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Quanto é difficile chiedere

Ci sono persone che sanno prodigarsi per gli altri ma quando si tratta di loro stessi, non sono in grado di chiedere.

Affrontano molte difficoltà, piccole e grandi, totalmente sole.

Cosa significa non saper chiedere non importa ora, in questo post.

Mettersi all'ultimo posto per se e al primo per gli altri.
Ciò che importa é darsi il permesso e l'opportunità, per imparare a chiedere.
Una lista di libri da comprare, una selezione di ricette d'inverno, un dolce cucinato apposta per noi, o un click "mi piace" sulla pagina di FB.

A me non piace chiedere. C'è il rischio che l'altro possa dirmi di no.
Così perdo la possibilità che possa dirmi sì, ed invece di sentirmi "disconfermata" o rifiutata, mi senta invece contenta e riconosciuta con un semplice gesto, che vuol dire "sì".

Oggi ho saputo chiedere e mi sono sentita rispondere tanti sì.

E' emozionante, a tratti commuovente.

Provateci anche voi a chiedere qualcosa.

Commenti

BLOGGER: 36
  1.  E' vero, non è affatto facile chiedere: chiedere fa sentire dipendenti dagli altri ed è una cosa che spesso non piace. Anche a me non piace molto sentirmi "dipendente" dagli altri...

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  2. ohioe me lo dici così?oggi mi hai chiesto anche tu un sacco di cose che nn faccio mai e le ho fatte.tipo:casino- no quello lo faccio spesso- chattare -aprirmi il 123 indirizzo email- e soprattutto aghhhhhhhhhh promettere un post che parla d'ammmmore! cmq si alla dipendenza nn c'avevo pensato. avevo pensato ad una cosa mooolto più brutta ma nn la dico 

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  3.  ahahahaha è vero è vero, tutto vero... però... capisco le difficoltà con la mail e con la chat ma... visto anche il tuo lavoro... non pensi mai all'ammmore? :) (sono proprio bastardo!! ahahah  :p )

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  4. lo faccio molto più di quanto ne parlo:-)))))

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  5.   :D ahahahahaha   beh che dire, beata te! :) risposta sconvolgente :)

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  6. beh. che vuoi che aggiunga...a volte non è nemmeno questione di sentirsi dire no. ma di... boh. dare a qcuno una responsabilità che non lo riguarda. e come dice lorenzo, di *dipendere* da qcuno.  e ora su, insultami... (ok, detta così fa molto SM. diciamo sgridami...)

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  7.  No non si può rispondere così, è scorretto... :)

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  8. ti sculaccio pure se vuoi.così Lorenzo sviene...______________________non è un fatto di responsabilità. se io so che stai male è una mia scelta poterti stare ad ascoltare.se io ti chiedo se ti va di fare una cosa per me, è una tua scelta poterlo fare.(quando scegliamo ovvio- non quando siamo nelle nevrosi che ci obbligano a rispondere in un sol modo automatico e coercitivo)  

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  9. marinaki13:07

    Cliccato il 'like'tanto tempo fa con mooolto piacere!!!!!Questa volta sto sia con Lorenzo che con te..Non voglio la dipendenza,preferisco cavarmela da sola se riesco,anche con 'costi' superiori.E poi essendo abbastanza sicura che l'altro mi dirà di no,evito di chiedere.. baci!buona giornata!

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  10. Marinakilo so lo so. grazie.ps non sapevo stessi con Lorenzo;-))p.p.s. bentornata da Parigi. grazie per le foto.ti rispondo appena passa la maretta

