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Metri quadri d'esistenza

Perché un nome è perduto per sempre se nessuno lo chiama.

Gian Maria Testa





Le nostre agende piene di nomi.
Facebook: centinaia di "amici".
Ma quei nomi non li chiamiamo mai, è una collezione non una frequentazione.
E' un mostrare fuori, non un sentire dentro.
Servono per far vedere, per dimostrare ed ostentare, come se i contatti (virtuali) fossero una misura di successo.
Usiamo sempre più solo whatsapp, e non sappiamo più guardarci negli occhi.

Stiamo perdendo le nostre abilità relazionali e quando cerchiamo di nuovo di sentire il calore dell'altro, corriamo via, perché basta poco a bruciarci e fare male.

Come occhi non più abituati alla luce, scappiamo davanti allo sguardo e al tocco di persone fatte di carne.
Fatte come noi.
Neanche noi ci riconosciamo più senza l'altro che ci fa da specchio.
Chiudiamo chiudiamo tutte le porte reali e viviamo nell'immaginazione.
Solo con gli sms non si fanno i bambini.
Usiamo la tecnologia per riscoprire le opportunità della conoscenza, non per restare a distanza impauriti.

Abbiamo tante opportunità che non usiamo.
Tanti nomi che non chiamiamo.
Apriamo troppo le nostre porte o troppo poco.
In quanti metri ti stai confinando?

Commenti

BLOGGER: 26
  1. Lo sento tanto mio questo post... E non lo commento perchè... perchè lo so io ecco!

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  2. molto interessante, ci penso spesso anche io. forse un po' presuntuosamente mi dico che no io non sono così, è una cosa che vedo molto di più in chi è anche di poco più piccolo di me. che io ancora ho fatto in tempo a giocare con le macchinine e le bambole e non ho mai avuto una playstation. conosco persone che si esprimono in modi completamente differenti a seconda che siano dietro uno schermo o di fronte ad un apersona, come con due personalità distinte, la cosa può diventare inquietante!

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  3. gli animali quando stanno male si nascondono. è un istinto che li protegge dalla fatica di doversi (anche) difendere. molti umani si nascondono dietro all'apparenza dei numeri dei feed degli amici virtuali. è un gioco che si impara presto amoretesorocomestaibenecomemiseimancata. e vivono nell'immaginazione l'amore la passione i cambiamenti. li aiuta a sopravvivere. poi c'è chi decide di vivere e mettersi in gioco, di cadere e rialzarsi, di non considerare un no come una sconfitta o un sì come una vittoria. di lasciarsi andare a quello che a me piace chiamare "il respiro del mondo".non so a quanti metri centimetri o chilometri da me siano i miei confini. so che si spostano in base a come mi sento e a quello che accade. a quello che voglio a quello che decido di vivere (o non vivere).certo è che gli ologrammi a me hanno stancato. ne ho visti troppi e ora, come dice un abusato claim, preferisco vivere.

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  4. boh. difficile dirlo da dentro.  io penso (credo, spero) di far convivere virtuale e reale ma non a scapito del reale. anzi, quando ho potuto ho cercato di far diventare reale il virtuale. e ho l'ingenuità di pensare che spesso il virtuale sia sincero.vero che x motivi logistici spesso il mio reale passa dal virtuale. ma la mia vita fuori non può certo essere sostituita. mi sono espressa incasinata eh?

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  5. Cri'schissà come mai...forse sono stata ispirata dal tuo post in bacheca?;-)

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  6. Finio parlavo di persone più grandi di te, quelle che condividono i link strappalacrime su fb sul valore dell'amicizia e poi non rispondono ad un invito a cena!!l'età non c'entra, mi pare che stiamo dimenticando le basi umane oltre all'educazione.

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  7. amoretesorocomestaibenecomemiseimancata. uff.e che due ologrammi!ma la gente pensa davvero di avere una vita davanti ?ancora i giochino a nascondino?

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  8. Rootno non ho capito molto, ma direi che tu ed io viviamo il ostro reale realizzabile tutte le volte che possiamo. ed anche con Fin.e una sta in un altro continente e non importa. e quando era qui ci siamo anche viste.qui dico che ci son persone che quando non possono dicono: uhhhh comevorreivedertie quando le metti di fronte alla realizzabilità perdono la parola (e scompaiono- fantasmi viventi prima di diventarlo quando sarà davvero) mmm...mi sa che sono un pochino stramba...

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  9. sulla questione che poi io sia l'unica ad aver mancato un mitico appuntamento beh... porto giustificazione scritta :P

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  10. Usiamo la tecnologia per riscoprire le opportunità della conoscenza, non per restare a distanza impauriti.ecco.c'è stato un momento in cui internet e i contatti virtuali sono stati l'unico modo per me di comunicare all'esterno.poi tutto si è trasformato in un trampolino di lancioe ho il sospetto che non abbia ancora finito di esserlo ;-)

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  11. Movidaah già. manco ci pensavo in verità.ma si la voglio vedere, chissà che ci scrivi e dove...._________________Eagleassolutamentema non è l'unica. non è che se tu vieni a Roma io mi nascondo e non rispondo al telefono...per dire. 

