godersi la vita, senza manipolare nessuno.
Io le ammiro, sembra che a loro riesca facile, come per alcuni studiare due ore al giorno per un mese e avere voti migliori di chi resta sui libri quattro volte di più (riflessioni del Natale su alcuni miei colleghi di studi universitari).
Tornare nella mia città Natale mi mette in una prospettiva deformata, deformante o forse vera, non so.
D’improvviso sono l’adolescente che doveva tornare a casa quando i suoi coetanei si incontravano per uscire la sera, con il fidanzato che mi riaccompagnava a casa e poi li raggiungeva.
Sono la studentessa universitaria brillante, perché mi sottopongo a rigidi piani di studi con orari precisi, come andassi in ufficio e pochissime pause.
(ancora oggi non vedo quali altre alternative utili o piacevoli avessi oltre lo studio).
Sono una delle prime ragazze con la motocicletta, che al tempo mi additavano ancora per la strada, quando il casco ancora non era obbligatorio.
Sono quella timida, bella, fidanzata da sempre.
Ma da allora è passata un'altra metà della mia vita, e molte città in cui ho vissuto, lingue che ho imparato a parlare nelle riunioni, nelle strade, nelle case.
Tutti i miei ricordi si mescolano, e mi ritrovo perplessa sulle immagini che ho rimandato, su quella che ricorda chi mi incontra ed ancora mi incastra in quella che io non sono più, ammesso di esserlo mai stata.
Allo stesso tempo sono quella di oggi, zia, moglie, figlia, la ex, quella che vive a Roma, quella che dipinge, quella che ascolta, quella che ma dai non ti si vedono gli anni che hai…
Attraverso gli occhi degli altri (o forse è il nostro riflesso negli occhi degli altri?) la nostra complessità viene ridotta in un etichetta.
A volte impietosa, a volte esaltata, sicuramente rimpicciolita, ipersemplificata.
Arrivano i ricordi dolorosi, gli errori fatti quando non ricordavo, quando pensavo di dover a tutti i costi compiacere, dire di sì.
Quando il no non era neanche un opzione tra le possibili.
Farmi io simile a.
Mandare giù le mie preferenze o non riconoscerle neanche con me stessa.
Sacrificare, abbozzare.
Anche adesso sto lavorando sul dire no.
Quanto pesa quel no, anche quando ci riesco, resta nella mente come un piccolo martello, come hai potuto, hai fatto male, avresti dovuto, cosa ti costava.
Ma quanto mi hanno fatto più male dire sì che non ho mai voluto.
La tradizione, la consuetudine, la neve, il freddo, o anche la prima influenza stagionale spingono a fare nuovi propositi.
Io mi impegno ad ascoltare anche me.
Mi siete testimoni.
Ora a voi…su cosa vi impegnerete quest’anno?
Alcune di queste donne usano il loro potere con se stesse e basta, per godersi la vita, senza manipolare nessuno.
Io le ammiro, sembra che a loro riesca facile, come per alcuni studiare due ore al giorno per un mese e avere voti migliori di chi resta sui libri quattro volte di più (riflessioni del Natale su alcuni miei colleghi di studi universitari).
Tornare nella mia città Natale mi mette in una prospettiva deformata, deformante o forse vera, non so.
D’improvviso sono l’adolescente che doveva tornare a casa quando i suoi coetanei si incontravano per uscire la sera, con il fidanzato che mi riaccompagnava a casa e poi li raggiungeva.
Sono la studentessa universitaria brillante, perché mi sottopongo a rigidi piani di studi con orari precisi, come andassi in ufficio e pochissime pause.
(ancora oggi non vedo quali altre alternative utili o piacevoli avessi oltre lo studio).
Sono una delle prime ragazze con la motocicletta, che al tempo mi additavano ancora per la strada, quando il casco ancora non era obbligatorio.
Sono quella timida, bella, fidanzata da sempre.
