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Ecco. Quella striscia che hai postato riassume egregiamente il motivo per cui non invierò mai un mio scritto ad un editore. Sono praticamente certa che ricevere una risposta del genere e quindi preferisco trastullarmi tra le pagine del mio blog.
RispondiEliminaio io!!!!!!!!persino ieri sera che avevo invitato 3-4 amici per ape-cena a un'ora dall'ora prevista volevo chiamarli e annullare tutto...quindi la risposta è: male. io il rifiuto lo gestisco male. anzi, spessp lo gestisco da evitante. che altro posso dire...
RispondiEliminaPovero piccolo Snoopy!
RispondiEliminaAle1. allora non ad uno ma a 50 così nel mucchio i no pesano meno e statisticamente possono arrivare più si 2.anche a me piace trastullarmi, ma così è troppo facile e non affronto le difficoltà e il cambiamento. invece faccio le cose che mi spaventano e chiedo sostegno a marito ed amiche (mica vi peso troppo?)3. pensa come ti fa stare l'idea se invece di arrivare un no arrivasse un si? non è che è lì il difficile? (così a istinto)
RispondiEliminaRootnon so che dire su questo. perchè pensavo di esserte tanto ganza, ma ti assicuro che da quando mi sono trasferita a NY un mese prima del compleanno ho notato lo spavento di ignorare cosa avrei fatto quel giorno, con chi lo avrei passato.ed ora, vado in fibrillazione, se non mi viene bene il cibo, se se se se ufff ma così ci chiudiamo in casa. per es. e se vengo da te e non ci amiamo più?è un rischio enorme, no?cosa faccio? prendo l'aereo o no?
RispondiEliminaSe arrivasse un sì mi troveresti a far la ola sulle pale del ventilatore a soffitto. Il fatto è che io penso che ci siamo millanta aspiranti scrittori, di essere una buona cronista ma di non aver abbastanza fantasia per tirarmi fuori dalla testa un romanzo. Sarei potuta essere una buona giornalista, ma quel treno l'ho perso tanti anni fa. A cosa servirebbe adesso cercare di salire su uno già superaffollato?
RispondiEliminaio di quello invece non mi preoccupo.se proprio scopriamo di starci sulle palle si tratta solo di qualche giorno. e non vedo perché dovremmo starci sulle palle.io impanico per le cose con tanta gente. le cene, i compleanni, le cose che devo organizzare. o eventuali inviti...
RispondiEliminaah, vedi sei messa meglio di me.io impanico da due persone in poi.a volte impanico anche da solaehehehe(cmq oggi ho conosciuto un terapeuta più sclerato di me!!)
RispondiEliminaElenann lo schioda nessuno!
RispondiEliminaBelle quelle che si trastullano in modo differente dalle single
RispondiEliminaCriahahah. ognuno ha le sue
RispondiEliminaad Alefaccio outing. dice mio marito che faccio il fr. con il c. degli altri (pare si dica a Roma sta cosa)cmq dicevoio i miei due libri già scritti li ho ben nel cassetto.una parte di uno l'ha letto Movida e non ho mai avuto il coraggio di renderlo leggermente più pubblicol'altro ci sono pezzetti nell'altro blog perchè ho poi "litigato" co l'editore. in realtà quel blog è nato per usare il lavoro di un anno e mezzo col libro e volevo utilizzarlo in qualche modo.poi nella realtà ci ho messo forse 10 pagine su 150!!!
RispondiEliminaAleguarda che ho trovato “lo scrittore è un uomo la cui intelligenza non basta per smettere di scrivere.” — gunter grass
RispondiEliminaio non reagisco molto bene al rifiuto...piano piano ho imparato a convvere con questa parte molto vulnerabile di me, che a volte è un pò più forte...a volte invece è capace di superare e di trasformare la situazione in maniera positiva!Bacioni cara Paola...felice weekend! :-)))
RispondiEliminaDa me si dice fare il fi. con il c. degli altri. Potremmo fare un elenco, visto che ci tocca ascoltare quello di Maroni non vedo perché non dovremmo proporre il nostro.
RispondiEliminaeh. il rifiuto...l'ho sempre gestito male finché ho vissuto me stessa come 'rifiuto', ergo sentirmi dire no equivaleva a 'no, perché tu hai qualcosa che non va'.adesso va meglio, grazie :-)ps: se penso che hanno pubblicato il blog a chisaitu mi mangio le manine per non aver ancora inviato qualcosa di mio ad un editore. sgrunt.
RispondiEliminanon so se ti riferisci al blog della piagnona.preferisco vivere, grazie.
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