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  12. Sono d'accordo con il fatto che la "finta socializzazione" sia da evitare, soprattutto per noi stessi, perchè non ci dà niente. I numeri degli "ammiratori", dei cosiddetti "amici", sono solo tali e non ci scaldano quando cerchiamo calore...come sempre, in medio stat virtus, è bello avere un blog e frequentare le amiche della community, basta che non siano le sole che consideriamo tali. la vita va vissuta, non passata alla scrivania davanti al pc, per quanto protettivo questo possa sembrare!

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  13. Felice08:51

    Mi piacerebbe capire se il problema sconfina in maniera divesificata secondo il genere dei facebucchiani che fanno parte dei nostri contatti. Noto di solito che i complimenti  che rivolgo al gentil sesso via web sono apprezzatissimi e addirittura sollecitati con le dita che picchiettano sulla tastiera dalle mie pseudoamiche. Ma quelle stesse dita appartengono ad una mano molliccia, gelida, discattata e sudaticcia quando lo stesso complimento è rivolto a tu per tu...quasi a voler sottolineare che in chat il complimento è sacrosanto, mentre dal vivo, in campo reale, viso a viso, sconfina nello stolking. Non ci capisco nulla. Ma  quella volta che ho fatto gli auguri di nozze con un post ad un sconosciuta che aveva ottunuto su FB la mia amicizia e che poi casualmente ho visto in chiesa il giorno del matrimonio e ha mollato per un attimo i parenti per venirmi incontro e ringraziarmi di essere venuto (ma non ero tra gli invitati, purtroppo) beh, ho raggiunto le più alte vette della gioia, mi sono sentito FELICE veramente di aver accettato l'amicizia di una ex conosciuta, virtualmente uscita dal router, e di aver stretto la mano forte, calda, appassionata, sincera, di UNA nuova, vera amica REALE. Sul comportamento maschile non avrei molto da dire. Le amicizie virtuali maschili di solito le cancello dalla lista dei contatti al primo inciampo reale che si verifica a tu per tu. L'indiffirenza reale è da me severamente punita, non c'è possibilità di recuperare, si viene bocciati e basta. Spero di incontrarvi presto REALMENTE, tutti e TUTTE quanti. Grazie e scusate lo sfogo. 

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  14. Macyfrequentare anche le amiche della community è bellissimo.sono (quasi ) sicura che con le amiche di style ci vedremmo se potessimo anche una volta alla settimana, magari non con tutte ma a giro.quello che mi disordienta è che, quando è veramente possibile la frequentazione- non si abbia alla nostra età nessuno strumento comunicativo che non rispondere.ignorare se vuoi.dunque non avere la forza? per dire di no?fuggire ma dove?non so. vi farò sapere tanto sono di coccio. magari mi rompo la testa (e il cuore) ma una risposta la cerco 

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  15. Felicecome ho detto in onestà, non ci capisco molto neanche io.so che a studio molti piangono le stesse cose: e non ho amici, non vedo nessuno, nessuno mi chiama...e dunque da bravo piennellista che starai diventando io chiedo: proprio nessuno nessuno?e tu lo fai per primo?cerchi gli altri ?poi dalle rimembranze dei gruppi di terapia ricordo anche che siamo noi che ci scegliamo chi ci rifiuta.ed allora su questa cosa voglio ancora lavorarci.ma se i faicebokkiani hanno l'alibi che nn li abbiamo mai visti (io a volte per la strada mi chiedo se intorno a me ci fosse qualcuno dei miei contatti intorno a me: saprei riconoscerli io o   ci saluteremmo mai?e si, perchè quelle stesse persone che girano il viso (magari per vergogna timidezza o perchè nn saprebbero cosa dire dopo tanti anni) sono le stesse che chiedono l'amicizia e poi non la usano mai.non ricordo chi l'ha scritto, mi pare gervaso(t'ho guarda chi cito!!) ma l'umanità è fatta per soffrire e ci riesce benissimo!ecco è triste accorgermi (da donna e da professionista) quanto del dolore che ci procuriamo viene dagli altri umani

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  16. ecco ho lasciato una frase a metà (pure)dicevo che i faicebokkiani hanno l'alibi che in realtà non ci abbiamo mai condivso nulla se non qualche click cosa dire di coloro con i quali abbiamo condiviso momenti veramente importanti?o forse- e questo mi chiedevo in fondo- il fatto che io conosca veramente particolari molto intimi fa sì che quelle persone "dopo" non si sentano a proprio agio in una normalissima cena? prego per lo sfogo, figurati mi sono sfogata anche io e conoscendomi non ho ancora finito.a presto- ti scrivo in pvt