Ma da allora è passata un'altra metà della mia vita, e molte città in cui ho vissuto, lingue che ho imparato a parlare nelle riunioni, nelle strade, nelle case.
Tutti i miei ricordi si mescolano, e mi ritrovo perplessa sulle immagini che ho rimandato, su quella che ricorda chi mi incontra ed ancora mi incastra in quella che io non sono più, ammesso di esserlo mai stata.
Allo stesso tempo sono quella di oggi, zia, moglie, figlia, la ex, quella che vive a Roma, quella che dipinge, quella che ascolta, quella che ma dai non ti si vedono gli anni che hai…
Attraverso gli occhi degli altri (o forse è il nostro riflesso negli occhi degli altri?) la nostra complessità viene ridotta in un etichetta.
A volte impietosa, a volte esaltata, sicuramente rimpicciolita, ipersemplificata.
Arrivano i ricordi dolorosi, gli errori fatti quando non ricordavo, quando pensavo di dover a tutti i costi compiacere, dire di sì.
Quando il no non era neanche un opzione tra le possibili.
Farmi io simile a.
Mandare giù le mie preferenze o non riconoscerle neanche con me stessa.
Sacrificare, abbozzare.
Anche adesso sto lavorando sul dire no.
Quanto pesa quel no, anche quando ci riesco, resta nella mente come un piccolo martello, come hai potuto, hai fatto male, avresti dovuto, cosa ti costava.
Ma quanto mi hanno fatto più male dire sì che non ho mai voluto.
La tradizione, la consuetudine, la neve, il freddo, o anche la prima influenza stagionale spingono a fare nuovi propositi.
Io mi impegno ad ascoltare anche me.
Mi siete testimoni.
Ora a voi…su cosa vi impegnerete quest’anno?
che bel post :-)faticosissimo dire no anche per me.quindi ok.mi impegno a cercare, con il massimo dell'onestà , la mia verità .in ogni momento.e poi, nel caso, a dirla. semplicemente.mi sembra di aver capito che sia la sola strada per vivere davvero.
RispondiEliminaquest'anno mi impegnerò sul vivere quanto più pienamentepotrò...senza risparmi neanche un pochino! :)))
RispondiEliminaprima di tutto, ti dico che questo post è meraviglioso.poi aggiungo un mio proposito per il nuovo anno: vorrei fare luce dentro me stessa, per capire meglio e tornare ad amare, soprattutto me stessa.Ti abbraccio Paola, che sia un buon anno
RispondiEliminaok. il post è troppo bello per poter commentare dicendo 'm'impegno a trovare qualcuno decente con cui fare del sano sesso'. quindi vado.;-)
RispondiEliminail mio proposito è continuare il mio percorso, costi quel che costi. e restare fedele a me stessa. mi son tradita una vita. ora che ho capito qual'è la posta in gioco mica posso ricominciare!baciops splendido post.
RispondiEliminaEaglebel efaticosissimo post;-)che i tuoi propositi li hai già iniziati lo so.brava.io arrivo prima o poi...in questo momento mi sembra molto poi
RispondiEliminaFedericami ero fatta sempre questa idea di te, di una che vive fittofitto.
RispondiEliminaCri73grazie per i complimenti.sono stata in dubbio se pubblicare per un bel pò.ti auguro veramente di attraversare questo momento e superarlo ritrovando luce e gioia.
