In questi giorni sono tornata al lavoro ma continuo in parte a mio modo la vacanza con tante letture e film, recuperando tutto quello che non ha trovato spazio durante l'inverno.
Libri e cinema offrono l'opportunità di assistere, conoscere, partecipare, rivedere parti di se o di chi abbiamo conosciuto raccontate da autore bravissimi nel tracciare storie e profili psicologici.
Non mi sorprendo che mi sia "capitato" un film L'amore nascosto intenso, fortissimo.
Affronta in modo diretto un tabù: l'idea che l'amore materno possa restare "nascosto", celato da un desiderio di autodistruzione, e che il "miracolo della nascita" possa anche convivere con ombre conflittuali e di una patologia che può tramandarsi di generazione in generazione.
La maternità come trauma, dunque, del regista italiano Alessandro Capone, protagonista Isabelle Huppert - Nastro d'Argento Europeo per l'interpretazione del personaggio di Danielle, madre costantemente sull'orlo del suicidio per non riuscire ad amare la figlia che non avrebbe voluto, quelle pulsioni autodistruttive e selvagge che sono ciò che la rendono una delle interpreti più coraggiose e straordinarie di sempre e che le hanno permesso di proseguire una volta di più nella sua personale indagine sulle pulsioni più irrazionali dell'animo umano.
Ho ripensato ovviamente a chi desidera tanto un bambino e deve rinunciare per motivi medici.
A chi non sa ancora se un giorno potrà riaffrontare una gravidanza dopo un lutto perinatale.
Nella rabbia che riconosco mia (il lutto è a fasi e il dolore può essere più lieve, lontano, vicino, acuto, nostalgico, malinconico. Ma c'è) riaffronto il tema, da un altra angolazione.
Il film non è una finzione. E' solo una lente d'ingrandimento su realtà che esistono.
Come quella mia (ex) amica che stizzita ha rifiutato di prendere in braccio la sua prima figlia in sala parto perché le avrebbe sporcato la camicia da notte.
Esiste un senso. Lo so. Esiste. Ognuno ha il suo percorso nella vita e una lezione da apprendere.
Se le persone imparassero ad ascoltarsi nei propri desideri e rispettarsi, decidere per se e non per quello che la società si aspetta da loro, ci sarebbero forse meno persone infelici.
Il matrimonio, cosi' come la maternità sono una scelta non un imposizione.
Puoi (quando puoi) se vuoi. Non Devi.
Libri e cinema offrono l'opportunità di assistere, conoscere, partecipare, rivedere parti di se o di chi abbiamo conosciuto raccontate da autore bravissimi nel tracciare storie e profili psicologici.
Non mi sorprendo che mi sia "capitato" un film L'amore nascosto intenso, fortissimo.
Affronta in modo diretto un tabù: l'idea che l'amore materno possa restare "nascosto", celato da un desiderio di autodistruzione, e che il "miracolo della nascita" possa anche convivere con ombre conflittuali e di una patologia che può tramandarsi di generazione in generazione.
La maternità come trauma, dunque, del regista italiano Alessandro Capone, protagonista Isabelle Huppert - Nastro d'Argento Europeo per l'interpretazione del personaggio di Danielle, madre costantemente sull'orlo del suicidio per non riuscire ad amare la figlia che non avrebbe voluto, quelle pulsioni autodistruttive e selvagge che sono ciò che la rendono una delle interpreti più coraggiose e straordinarie di sempre e che le hanno permesso di proseguire una volta di più nella sua personale indagine sulle pulsioni più irrazionali dell'animo umano.
Ho ripensato ovviamente a chi desidera tanto un bambino e deve rinunciare per motivi medici.
A chi non sa ancora se un giorno potrà riaffrontare una gravidanza dopo un lutto perinatale.
Nella rabbia che riconosco mia (il lutto è a fasi e il dolore può essere più lieve, lontano, vicino, acuto, nostalgico, malinconico. Ma c'è) riaffronto il tema, da un altra angolazione.