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  17. ... ecco. sul fatto che a volte si possa fuggire da una persona che ci ha conosciuto troppo intimamente, con la quale ci siamo scoperte, denudate, confidate, sfogate ci avevo pensato pure io... anzi, è stato il primo pensiero dopo aver letto questo post. poi mi sono detta tu sei la solita che tende a giustificare tutti ;) ... in parte credo sia verosimile.poi spesso sento dire che l'umanità sta andando verso un sempre maggiore accentramento del sé. Dalla famiglia intesa come zii nonni parenti tutti assieme appassionatamente vicini di un secolo fa si è passati alla famiglia tradizionale e ora si tende alla singletudine... Boh sta cosa mi intristisce ma so anche che nei momenti di passaggio la confusione regna sovrana...

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  18. Movidache divertente!! sei la solita che tende a giustificare tutti...io o tu?c'è ancora un altra spiegazione.che è quella di "non gli piaci abbastanza".cioè io a loro (ma c'è anche che loro non si piacciono abbastanza edunque complesso adleriano)e poi si dice le interpretazioni!ma una ragione o anche più di una è utile farsela - almeno per me  

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  19. tu non so ... io sicuro :Pma sto migliorando.non giustifico più. accetto la realtà e mi muovo di conseguenza. :D

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  20. Sono molto fisica nei miei rapporti. Mi piace abbracciare, baciare, coccolare, pastrugnare. Dopo aver vinto il primo istinto di timidezza sono una zecca. Il virtuale è stata un'ottima strada per conoscere nuovi abbracci. Che non necessariamente devono essere materiali. A volte una parola scritta mi ha scaldato più di mille pacche formali sulle spalle.

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  21. Alee lo vedi che l'istinto nn si sbaglia. perchè le pacche sulle spalle, o quei micro pat pat, carezzine che si danno mentre ci si abbraccia sono proprio modi per evitare il contatto perchè l'abbraccio è "troppo" intimo, intenso, forte e attraverso quei micro movimenti si abbassa il livello di intensità.eh?cmq per il pastrugnare scappo. già il nome mi inquieta.:-))

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  22. io ho un bisogno fisico di contatto, sia del corpo che visivo. Amo la tecnologia e mando tantissimi sms, ma meglio di una abbarccio e una bella occhiata non c'è nulla...

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  23.  Interessante questo tuo post perchè, purtroppo tanto vero.Per tante cose mi ci riconosco, ho i miei spazi virtuali che mi piacciono e ci dedico il mio tempo per condividere cose con persone che non ho mai visto. Alcune di queste spero di incontrarle -come è già successo con altri in passato- altre invece no, ci relaziono solo per "incroci" comuni di pixel virtuali. Questo impiego così consistente del virtuale, però, mi ha portata a non volere -ruscire- coltivare il mio reale nel virtuale. Ho un facebook con il mio nome vero, ma difficilmente ci passo, scrivo e-mail e altro, perchè ho proprio bisogno di non farlo, forse per paura che questo prenda il sopravvento ...

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  24. Zoemagari ci incontriamo a Pasqua...:-)no, davvero. non c'è nulla che sostituisca un bell'abbraccio, quell'emozione che prende quando ci si incontra finalmente per la prima volta. che poi sia comodo il web, lo è. ma non può essere l'unico canale relazionale 

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  25. cerco sempre di trasformare quei nomi in parole da sentire anche, ma spesso mi rendo conto che forse, il mio tentativo di allargare il mio spazio non va bene; spesso la gente non si apre ma cerca di aprire gli altri: il risultato è qualcosa che mi sconvolge, muri e poche parole, fredde e inutili...ma non torno a chiudermi, forse ho solo sbagliato direzione...ma come capire quella giusta? rischiando, e riparto.

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  26. Ricciacredo succeda proprio perchè siamo poco abituati quindi magari quando lo facciamo ci mettiamo troppa foga o pochissima, insomma non sappiamo le misure.allora l'allenamento serve soprattutto a noi, un pò chiudiamo e un pò riapriamo

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Ho conosciuto il counseling in un altro paese, altro continente, altra vita. Ho scoperto quanto può essere liberatorio l'essere ascoltati, senza giudizio ed interpretazione, senza consigli. Sono tornata in Italia e ho cominciato a formarmi ed a integrare le mie esperienze di marketing al counseling e alla creatività.


Questo blog nasce per condividere e far conoscere strumenti e possibilità per vivere meglio la nostra vita di relazione e professionale. Paola Bonavolontà


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Counseling is good 4 you: Metri quadri d'esistenza
Metri quadri d'esistenza
Perché un nome è perduto per sempre se nessuno lo chiama. Gian Maria Testa
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