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  11. tanto tempo fa ho discusso con il mio (ex)marito. Gli ribadivo che se sua madre mi offriva che so i funghi e io rispondevo di sì non ero in debito morale con lei. Se non voleva offrirmeli o sperava che le dicessi no faceva prima a recitare un rosario invece di porre la domanda. Altra cosa era se io chiedevo un piacere e lei rispondeva sì. Le dovevo quanto meno un grazie.Che si sa... domandare è lecito, rispondere è cortesia e rispondere quello che si pensa vale doppio.Ho avuto, devo dire, con mia suocera, uno splendido rapporto. Mi stava alla larga e non mi faceva domande retoriche. E' andata peggio con (a) mio marito diventato poi ex che, a distanza di anni, so che rimpiangeva ancora la mia cucina, risotto coi funghi di sua madre compreso :P seriamente: imparare a chiedere per me significa aver accettato il fatto che non sono onnipotente e la mia libertà dipende da me. A volte la conquisto proprio chiedendo e delegando. Ma il lavoro per convincermene è stato, effettivamente, arduo tanto che a volte ancora ci casco, nel meccanismo malefico del facciotuttoio (ma me ne accorgo e corro ai ripari in tempi record).Oggi dico che è meraviglioso chiedere. Anche perché oggi so che se anche una persona mi dice no posso provare con qualcun altro, senza farmene una malattia. ;)

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  12. mi viene da risponderti con "e io ti amo..." e bastaperò cavolo, l'onnipotenza è vero.ma facciotutto io uff cmq almeno se ancora ci caso almeno lo valuto molto rispetto a prima e il tuo (ex)marito ci credo che ti rimpiangerà. a volte abbiamo le fortune senza accorgercene. noi comprese siamo delle fortune nella nostra vita

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  13. Ma è tanto bello chiedere! Le risposte negative non sono sconfitte, sono approfondimenti della conoscenza. La prossima volta non ti costruirai aspettative esagerate su quella persona. Il che va letto non con accezione negativa, insomma non possiamo pretendere che gli altri siano come ce li siamo costruiti.Quanto alla dipendenza l'uomo (o la donna) che non deve chiedere mai ne soffre nella forma più triste: dipende dalla propria presunzione.

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  14. ...  presunzione e paura ... gemelle omozigote

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  15. marinaki17:26

    Più leggo  post e commenti,più sono in crisi..Forse dovrei riconsiderare il mio comportamento?Ci penso un'attimo,anche due..p.s.Grazie di cuore,ma non mi devi rispondere,non sprecare il tuo tempo per me.Ti ho mandato quella foto perchè tu per prima,mi avevi parlato di 'Les Invalides' e volevo farti vedere che ho fatto un giro da quelle parti..Comunque,Parigi merita veramente.. p.p.s:Povero Lorenzo,vittima inconsapevole!

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  16. Alecredo sia più un adulto che da bambino ha dovuto imparare a cavarsela da solo perchè non c'erano adulti pronti ad ascoltare e rispondere alle sue richieste, di qualsiasi tipo.sono persone che cercano di essere autosufficienti perchè nn hanno mai potuto contare su altri ed anzi magari i loro genitori si sono appoggiati sui bambini.si chiamano meravigliose inversioni di ruolo.esistono e molto.e dunque si più che presunzione è paura, che l'altro non ci sia.

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  17. Marinakiil tempo è un argomento pieno di pieghe e possibili spiegazioni. uno stesso comportamento può essere generato da enne diversi perchè in ognuno di noi.Io personalmente, per quanto questo post possa sembrare semplice, ho fatto una fatica bestia sia a scriverlo che a lasciarlo su. ps. il tempo sprecato è altro. quando riesco è un piacere, e le tue foto sono state una piacevole sorpresa

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  18. Io chiedo. E se mi dicono di no, ci soffro un pochino. E pensare che di no, ne ho ricevuti... una separazione in atto è un no che ti piomba sulla capoccia e ti chiude mezze le porte. Ma chiedo, forse imparerò a diversificare come fa Movida-- Per smettere di chiedere dovrei stare zitta, diventare un''altra, vivere da sola. E io invece preferisco stare in mezzo agli altri. Con gente che dice si (e quando dice si è bellissimo), dice no, anticipa la domanda o fa finta di niente. Se smetto di chiedere mi finiscono i sogni...  Bye Bye

