
Marcello Marchesi
Vergogna di aver bisogno.
Vergogna per la situazione in cui ci si trova.
Trovarsi ridicoli. Deboli.
Non fidarsi degli altri.
Credere che bisogna contare solo su se stessi.
Presunzione.
Paura.
Fiato che manca, guardando intorno facce che t'ignorano.
Immagini il giudizio.
Preferisci la solitudine, affondare da solo.
Piuttosto che ammettere di poter avere bisogno di aiuto.
Piuttosto di ammettere che può esistere al mondo qualcuno in grado di tenderti una mano, sapendolo e volendolo fare.
Aiutati che Dio ti aiuta.
Forse potresti anche fare la tua parte e chiedere.
Tendere la tua mano mentre l'altro la tende verso di te.
Ammettere ho bisogno di una mano, giusto per rialzarmi mentre son caduto.
Ed invece c'è paura di un obbligo a vita.
Si reagisce in tanti modi, fuggendo, mordendo la mano che ti aiuta.
Disprezzandola, dimenticando che c'è stato un tempo in cui essere presi per mano ci riempiva di felicità .
Un gesto così semplice. E tu cosa fai?
Continui a rifiutarlo per paura del rifiuto.
Per paura di ammettere la tua debolezza.
Di ammettere che sia solo debolezza, e non l'opportunità di vivere meglio la propria vita.
Abbiamo tutti bisogno di aiuto prima o poi.
Senza per questo essere incapaci come persone.
Possiamo funzionare a 1000 in molte aree della nostra vita.
L'efficacia, la potenza così ricercata con ossessione e con aiuti farmacologici e polverine bianche, intrugli chimici presi in discoteca, pasticche pericolosissime che possono produrre psicosi e danni per sempre.
Perseguiamo la distruzione molto di più che la possibilità di stare bene.
Rifiutiamo quello che può risolvere molto più di quello che può farci stare peggio.
Perchè la frase "fatti aiutare" la si prende come un insulto ed invece prenditi una pasticca no?
Fatti una striscia é cool e andare da uno psi o da un counselor é da perdenti?
Ubriacarsi ogni volta che si esce fa figo mentre invece un laboratorio di benessere é una roba per strani?
Chissà cosa fanno quelli lì, son tutti matti.
Paola BonavolontÃ
Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io:
sono pazzi gli altri, o sono pazzo io?
Albert Einstein.
Io ho scelto di farmi aiutare, e non dalla tanto venerata (non da me!) polverina bianca. Ed è la cosa che propongo sempre alle persone quando vedo in loro un po' di quel malessere che ho saputo riconoscere in me. Penso che sia il consiglio migliore -forse l'unico buon consiglio- che io abbia mai dato.
RispondiEliminagood 4 you!!:-)
RispondiEliminaHai fatto centro, Energia, tirando in ballo la droga. E' proprio un gran bel post provocatorio, e come sempre un valido spunto di riflessione.
RispondiEliminaperché fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce? ... e dimentichiamo che noi l'ossigeno lo troviamo nel silenzio?:)fa anche parte della nostra cultura. L'Oriente unisce i contrari in una forma tonda, senza spigoli. L'Occidente in una stella di david, piena di fratture e di spigoli.Noi partiamo da quello che ci manca, l'oriente fa il contrario.L'aiuto o l'auto aiuto sono come un'immagine che non ci appartiene. C'è qualcuno che possa dire che il volersi bene con sano egoismo gli sia stato insegnato da piccolo?
RispondiEliminagrazie PImpisai ci sono i grandi manager, ed altre figure in apparenza vincenti e tutti stanno appesi lì!!
RispondiEliminaL'interpretazione che dai dell'assunzione di droga è forte; pensare che chi la usa lo fa per non dovere chiedere aiuto è davvero triste.Io al massimo mi faccio un paio di birre o del buon vino rosso, possibilmente in buona compagnia, sempre sotto controllo
RispondiEliminaquanto, quanto, quanto è vero!!! mi sono accorta di questo propio oggi all'uscita della scuola...quando ho cominciato a chiedere...a parlare...ad apririmi e a mettermi in gioco (io sono una timida da sempre) tutti si sono avvicinati a me!una specie di piccolo miracolo, che poi miracolo non è!Sarà anche perchè oggi splende un sole bellissimo?felice giornata cara Paola!
RispondiEliminaMovidaalla tua domanda: manc' pà capa!!perbacco!
RispondiEliminaCrila droga è una dipendenza. di quelle, per capirci, da manuale diagnostico dei disturbi mentali.le persone si sentono fighe, manco immaginano che sia quello che è.Si da un interpretazione del disagio mentale che è quello dei manicomi di una volta, ma prova a stare in qualche azienda, dove un manager chiede di fare le 11 di sera, le famiglie si sfasciano e quel ritmo lo puoi mantenere solo con "aiuti" chimici.c'è un idea di chi si fa di coca che è figo. mentre è solo dipendenza.e allora mi arrabbio, quando le persone hanno paura della dipendenza dall'aiuto.quando si spendono fiumi di soldi per roba che fa malissimo al nostro corpo ma non ci si concede un pomeriggio di relax, per provare a stare bene con se stessi, utilizzando il nostro corpo e la nostra mente.
