In nome della spontaneità e dell'individualità sfrenata in cui oggi siamo immersi, finiamo per smarrire tutta una serie di punti di riferimento. Sembra che la regola, non scritta e non dichiarata apertamente, comunque sia: fai come ti pare.
Vale tanto per le coppie, quanto per il fatto di crescere dei figli.
Ben pochi si chiedono o riflettono su quale sia la vera ragione di mettere su famiglia, allevare ed educare i figli, avere progetti comuni a breve o a lunga distanza. Ma soprattutto diventa difficile comprendere che la famiglia è il primo nucleo sociale in cui i figli vengono al mondo e si sviluppano. Di conseguenza, è il luogo primario in cui i figli hanno modo di comprendere la necessità di regole, disciplina e responsabilità per la buona convivenza comune.
Tanto in casa che fuori.
Senza tutto ciò - nella coppia e nei confronti dei figli - la confusione, il caos, la mancanza di rispetto dei ruoli, finiscono per sostituirsi alle regole.
Con tutte le conseguenze del caso.
Le regole non sono meri assessori, spiegano gli studiosi, ma sono invece funzionali alla vita comune per facilitare e garantire stabilità e continuità nella convivenza tra individui.
Senza di esse il gruppo, di qualsiasi natura sia, si logora e disgrega. Cosa sarebbe un posto di lavoro se ognuno arrivasse e se ne andasse quando gli pare? E così una scuola, senza orari di ingresso e uscita? Ma anche un luogo di divertimento: un cinema che proiettasse i film in orari casuali, un pub che aprisse a sorpresa? Oppure i mezzi di trasporto: arrivano e partono senza alcun rispetto di orari prefissati. Tutto ciò ha per noi un peso importante nella vita sociale, e ce ne lamentiamo pesantemente se le cose non funzionano. Ne va infatti del nostro buon funzionamento sociale e lavorativo. Ma paradossalmente non riflettiamo su quanto tutto ciò abbia le proprie radici nel primo nucleo di formazione sociale: la famiglia.
Inoltre, le stesse regole possono essere percepite in modo differente dai diversi genitori. Per la madre di una ragazzina potrebbe essere inaccettabile rientrare a casa dopo le 11 di sera. Mentre per il padre, non è così grave se torna dopo mezzanotte, visto che tutto il gruppo di amici fa altrettanto. È chiaro che un disaccordo a monte tra i genitori, sul rispetto di determinate regole, non può che essere percepito in modo distorto e caotico dai figli.
Altrettanto per regole che vengano poste a figli o studenti, ma non siano minimamente seguite né dai genitori né dagli insegnanti.
Non servono a nulla, anzi, ottengono il contrario. Attraverso molti casi reali, tratti anche dalla sua vita personale, Roberto Gilardi, esperto di processi formativi, nel suo manuale "Genitori in regola" (Edizioni La Meridiana).
A cura di Pierangelo Garzia
continua a leggere su www.psychologies.it
Vale tanto per le coppie, quanto per il fatto di crescere dei figli.
Ben pochi si chiedono o riflettono su quale sia la vera ragione di mettere su famiglia, allevare ed educare i figli, avere progetti comuni a breve o a lunga distanza. Ma soprattutto diventa difficile comprendere che la famiglia è il primo nucleo sociale in cui i figli vengono al mondo e si sviluppano. Di conseguenza, è il luogo primario in cui i figli hanno modo di comprendere la necessità di regole, disciplina e responsabilità per la buona convivenza comune.
Tanto in casa che fuori.
Senza tutto ciò - nella coppia e nei confronti dei figli - la confusione, il caos, la mancanza di rispetto dei ruoli, finiscono per sostituirsi alle regole.
Con tutte le conseguenze del caso.
Le regole non sono meri assessori, spiegano gli studiosi, ma sono invece funzionali alla vita comune per facilitare e garantire stabilità e continuità nella convivenza tra individui.