Il film non è una finzione. E' solo una lente d'ingrandimento su realtà che esistono.
Come quella mia (ex) amica che stizzita ha rifiutato di prendere in braccio la sua prima figlia in sala parto perché le avrebbe sporcato la camicia da notte.
Esiste un senso. Lo so. Esiste. Ognuno ha il suo percorso nella vita e una lezione da apprendere.
Se le persone imparassero ad ascoltarsi nei propri desideri e rispettarsi, decidere per se e non per quello che la società si aspetta da loro, ci sarebbero forse meno persone infelici.
Il matrimonio, cosi' come la maternità sono una scelta non un imposizione.
Puoi (quando puoi) se vuoi. Non Devi.
... mi dai un sacco da pensare con questo post...magari ci sentiamo più tardi, buona giornata
RispondiEliminae te credo che sia ex amica.
RispondiEliminacrilo so. ci ho pensato se pubblicarlo o meno...._________Alesai quante camice da notte sarei disposta a tagliare, bruciare e buttare dalla finestra???????!!!!!!!!!!
RispondiEliminaBello, toccante e sacrosanto.E lo so che taglieresti, bruceresti e butteresti tonnellate di biancheria dalla finestra. lo farebbe anche mia sorella. Come dici esiste un senso... spero di esserti/vi vicina per aiutarti/vi a cercarlo e di essere presente per vederti/vi quando lo troverete...
RispondiEliminaappunto. ma a volte è il vuoi/puoi che non è automatico. purtroppo. e ammetto che a volte chi può e fa ma non vuole un po' mi fan rabbia. a volte. quando ci penso. per il resto... ci sono gli swaroski...
RispondiElimina@ root. ça va sans dire... :)
RispondiEliminaun messaggio toccante che fa riflettere, ma che aiuta ad aprire anche un pò il cuore all'altro......solo nel momnto in cui si decide e si vuole farlo!Bacioni!
RispondiEliminaPallina...belle emozioni?boh._____________________Trafficgià . uffi.grazie______________________Roota quel caso ancor4a non ci pensavo. certo certo swaroski. tanto tra un pò è il nostro compleanno, no?________________________Cara Bhadrae soprattutto decidere con la propria testa e il proprio cuore
RispondiEliminaio ho voluto con tutta me stessa, ma non è stato facile "poterlo". Ma alla fine ho voluto e potuto. Ora sono felice, ma non è mai facile, non è mai bianco o nero... non sempre se si vuole si può.angolo cazzata: IO PUO' ;-)
RispondiEliminaCriper quello ho ripubblicato il post del mondo a colori.certo non è tutto bianco o nero. ma quando si ha una preferenza andrebbe seguita e non forzato l'inverso.più o meno quello volevo dire.angolo cazzata: mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco
RispondiEliminaConosco una donna che tutti i bambini amano.Lei è come una calamita,li attira,li avvolge,li coccola ,li fa sentire speciali!!!Quando questa donna si è sposata,aveva 32 anni,tutti dicevano che i suoi figli sarebbero i più fortunati..Questa donna ha voluto tanto figli,ha provato qualsiasi cosa,ma 20 anni fa,le possibilità erano limitate.Alla fine si è rassegnata.Aveva un problema lei ma anche il marito..Questa donna ha continuato ad amare i bambini,ha 4 nipoti che adora.Io sono la prima,la più grande perchè questa donna unica è mia zia,la sorella di mia madre...
RispondiEliminaecco Marinaki. la tua figura femminile positiva. ero sicura ci fosse stata nella tua vita.lei è la mia ...cioè io spero di diventare la sua zia di riferimento
RispondiEliminaNon riesco a vedere bene la foto,ma ho una simile in braccio alla mia zia,al mare...Tifo per te e per lei e sono sicura che ce la farai!Lei è stata la mia leggerezza.Mi ha sempre accettata per quello che sono.E' stato un sollievo averla nella mia vita! Un bacio grande a tutte due!
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