RispondiEliminaBhadra la verità è che tutti abbiamo bisogno d'amore. quello che c'è prima è solo diffidenza ovvero paura. superata la diffidenza, c'è l'apertura.sono contenta di spere del tuo doppio successo, personale per la timidezza e relazionale con le persone.buon wend
RispondiEliminaleggendo il tuo post mi sono detta ecco, io non ci sono ancora.non so chiedere aiuto.poi in effetti ci ho pensato, e mi sono ricordata di tutte le volte che ho chiesto, gridato aiuto dal mio blog.e questo è arrivato.puntuale, affettuoso, qualche volta brusco, che ci voleva.quindi forse, visto che da due giorni leggo e rileggo questo post e il precedente, e i commenti, e penso che non ci sia niente da aggiungere, che tutto è già stato detto in modo così incantevole, forse, dicevo, la sola cosa che mi sembra valga la pena di aggiungere è grazie.grazie per l'aiuto.e sono contenta di scriverlo qui, a casa tua.perché tante volte tu hai smosso il cuore di chi ti legge, scatenando bagarre di commenti che non cadono mai nel vuoto. e arricchiscono chi passa di qui.con me lo hai fatto anche in questo caso.
RispondiEliminava aggiunto che: sai bene che l'aiuto è stato reciproco.anche oggi.grazie a te
RispondiEliminaHo provato tutto, ma proprio tutto quello che hai scritto in questo post......e sono giunta alla tua stessa conclusione......ma credo che l'esperienza possa convincere più di mille parole!ciaoooop.s.: hai visto? sono tornata!!! XD
RispondiEliminammh. in effetti ho idea che nella prima citazione potrei ben riconoscermi. ma non era la paura dell'obbligo, del rifiuto. credo fosse più che non concedevo a me stessa quello che concedevo agli altri. cioè di avere delle debolezze. di non avere il controllo. ed è una delle ragioni per cui droghe alcol etc non mi hanno mai attirato all'estremo. non avrei + il controllo. ma sto cercando di imparare. grazie anche a delle spanate che ho trovato da ste parti...
RispondiEliminaciao Najike mancavi proprio da tanto.manca nell'elenco: lo shopping compulsivo, il gioco compulsivo, il fumo ..hai voglia.solo che nella società si spinge per il consumo di roba che fa male facendo credere altro.e ciò che fa bene invece è oggetto di attento controllo, perplessità , resistenze, lotte, critiche fino alle denuncie in tribunale. io una volta ho provato lo space cake.buonissimo, ma con un effetto boomerang inimmaginabile, che mi fece sentire estremamente infelice e triste per una serata.piuttosto mi faccio un tiramisu.ingrasso ma almeno non mi deprimo!
RispondiEliminaRootlo sai, stesso motivo mio controllo e paura delle dipendenza, di qualcosa più forte di me (che c'entra compro tante tele e tante scarpe, e libri, si, ma ci sono dipendenze più pericolose).io forse per tanto tempo ho pensato di DOVER essere perfetta.Nella perfezione non c'è spazio per il riposo, per la morbidezza, per il bisogno. i bisogni non esistono.esiste il fare, il marciare. de ferro come si dice a Roma, ma poi dentro ho fatto "sdong"
RispondiEliminama brutta sberlessa: spanate a chi?impanate se mai. se la trovo vi mando una mia foto da cotoletta.
RispondiEliminama era un complimento...e cmq anch'io avevo un modello di perfezione cui aspiravo. poi mi son resa conto che no, non sono perfetta, non lo sarò mai e sto cercando di convivere con difetti e debolezze e fragilità .
RispondiEliminaAiutati che Dio t'aiuta è una frase che mi ripeto spesso da sempre. Credo che ormai sia impressa nel mio dna..
RispondiEliminaMi sono venuti a brividi a leggerlo... anche perchè, beh l'idea di dover ricorrere a pschiatri o cose simili mi ha sempre fatto l'effetto da te descritto, anche se non ho mai pensato che droghe o altro potessero riempire quei vuoi esistenziali che spesso mi accompagnano.Ho trovato un po' d'aiuto nella preghiera :) altra droga potente, ma non fa male, almeno spero :)
RispondiEliminaLorenzo la preghiera è potentissima. ci sono molte cose della religione che se fossero utilizzate per il benessere e non per la colpa sono migliorative dello stato fisico e mentale.la confessione ad esempio, se non dovessimo preoccuparci di trovare un persecutore dall'altro lato, ci apre al perdono di noi stessi.e quanto abbiamo bisogno di perdono.quanto di speranza, di rassicurazione.la preghiera (se non diventa un rito da ossessivi) non è una meditazione? che dunque influisce positivamente per la riduzione dello stress?non è una proiezione positiva di ciò che mi attendo, e anche l'affidarsi a Dio (impegnandoci a fare la nostra parte) non è abbandonare la rigidità del supercontrollo ?come tutte le cose, se usate bene e senza manipolazione servono per il benessere.
RispondiEliminaElenaio ho sempre sentito quella e, in napoletano stretto, "c'a Maronn t'accumpagn"un rimendio contro la solitudine?per me una sonorità tenerissima che mi ricorda l'amore di chi me lo diceva
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