Il mio barattolo è un contenitore di vetro trasparente a volte lucidissimo, altre volte un po' appannato e velato al punto da non riuscire a guardarci bene dentro.
Quando è limpido vi scovo dentro fermoimmagini di strette strade sterrate, bambine che corrono su di un terrazzo, cani e gatti da accarezzare, volti da imparare a memoria, da disegnare senza domandare.
C'è il mare d'inverno, una spiaggia isolata, qualche foto a colori, qualche altra in bianco e nero.
C'è un albero di ciliegio con rami intrecciati, frutti rossi e succosi, una maglietta bianca e dorata.
Ci sono vagabondaggi per l'Italia in una macchina azzurra, mani rugose che salutano da un finestrino, risate di cuore a non finire.
Quando è trasparente, il barattolo mi regala anche odori, rumori.
I profumi del colore ad olio su una tavolozza, delle pagine di un libro, della pelle bruciata dal sole estivo, l'odore dei pneumatici bagnati dopo un temporale, le caldarroste e i popcorns scoppiettanti nella pentola sul fuoco, i nastri gracchianti di un mangiacassette, le note di una melodia ridondante.
Poi c'è il profumo più bello, quello che non puoi descrivere.
L'odore della pelle di un bambino appena nato, quell'odore che un po' ti appartiene, che è un po' tuo, ma allo stesso tempo così diverso da te.
Sono istantanee in perenne aggiornamento.
Il barattolo trasparente non pare aver fondo, c'è sempre posto per i ricordi belli.
Poi, a volte, il barattolo è appannato.
La sensazione a guardarlo è quella di una giornata di nebbia, i contorni sfuocati, le immagini non ben definibili. Fa un po' freddo ed è un freddo un po' fastidioso, umido.
Di quei freddi che entrano nelle ossa, di quelli che vorresti tornare a casa ad assaporare un po' di calore.
Nel barattolo opaco, ci sono lacrime, ginocchia un po' sbucciate.
C'è qualche rimorso, qualche rimpianto, qualche bugia troppo grossa e qualche sguardo sfuggente. Qualche ferita parzialmente rimarginata, qualche altra aperta e che brucia ancora.
C'è il dolore immenso delle perdite, della certezza di non ritrovarsi, della consapevolezza di non sentire più alcune voci, Che poi chissà perchè le voci sono le prime che dimentichi.
O almeno, così pare.
Anche in questo caso, il barattolo non è mai pieno.
C'è spazio anche per i ricordi tristi.
Perchè i due barattoli sono io, è la mia vita.
A volte lucida, a volte opaca.
A volte trasparente, altre di difficile interpretazione.
Le istantanee dentro sono piccole parti di me che come in un puzzle mi costruiscono.
E a volte questi pezzi di me non si incastrano tra di loro, perchè non hanno ancora trovato la giusta collocazione e chissà se mai la troveranno.
Intanto però sono al sicuro nel barattolo dei ricordi.
emozionato da TrafficJam e pubblicato col suo consenso
Quando è limpido vi scovo dentro fermoimmagini di strette strade sterrate, bambine che corrono su di un terrazzo, cani e gatti da accarezzare, volti da imparare a memoria, da disegnare senza domandare.
C'è il mare d'inverno, una spiaggia isolata, qualche foto a colori, qualche altra in bianco e nero.
C'è un albero di ciliegio con rami intrecciati, frutti rossi e succosi, una maglietta bianca e dorata.
Ci sono vagabondaggi per l'Italia in una macchina azzurra, mani rugose che salutano da un finestrino, risate di cuore a non finire.
Quando è trasparente, il barattolo mi regala anche odori, rumori.
I profumi del colore ad olio su una tavolozza, delle pagine di un libro, della pelle bruciata dal sole estivo, l'odore dei pneumatici bagnati dopo un temporale, le caldarroste e i popcorns scoppiettanti nella pentola sul fuoco, i nastri gracchianti di un mangiacassette, le note di una melodia ridondante.
Poi c'è il profumo più bello, quello che non puoi descrivere.
L'odore della pelle di un bambino appena nato, quell'odore che un po' ti appartiene, che è un po' tuo, ma allo stesso tempo così diverso da te.
Sono istantanee in perenne aggiornamento.
Il barattolo trasparente non pare aver fondo, c'è sempre posto per i ricordi belli.
Poi, a volte, il barattolo è appannato.
La sensazione a guardarlo è quella di una giornata di nebbia, i contorni sfuocati, le immagini non ben definibili. Fa un po' freddo ed è un freddo un po' fastidioso, umido.
Di quei freddi che entrano nelle ossa, di quelli che vorresti tornare a casa ad assaporare un po' di calore.
Nel barattolo opaco, ci sono lacrime, ginocchia un po' sbucciate.
C'è qualche rimorso, qualche rimpianto, qualche bugia troppo grossa e qualche sguardo sfuggente. Qualche ferita parzialmente rimarginata, qualche altra aperta e che brucia ancora.
C'è il dolore immenso delle perdite, della certezza di non ritrovarsi, della consapevolezza di non sentire più alcune voci, Che poi chissà perchè le voci sono le prime che dimentichi.
O almeno, così pare.
Anche in questo caso, il barattolo non è mai pieno.
C'è spazio anche per i ricordi tristi.
Perchè i due barattoli sono io, è la mia vita.
A volte lucida, a volte opaca.
A volte trasparente, altre di difficile interpretazione.
Le istantanee dentro sono piccole parti di me che come in un puzzle mi costruiscono.
E a volte questi pezzi di me non si incastrano tra di loro, perchè non hanno ancora trovato la giusta collocazione e chissà se mai la troveranno.
Intanto però sono al sicuro nel barattolo dei ricordi.
emozionato da TrafficJam e pubblicato col suo consenso
Ohhhh che sorpresa ritrovarlo ancora... <3 <3
RispondiEliminaeccerto. mica questo si cancella!!
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