Senza di esse il gruppo, di qualsiasi natura sia, si logora e disgrega. Cosa sarebbe un posto di lavoro se ognuno arrivasse e se ne andasse quando gli pare? E così una scuola, senza orari di ingresso e uscita? Ma anche un luogo di divertimento: un cinema che proiettasse i film in orari casuali, un pub che aprisse a sorpresa? Oppure i mezzi di trasporto: arrivano e partono senza alcun rispetto di orari prefissati. Tutto ciò ha per noi un peso importante nella vita sociale, e ce ne lamentiamo pesantemente se le cose non funzionano. Ne va infatti del nostro buon funzionamento sociale e lavorativo. Ma paradossalmente non riflettiamo su quanto tutto ciò abbia le proprie radici nel primo nucleo di formazione sociale: la famiglia.
Inoltre, le stesse regole possono essere percepite in modo differente dai diversi genitori. Per la madre di una ragazzina potrebbe essere inaccettabile rientrare a casa dopo le 11 di sera. Mentre per il padre, non è così grave se torna dopo mezzanotte, visto che tutto il gruppo di amici fa altrettanto. È chiaro che un disaccordo a monte tra i genitori, sul rispetto di determinate regole, non può che essere percepito in modo distorto e caotico dai figli.
Altrettanto per regole che vengano poste a figli o studenti, ma non siano minimamente seguite né dai genitori né dagli insegnanti.
Non servono a nulla, anzi, ottengono il contrario. Attraverso molti casi reali, tratti anche dalla sua vita personale, Roberto Gilardi, esperto di processi formativi, nel suo manuale "Genitori in regola" (Edizioni La Meridiana).
A cura di Pierangelo Garzia
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ma chi sei? la tata Lucia sotto copertura? ancgolo cazzata a parte, sono PIENAMENTE concorde sul dare e darsi delle regole all'interno di una famiglia. Senza regnerebbe il caos
RispondiEliminaPer quel che ho avuto modo di sperimentare io, i mezzi di trasporto gli orari prefissati non li rispettano quasi mai. Bisognerebbe avvisare Trenitalia e le Nord che il loro comportamento sconsiderato rovina la società! Per il resto concordo su tutto. Credo di aver fatto un discorso simile a mio figlio di 3 anni l'altro giorno. Lui però non mi pareva molto interessato...
RispondiEliminaCara Cri mi piacerebbe. questo post è la versione mild della mia odierna rabbia intensa per le conseguenze di chi non rispetta le regole.ma forse ce la farò a scrivere e così si capirà meglio.
RispondiEliminaCara V stefitrenitalia è assolutamente per la parità nord sud. sporco, ritardi e costi alti. una vera chicca italiana.quanto al tuo treenne...mumble..sono tostissimi già da piccoli ma proprio per questo dopo - pare- sia tardi per correre ai ripari
RispondiEliminaallora aspetto che "forse" ti spieghi meglio... ma sei forte anche se "forse" non ti spieghi
RispondiEliminaE'' inutile dire che le regole possono essere (+ o -) buone per chi le detta ma non per chi vi si deve adeguare. Già è tanto se chi le detta vi si adegua ma chi vi si adegua solo lo percepisce come un sopruso. Una variante: discutere (entro certi limiti) o come si dice in diplomazia, negoziare, avendo ben chiaro fin dove si può cedere. questo concede un po'' di ruolo attivo anche a chi deve solo adeguarsi (oh, ma guarda un po'' è proprio quello che succede nella pratica, a volte). Ma il ruolo familiare è marginale, da un certo punto in avanti. In pratica, se i genitori mantengono comunque un appeal il giovane se ne giova ma sembra non riconoscerlo. in caso contrario invece sono più visibili gli effetti deleteri.la società non mi piace. cede troppo alla pubblicità , al capitalismo, all''edonismo, cose che non generano collaborazione ma solo competizione o complicità . si rimane confusi. i giovani poi sono sensibili all''inclusione. se li escludi ne soffriranno (ognuno per il suo gruppo). che fare?per esempio sembra che vada molto di moda tra i giovani bere alcolici. l''industria cerca di (dis)educarli da giovani, alcolizzando innocue bevande analcoliche (in origine). dire semplicemente no sembrerebbe brutto? ma non solo al giovane consumatore, anche al vecchio produttore. i giovani poi difficilmente imparano con le lezioni (di comportamento) ma per imitazione. già non sarebbe male, in assenza di comportamenti positivi, eliminare almeno quelli francamente negativi.una domanda infine: alcune regole sono sempre e comunque valide?
