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Sotto il tappeto

Un amica, che tra l'altro scrive benissimo ed è bravissima a far ridere e piangere anche,  racconta nel suo blog del rapporto difficile con la sua mamma e delle sue conseguenze.
Un rapporto di amore che non ha saputo esplicitarsi nel suo modo semplice e sano, e ne sceglie altri.
Sceglie la malattia.

Di occuparsi di sua figlia unicamente attraverso il dolore, il fastidio.

Le ha dato attenzioni al negativo, confermandole, anzi suggerendole di continuo ciò che non sarebbe mai riuscita ad avere. O ad essere.
Non ere la figlia che avrebbe voluto.
Lei si sposava e la mamma partecipa come ad un funerale.
Tutto al negativo solo nel dolore mai nella gioia.

E i commenti mi  lasciano capire quanto ognuna/o procede per tentativi.
Si incarta, si costringe, si avvolge in fili contorti cercando una sua strategia mentale di sopravvivenza.
Ogni commento tradisce il proprio dolore mai consolato che consiglia ad un altro la sua strategia fai da te, da non ci pensare a lascia stare.
Ehi, dico io.
Sarebbe bello avere il pulsante:
  • dimentica
  • non ci pensare
  • sorridi e guarda avanti

Purtroppo non funziona così.
Sennò chissà in quante occasioni lo potremmo usare quel pulsante lì.

Chi non si è mai sentito dire: non ti arrabbiare?
Un consiglio utile? No. Fa male o non serve proprio a niente (o forse ci fa arrabbiare anche di più).
Chi ha mai provato che più cresce e più somiglia alle parti NON amate dei genitori?
ecco.
chist'è o fatt
non è sufficiente dire: non sarò mai come lei/lui/loro.
non farò mai ciò che ha fatto mamma e/o papà.

ma davvero ...
Si continua a soffrire piuttosto di rivolgersi ad un professionista.
Lo diceva uno dei miei terapeuti (anche piuttosto belloccio purtroppo il che fa della terapia uno strumento più difficile ancora da fruire) che è più facile soffrire che risolvere.
Che c'è chi si crede più interessante attraverso la sofferenza (ma come dicevo nel post precedente senza rendersi conto che è lei che soffre)
Mi aiutate a capire com'è che si preferisce soffrire piuttosto che cercare di risolvere?

Perché per un mal di denti si va da un dentista e invece per tanti dolori così si cerca a tutti i costi di smatassarseli da soli senza rivolgersi a un aiuto competente?
Perché per mettere in ordine i capelli si va dal parrucchiere e per mettere in ordine i pensieri non si va da nessuno?
Perché si spendono soldi per le unghie e i massaggi ma per farsi le unghie nella vita o farsi massaggiare l'anima nisba?

Voglio raccontarvi questa.
Ieri un omone alto quasi due metri, che non entra neanche nella poltrona a studio mi dice:
ma lo sai che ogni volta che vengo qui mi sorprendi?

io gli ho risposto:
sei tu che sorprendi te stesso.
perché ora vedi la meraviglia che è in te invece di quello che pensavi ci fosse da nascondere e vergognarti e che secondo te non andava.


Ecco.
Io quando vedo le persone che lasciano la sofferenza e smettono di portarla sulle spalle e vivono più felici con i loro amori di vita (figli, genitori e compagni) mi dico se la mia sofferenza ha portato a questo la mia vita, la mia presenza e la mia esperienza serve ad altre vite. Non è stata vana ed io non avrò vissuto invano.
Ma non è dicendo:
non ci pensare e chi te lo fa fare e dimentica o dando qualsiasi altro consiglio che si fa.
Consulere è più consolare che consigliare.
Il consiglio ce lo sappiamo dare benissimo ( senza seguirlo) da soli.