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  19. che ti stai separando?qui nel blog hai molte testimonianze di persone che l'hanno presa come rinascita.non chiedere effettivamente toglie dal giro. uno si immagina chissà cosa per saper chiedere, ma a volte è anche un semplice invito a cena o una festa.chi riesce ad invitare privo di ansie, verranno, non verranno, sarà una noia o ci divertiremo?mangeremo bene, cucinerò male, mancherà il vino etc. che alla fine sulla bilancia resta più stress e dunque ben venga fare allenamento anche alle cose sempre non necessariamente perfettei sogni non finiscono mai.piuttosto iniziamo a saperli far avverare.

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  20. Io non amo chiedere, ma non tanto per la paura del "no", ma più per uno strano senso del pudore. So che è utopistico, ma mi piacerebbe che chi mi sta vicino capisse quando io ho bisogno senza che io chieda... OK è quasi impossibile, ma mi piacerebbe. Chiedo poco, troppo poco. Ci lavorerò, promesso

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  21. movida6900:26

    @cri73 ma pensa... tra i motivi per cui non chiedevo ho scoperto che c'era mimetizzato il desiderio che gli altri avrebbero dovuto capire quello di cui avevo bisogno ... così ogni tanto facevo scoppiare la pentola a pressione perchè non accadeva, ma mica associavo le due cose. Mi demoralizzavo mi arrabbiavo sbattevo le porte mi chiudevo mi sentivo rifiutata. Avevo delle pretese. Oggi, cri73, quel modo di non chiedere lo vedo come un segno della profonda insicurezza che mi accompagnava, quel modo infantile di puntare i piedi e attirare l'attenzione. Il mio non era pudore. Era paura del rifiuto. Era dipendenza dal giudizio (se mi dice no non valgo nulla non merito nulla). Ma ci ho messo parecchio ad ammetterlo a me stessa.

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  22. La differenza è tra chi non "vuole" chiedere e chi non "deve" chiedere. Chi non deve chiedere probabilmente pensa che tutto gli sia dovuto. Chi non vuole chiedere ha paura dei no o è abituato a cavarsela da solo. Sono due cose diverse.

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  23. Già mi sto separando. E un'altra relazione (importante) ha le ali spezzate. Accidempolin, rimanere in piedi e trovare il sogno giusto non è una passeggiata... altro che chiedere! Viene voglia di rinchiudersi e lasciare che tutto passi.Ma poi, se faccio così, come dico ai miei tre cuccioli che "la vita è una cosa meravigliosa??" Bye bye.                              Che dici? Magari bisognerebbe imparare a fare le domande giuste alle persone giuste? E non pensare che se arriva un no, a dirlo è il mondo intero?  mumble...Buona giornata a tutti.ps.  Magari poi alla fine il gioco è solo stare in piedi, come fossimo birilli, tra palline che passano a fianco e altre che ti prendono in pieno!   Vorrei almeno essere un birillo colorato!                                                     

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  24. energia ... approfitto di te :P e del fatto che sei una padrona di casa ospitale e accogliente e il tuo soggiorno è luminoso e colorato ... come a volte accade mi allargo mi allungo mi rilasso e ... mi permetto di  rilanciare un vecchio posthttp://pappacaccananna.style.it/188/torelli-e-macchininemagari torna utile che dici?

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  25. Ale buon punto. mi era sfuggita la differenza da amaro averna o jaegermaester nn ricordo.

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  26. Cla3 cuccioli. un birillo. mi verrebbe d'impulso da dirti: prendi subito i colori e un foglio e disegna quel birillo colorato e allarga la base, la sua presa sulla terra. come renderlo stabile? e soprattutto un birillo si mette lì per esser preso, e ci resta senza scanzarsi.io mi scuso, ma con le metafore ci lavoro un sacco. e ci sono volte in cui la metafora ci da informazioni preziosissime di cosa potremmo fare invece.