RispondiEliminaPaole regole che io credo valide sono la buona educazione. quella che per far godere uno deve far male ad altri.ovvero sei libero di fare quello che vuoi senza invadere la libertà degli altri.esempio: fumare.bere appunto come dici tucorrere in macchina.se vuoi coinvolgere gli altri, scegli hobbies più sociali.mi sembra che le persone attraverso gli eccessi pensino di costruirsi un posto, un ruolo da figo. certo, se Corona diventa un esempio di uno che ce l'ha fatta.vabbè.sono avvelenata.e anche ossessiva compulsiva quel tanto che riesco ad ammettere e vedere.odio alcune regole, odio chi le impone solo perchè così si è sempre fatto.le regole possono essere modificate a vantaggio della comunità.sennò subiamo i soprusi di alcuni.e allora meglio godere delle regole vivendo meglio tutti.
RispondiEliminaLe regole possono essere "migliorate". Credo che i bambini abbiano assolutamente bisogno di regole, un mondo senza nessuna limitazione li destabilizza e li fa sentire senza guida. Nella scuola materna del mio piccolo c'erano dei bulli. Cinquenni, per fortuna quest'anno passano alla costosissima scuola privata dei salesiani e si tolgono dai tre passi canonici.La madre di uno di questi bulli, richiamata dalla maestra che lamentava l'estrema aggressività e l'assoluta mancanza di disciplina del pargolo, ha risposto che "pagava fior di quattrini per mandarlo alla scuola delle domenicane proprio perché le imparasse quelle regole".Comodo delegare ad altri mentre passi le giornate tra estetista, corso di tecnofitness e negozio di Prada.
RispondiEliminapsycologies è una delle mie riviste preferite...quanto a bambini e regole: pienamente d'accordo (l'anarchia è destabilizzante e foriera di caos...e solo nella casa delle libertà puoi fare il ccc che ti pare...ma quella è un'altra storia...)bax
RispondiEliminaClaudiarbinfatti pensavo: imparano che le regole non si seguono, che si fanno leggi per aggirarle. quando ci sono non le fanno rispettare o si cambia dichiarazione il giorno dopo.sicuro sono confusi.le regole sono soprattutto confini, contenimento e i bambini ne hanno bisogno per crescere.
RispondiEliminadopo la famiglia, c'è il condominio... io sono avvelenata con la mancanza di regole di tutti i miei vicini che hanno figli e mi hanno stretto come un companatico tra di loro: di sotto e di sopra devo subire le loro mancanze di regole... urla, corse, giochi a palla e chi più ne ha più ne metta. Sfido chiunque a vivere tra 3 famiglie che hanno stessi comportamenti principalmente quando io voglio cenare...
RispondiEliminaMa bisogna, per forza, accettare i figli degli altri, quando i tuoi li hai già cresciuti sempre nel rispetto degli altri? E se no, cosa bisogna fare, se i genitori ti mandano via con "questo è il nostro bambino. lei sa cosa siano i bambini?" Farsi il harakiri?!
Maddy,
RispondiEliminahai tutta la mia comprensione.
la mia vicina mi ha risposto se prentendessi che legassero i piedi al loro figlioletto di 7 anni.
e' ovvio che possiamo pensare a molte risposte.
a me basterebbe che concordassimo una sola ora di corsa al giorno.
io sto pensando di cambiare casa, con tutti i costi che questo comporta, oppure di aggiungere ulteriore insonorizzazione.
purtroppo le persone confondono, a danno anche dei loro stessi figli, l'essere bambini con l'educazione.
così i "piccoli" crescono senza considerazione alcuna degli altri, senza conoscere i famosi "no" che aiutano a crescere, e poi una volta adulti non riescono a gestire nessun tipo di no o di frustrazioni con effetti devastanti per tutti.
Grazie per la solidarietà!
RispondiEliminaAnche la mia vicina mi ha detto "cosa vuole, che lo sediamo?"
Io le ho risposto: "no, signora, che lo educhi. se non è capace, lo mandi giù da me" e mi ha sbattuto la porta in faccia.
Proprio in questo momento quelli di due piani sopra stanno saltando. Il rumore è simile a tante casse piene sbattute per terra. Una sera ho vomitato dal nervoso e dal mal di testa.
Noi abbiamo la casa in vendita, non ce la facciamo più. Ma non si vende e io finirò in psichiatria...