Scegliete di smettere di soffrire.
Scegliete di risolvere.
Scegliete di conoscere i doni che avete dentro senza ignorare malamente le ferite, senza ricacciarle sotto i tappeti della vostra anima, che creano i bozzi e i bozzi fanno male.

leggi anche :perche non ci rivolgiamo ad un professionista ed ancora No certo che no
poi  Un motivo per un percorso di counseling  

Commenti

BLOGGER: 27
  1. E hai ragione..Pochi scelgono la via dell'aiuto.Pensi dipenda dalla cultura??Dalla mentalità??

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  2. già già giàposso dire, dal canto mio, che un po' è giusto chiedere aiuto, un po' è giusto fare da soli. cioè, in realtà è una deformazione mentale, mi piace fare da sola, però poi ti leggo e mi viene anche voglia di fare un po' insieme

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  3. Soffrire è cosa da donne, anche se gli uomini ci riescono benissimo ma lo ammettono meno facilmente. Se non fosse prerogativa quasi esclusivamente femminile mi spieghi perché molte donne rifiutano l'epidurale per partorire perché "senza dolore si perde il senso del parto"?Io ho seguito i miei percorsi, ho chiesto aiuto. L'ho ottenuto da due professioniste in situazioni forse non ortodosse ma che mi hanno aiutato a capire tanto e perdonarmi cose che poi non avevo da farmi perdonare. però le ferite , lo dici anche tu, non è giusto ignorarle. E a volte le cicatrici tornano a prudere. Parlarne o meglio scriverne, per me, è un'ottima terapia.E grazie. Di tutto.

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  4. Lanuitdalla cultura certo, perchè in america si dice di andare dal counselor come del giornalaiodal fatto che in Italia la famiglia è intoccabile, i figli so pezz e core e i panni sporchi si lavano a casadalla paura, e non da ultimo, dal fatto che, al contrario che in altri paesi, in Italia nessuno ti rimborsa la spesa.

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  5. Fintu sai che io trovo da sempre anologie tra noi. ehehe cioè analogie.io sono stata una donna fortissima. ho scalato l'himalaya e l'uluru.ho fatto il soccorso alpino. recuperato dalle piste persone scommate di sangue come si dice a npoli. andata a vivere fuori casa a 21 anni etc etc (ed anche accì !!)ma ho imparato che da sola posso studiare, anche capire ma per cambiare ci vuole l'altro.se ci è mancato qualcosa nella relazione, è nella relazione che si ripara. non nei libri.ed è anche bello, perchè molti pezzi del mio percorso sono stati bellissimi.alcuni è vero schifosi, altri dolorosi, ma altri appunto meravigliosi.e senza, credo sarei ancora single, perchè non lasciavo avvicinare nessuno.(che outing!!)

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  6. Ale 66io di epidurale proprio non ne sono nulla (ma stavo pensando a un post sull'invidia delle panze- ormai superato ma dopo un anno di colloqui!!!!)e questo periodo i mei clienti uomini hanno superato di numero le donne.il che mi riempie di piacere perchè significa che si fidano e si sentono al sicuro e ben condotti etc con me.e poi...gli uomini sono sempre figli di donne. e dunque sempre lì andiamo a pararea proposito di ferite da grattare...si quelle fanno male per anni e sono ignobili. quando meno te lo aspetti ZAC e tu non lo sai ma l'inconscio è più veloce di te a fare il sarto e collegare situazioni che in apparenza non c'entrano nulla.io stanotte sgarzula sono andata a lavorare (su di me intendo) e sono uscite fuori delle cose che ho terminato e lasciato lì dicendo: e mò che l'ho visto e riconosciuto, che me ne faccio??a domenica la risposta.aghhhhhhhhhhhhhhhhhhhlamentemente e il corpo ? va a renne. capiscimi a me