RispondiEliminaEvin, why not? anche quello fa parte del benessere....................Cembecco. questo è il mio scoglio. il tempo perso.gli sbagli. come ho fatto??????????????? e nn si torna indietro no.ma è vero che mi fa male pensare al mio passato, ma il presente è bbbbuono bbbbuono, perciò qualcosa l'ho imparata, no?e cmqtu che dici costi quel che costi!!sei la persona che riesce a trovare i percorsi più economici e validi di tutta Italia!!!:-D
RispondiEliminaIo nel 2011 mi impegno a concretizzare.Dopo un 2010 di sconvolgimenti lavorativi, familiari, logistici, sentimentali e dopo essermi ricreata una nuova pelle nella quale ho faticato un po' ad adattarmi (anche se adesso mi piace molto), quest'anno che sta arrivando mi concentrerò sulla concretizzazione di me stessa (questa qua nuova nuova) e dei miei progetti. Credo che sia proprio il momento! :)
RispondiEliminaadesso che ho capito in cosa si concretizzano per me serenità e felicità , cercherò a tutti i costi di riaverle. prima andavo un po' a casaccio, forse non sapevo neanche io cosa potesse farmi davvero felice. e infatti non lo ero per niente. adesso non sono certo al top, ma consapevole che quel qualcosa a cui mirare c'è.
RispondiEliminaElena Tio nn sapevo nulla di te prima...ho capito qualcosa da qualche commento sul Natale. quando mi porti a prendere quella crema.... mi racconterai tutto.buona concretizzazione:-)
RispondiEliminaHo cancellato il mio vecchio blog molti mesi fa dopo averlo tenuto privato per oltre un anno. L'ho fatto perché ormai era parte del mio passato e io tendo a buttare sempre ciò che sento non appartenermi più, per non farmi 'trattenere' nel passato dalle cose e dagli eventi. I ricordi tanto li conservo tutti nel mio cuore..Qui però ci sono altri due blog dove puoi seguirmi, uno di moda da dove comunque filtra il mio mood http://personalmood.style.it/ e uno strettamente personale, quasi intimo, talvolta ermetico, sempre conciso e come di solito sono io http://percorsiavolteurbani.style.it/.Credo che per una persona sensibile ai dettagli come te siano sufficienti per capire molte cose, ma ovviamente ti aspetto per la crema allo zenzero! ;)
RispondiEliminache bel post :) era questo vero, che non hai mandato a me? ;ppropositi...mmmmm non soperò intanto sai che film mi è "piaciuto"? Il fiore del mio segreto, e Ricordati di me. do you get it? :) per altri ci penseròbaaaaaci vado a sciare
RispondiEliminaFinsi era questo...i tuoi film me li vado a vedere, visto che farmeli raccontare da te... ;-PPPPPvai a sciare? mumble...ok. immagino il resto.anche io dovevo andare a sciare, ma mi sa che cambio destinazione.
RispondiEliminaFinnn ti sei scelta un dono...http://artcounseling.style.it/1107/lista-dei-regali
RispondiElimina:-Dbuon per me. che mi sa che di soldini me ne avanzeranno ben pochi ormai, visti gli intenti dell'ex. ma ci sto ancora lavorando...
RispondiElimina@ elena t.: ti ammiro molto per quel 'cancellato'. per quanto abbia imparato a non vivere il passato, un passo come quello per me è ancora molto difficile. ma credo sia davvero il modo più concreto per tagliare col passato. sì. :*ps: io me lo ricordo il tuo blog, quando ancora era pubblico... e mi ricordavo dei tacchi :-)
RispondiEliminaCembfacevo riferimento alla tua abilità di trovare corsi e percorsi a costi inimmaginabili per quiti dico solo che io di supervisione pago tra 60 euro in gruppo e 80 singola.ora ho trovato dei bravissimi supervisori a 50 orari..però fino a ora....
RispondiEliminasì avevo capito. per quello ho detto buon per me. percorsi con altri costi adesso non ne potrei proprio fare...
RispondiEliminaahhh "good 4 you"è il colmo che non l'abbia capita io!!