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  27. Movidaè un onore per me. e leggendoti, e stando dentro le mie ansie di questi giorni, quelle che non mi fanno dormire, le mie paure, mi accorgo che è doloroso fare questo mio lavoro, ed avere iniziato con l' obiettivo di far star bene la gente, di condividere la possibilità di essere felici almeno a tratti ed accorgersi invece che io faccio parte delle loro paure.il benessere fa paura. o fa paura dover attraversare la strada che porta lì.a volte fa paura anche a me stare dal lato della strada meno frequentato, che mi guarda male la gente e si allontana, preferendo le carte, le magie, gli oroscopi.cose che- per carità- vere forse, ma che lasciano la responsabilità fuori di loro. come diceva un mio terapeuta: è più facile soffrire che risolvere.  

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  28. marinaki12:21

    @energia,tosto questo post!!!Buona giornata a tutti!

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  29.  energia. lo disegno questo birillo. I tre cuccioli ce li metto sopra, fanno parte dei miei colori. Cosi almeno mi accorgo che non li perdo. Ho qualche problema con le radici... I birilli come stanno piantati nel terreno?? Non è che poi rotoliamo tutti insieme e viene su un casino?? (ho anche una mamma moooooolto malata. Le ho proprio tutte in questo periodo! Sarà per questo che sotto il birillo ci metto terra che frana, e attorno un vento che sembra quello del nord...??)                Movida69. con i butteri le ho provate tutti. Alcuni li ho sconfitti guardandoli negli occhi. Altri invece... ecco, alcuni ancora mi immobilizzano. Dici che visto che la comprensione richiede un'enorme energia e non mi porta da nessuna parte, potrei iniziare semplicemente a fare boccacce??                        Grazie, salottino meraviglioso

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  30. Marinakinoto per i commenti che nn è solo una mia difficoltà.e...@tutti sarà pure una selffulfilling profecy, ma il numero dei mi piace su FB non si è schiodato neanche di 1;-)c'è infatti un altro aspetto del non chiedere: quando sei convinto che una cosa (o una persona, o un corso etc) non vada scelta perchè te lo chiedo io ma perchè vale.ma forse la mia è una supposizione da presuntuosa.e dunque come vedete si passa in un attimo da paura a presunzione. due polarità di m.buongiorno, neh!

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  31. stamattina leggevo Lowen... Un bell'ostacolo è che si deve - necessariamente - passare attraverso il dolore per cambiare. E la paura del dolore magari ci frena. Aiuta che qualcuno ci prenda la mano, non certo che ci spinga. Dipende da noi il nostro passo e il nostro fiato. L'importante è seguire il proprio fiato e non pretendere di andare alla maratona di New York se non sei abituato nemmeno a fare un piano di scale a piedi :) 

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  32. Era il profumo dopobarba Denim. Mio fratello se lo comprò. Faceva schifo.

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  33. Movidao salire sullo stromboli e arrivarci con la lingua per terra come me.:-)vero vero grazie sempre grazie _______________________________-Ale66pezzi di storia!!come nell'aria c'è profumo di intesa....o ti spunta un fiore in bocca. ed io mi sono beccata anche il claim del cliam: "per paola il sorriso che non ha bisogno di colgate" puah!

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  34. Claimmagino che ci sia un trucco sotto quel birillo, l'ho immaignato quando l'hai scritto.sono quei fili che si tirano da un altra parte e come per magia sono di nuovo tutti in piedi.trova il filo, tira il filo.(auguri per la mamma!) 

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Ho conosciuto il counseling in un altro paese, altro continente, altra vita. Ho scoperto quanto può essere liberatorio l'essere ascoltati, senza giudizio ed interpretazione, senza consigli. Sono tornata in Italia e ho cominciato a formarmi ed a integrare le mie esperienze di marketing al counseling e alla creatività.


Questo blog nasce per condividere e far conoscere strumenti e possibilità per vivere meglio la nostra vita di relazione e professionale. Paola Bonavolontà


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