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  7. marinaki11:12

    Ho letto anch'io il blog.Lo leggo sempre,non scrivo mai.Mi sono riconosciuta.Mia madre soffre anche quando non risponodo al telefono subito.Io vivo con il cellulare in mano e se mi trovo in un posto dove non prende devo chiamare prima per farlo sapere e anche dopo..Come si fa a risolvere un rapporto cosi con la propria madre?Come si fa a non soffrire?Ti scrivo e piango perch' anche oggi che ho chiamato a fare gli auguri mi sono sentita cosi poca,cosi inadeguata,cosi cattiva figlia che crea solo problemi alla madre.Mamma ti voglio bene!Lei fredda freddissima:Si,si come no...Come posso pensare che io dentro di me ho qualche dono quando la madre in ogni occasione,ripete che i figli portano solo sofferenze,preoccupazioni e problemi?Ho scelto la psichiatria.Studio tanto,tantissimo ma forse devo iniziare ad applicarmi di più,forse devo inziare un lavoro serio su di me.Altrimenti come faccio ad aiutare gli altri?Come faccio a diventare utile al paziente che arriverà da me?Mi scuso tanto per lo sfoggo.Ma è stato brutto,anche se dovrei essere abituata ormai...Buona giornata.Buona domenica.Grazie.

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  8. Marinakirespira.l'inadeguatezza è un onda che lambisce le nostre vite e la cui ciclicità a volte rallenta, altre ci inonda con forza e freddezza.Sai che io seguo una psicoterapeuta da un pò. la differenzza è stare nello studio (anch'io studio tantissimo) e stare nel cuore.risolvere non è capire, ma aiutare a guarire il cuore.le ferite e quello non succede attraverso i fogli di un libro.quando vorrai scegli un percorso di accoglienza e di cuore. solo accogliendo senza giudizio e con compassione le nostre ferite possiamo andare oltre ed accogliere e comprendere quelle di altri.se oggi da adulta senti tanto dolore, pensa com'è stata la tua infanzia.come si è sentita quella bambina. piccola, in colpa, in un angolo, ferita e spaventata.ecco, io oggi ascolto la mia bambina.oggi ha una voce anche lei spaventata, dice che la metto in pericolo e la costringo a subire chi le fa male.ho fatto il solito ponte di me allora e di me ora.allora non potevo. ero impotente. e ora solo ora che veramente posso prendermi cura di quella bimba maltrattata e ferita.esposta al freddo posso coprirla ora.farle prendere il calore che non ha avuto allora.non posso dirle: basta. cresci. hai inventato tutto. quante storie.quanto stai facendo pagare a noi tutti.l'ascolto, quella voce flebile piano piano si fidera, sentira di poter parlare senza essere giudicata e si sentirà al sicuro e coccolata.coccolaterapia. se ti va, vieni anche tu qua.ci prendiamo cura in due di queste bimbine che ritroveranno il sorriso e la voglia e il diritto di giocare 

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  9. marinaki12:18

    Ti leggo e piango ancora di più.Ogni tua parola mi tocca realmente e profondamente e so che questo pianto,in questo momento è liberatorio.Per questo ti ringrazio mille volte.Rileggero più tardi ,con lucidità per capire meglio il significato di queste parole.Ti dico,però, che ho sempre letto questo blog,ho scritto meno per timidezza e per paura di essere pesante.Altri mille grazie ancora.marina

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  10. Per il corpo prova con il limone svedese.

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  11. alcune amiche mi hanno detto "io sono andata a parlare con qualcuno e non mi è servito a un bel niente". io dico che secondo me bisogna andarci veramente motivati ad ammettere di avere un problema. penso che molte persone in realtà siano terrorizzate dal guardare veramente dentro di sè, terrorizzate dall'ammettere le proprie debolezze. so bene che i fantasmi fanno paura, e il salto nel vuoto pure. secondo me è anche e soprattutto per questo che non ci si fa aiutare. per esempio io ci ho messo un anno per riuscire ad ammettere di avere una fo....tissima paura di essere abbandonata, di rimanere sola, di non essere apprezzata. quindi dal mio punto di vista quel che frena è la paura di scoprire cose inaccettabili.