RispondiEliminaHo passato la maggior parte della mia vita a cercare di compiacere gli altri, divisa tra la voglia di attirare l'attenzione e quella di rendermi inguardabile per diventare invisibile. Tutto quello che ho ottenuto è stato il non sapere chi in realtà fossi finché non mi sono trovata ad affrontare una vita che non avevo programmato. No, non sarei diventata la devota figlia zitella bastone della vecchiaia. E lo so che è stato il dispiacere più grande che avrei potuto dare a mia madre ma non mi meritavo di vivere un futuro che non era il mio. Da allora non faccio più buoni propositi. Quello che viene va tutto bene.Commento post, logorroica fino all'ultimo giorno dell'anno.Auguri.
RispondiEliminaihhhhhhhhhhhhhveramente oggi è il 30.io polemica e pistina il 30 dell'anno:-)se vuoi ripèassa domani per la logorrea dell'ultimo giorno
RispondiEliminaDomani sono di sportello. Se non vengono tutti a stressarmi proprio l'ultimo giorno passo. Ma sii mattiniera, che il pomeriggio devo cucinare spezzatino, polenta e crema di mascarpone per ottanta.
RispondiEliminaeh ho letto.che se eravamo più vicine venivo a chiederti la doggie bag, che la chiamano così a NY ma non la magna mai il cane....la magnano loro, ma dire così fa più chic
RispondiEliminaA Torino più che la doggie bag va di moda la buta stupa. Il vino pregiato che rimane sul fondo della bottiglia va a casa con il cliente.
RispondiEliminaI ricordi che si mescolano..non me ne parlare!!quest' anno m' impegnerò per superare le difficoltà con coraggio.. Auguri di cuore Paola!!
RispondiEliminaLanuitun minestrone;-)auguroni te
RispondiEliminacome al solito io passo, leggo e mi ritiro in meditazione. su cosa mi impegnerò quest'anno. ora come ora mi viene in mente soprattutto a ritrovare una forma fisica decente. e poi credo a sgrezzare alcuni lati del mio carattere che non mi piacciono. e chissà , se riesco magari anche a ricordarmi di quelli che invece mi piacciono e valorizzarli un po' di più. boh. si vedrà in corso.
RispondiElimina@ Cembolina: Imparare a buttare via le cose è un percorso interiore. Piano piano ci si arriva.. :)
RispondiEliminaMeraviglioso questo post,arriva proprio al momento giusto..Il mio unico buon proposito?Proseguire su la nuova strada che poco tempo fa ho intrapreso con coraggio e determinazione..Ho molta paura ma non mollo..
RispondiEliminaquanto c'è di me in ciò che descrivi...qualche no l'ho imparato a dire ... in molti ambiti ..ho imparato a farlo anche bene, senza "residui"..ma vi sono luoghi in cui mi ritrovo ancora come bambina bisognosa d'amore ed approvazione..bisognosa di essere "vista".. ed allora mi "adatto" ..ma poi la rabbia arriva ..ma è lenta a sorgere e quando prende forma e trova le parole ..ormai è ridicola ...non c'entra più..e così vado via..continuerò ad ammirare quelle donne pantere, gatte..che prendono ciò che vogliono..no, non ho voglia di diventare così ..non sarei io ..ma voglio rispettare il mio diritto di arrabbiarmi ... senza trovare sempre buone scuse per gli altri .. la mia fatica è smettere di essere sempre comprensiva...grazie Paola
RispondiEliminaah, le etichette. le odio. pensano di conoscerti, e zac. l'etichetta. però forse è vero che a volte siamo noi a vederle... ma altre volte vengono proprio li ad attaccartele addosso, belli convinti che sia la verità . il mio proposito è vivere, non soffocarmi più come ho fatto in passato. vivere, ed aprirmi. e tornare ad amare. ma adesso che ci penso, aprirsi in tutta la propria complessità è un ottimo antidoto contro le etichette, non trovi?
RispondiEliminaciao Pimpisi credo che le etichette siano proprio scomode. ci costringono a entrare in ruoli che spesso nn abbiamo scelto.vivere la propria complessità vuol dire forse riconoscersi come diamante, dalle molteplici sfaccettature e poter vivere di più. e spero meglio.auguroni a noi
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