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  12. Clohai delle amiche che sanno svalutare bene!! sul modello" un calcio giù per la scarpata".intanto nessuno da fuori può giudicare come stavi prima e come stai oraeffettivamente la paura di trovare qualcosa di "grave" la capisco. il fatto è che non si pondera cosa si conquista...che è moooolto di più

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  13. immagina (ora che hai superato l'invidia delle panze) una donna incinta che bussa alla porta di una psicologa e dice: salve, sono qui perché vorrei non diventare come mia madre. si può far qualcosa? e si sente rispondere certo, parliamone!quella donna sono io, 4 anni fa. e ne stiamo ancora parlando. anche se per la verità parliamo anche d'altro, ormai.le ferite ignorate non si curano. e tornano a far male. ed il perdono altrui, ma anche l'autoperdono, è un'ottima cura. sì.:-)ps: @ ale : io niente epidurale, per la cronaca. :-)

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  14. semplicemente perchè crogiolarsi dentro l'infelicità è più semplice... perchè il dolore ci porta all'elegiaco stato della non scelta che è così suadente per chi è fragile come me... perchè impegnatsi nel cercare la propria felicità denuda...

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  15. My dear Cembsi pensavo acnche a te quando l'ho scritta!!(sta cosa delle panze ops )

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  16. PTCanche un pull di cachmere vecchio è comodo. ma non ci usciresti tutti i giorni, no?se per te è comodo dove sei, non farai mai nulla per cambiare.quando, per qualche motivo, ti accorgerai di stare sprecando tempo nell'infelicità, allora ti darai una mossa ed invece di uscire a fare shopping, godrai pagandoti corsi a destra e a manca.se vuoi...ehehe questo il mio prossimohttp://artcounseling.wordpress.com/2010/05/10/la-vita-in-chiaro/

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  17. ps. PTC nessuno ti chiederà di spogliarti;-)))))))))))

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  18. Ciao, link messo ieri ;-)

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  19. Psyti ho detto che non avevo da dubitare!merci

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  20. riprendo il commento a marinaki....just breathe....già perchè come si dice qui dalle mie parti "ti ho fatto e ti disfo"...il problema è che poi bisogna ricostruirsi e spesso certe crepucce rimangono dentro

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  21. Solèciaoooo e ciauuu e bentornata.per le crepette del viso ci sono le cremine e per quelle del cuore c'è..ops con che cosa fa rima questa?meglio non dire.baciuz

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  22. la mia anima non ha più tappeti.

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  23. e già si moma va(bella collezione di esclamazioni)

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  24. prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

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  25. Anonimo09:54

    meraviglioso post: esattamente le parole che ho nel cuore! grazie
    Federica

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  26. Federica,
    è sempre bello averti qui
    bacio e abbraccio

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Ho conosciuto il counseling in un altro paese, altro continente, altra vita. Ho scoperto quanto può essere liberatorio l'essere ascoltati, senza giudizio ed interpretazione, senza consigli. Sono tornata in Italia e ho cominciato a formarmi ed a integrare le mie esperienze di marketing al counseling e alla creatività.


Questo blog nasce per condividere e far conoscere strumenti e possibilità per vivere meglio la nostra vita di relazione e professionale. Paola Bonavolontà


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Counseling is good 4 you: Sotto il tappeto
Sotto il tappeto
Si continua a soffrire piuttosto di rivolgersi ad un professionista. Lo diceva uno dei miei terapeuti (anche piuttosto belloccio purtroppo il che fa della terapia uno strumento più difficile ancora da fruire) che è più facile soffrire che risolvere. Che c'è chi si crede più interessante attraverso la sofferenza (ma come dicevo nel post precedente senza rendersi conto che è lei che soffre) Mi aiutate a capire com'è che si preferisce soffrire piuttosto che cercare di risolvere?
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