nel mio barattolo c'è una rosa del deserto, bellissima e regale nella sua statica immobilità. arida, come solo il deserto sa essere. e da maneggiare con estrema cura, giacché lei che pietra non è, della pietra ha preso il cuore e sa essere tagliente più di un coltello, se per caso la si prende male.
nel mio barattolo c'è una maestosa conchiglia, di quelle come oggi sulle spiagge non se ne vedon più, che se la carezzi è liscia e scultorea e se la porti all'orecchio, dentro, ci senti il mare. e anche quella voce lontana e perduta che veleggia ai confini del tempo.
nel mio barattolo c'è un giovane giunco, snello, flessibile e di un bel verde brillante. l'ho preso con me anni fa, quando credevo mi servisse un appoggio, una sorta di bastone per poter camminare, perché non ero in grado di fidarmi delle mie sole gambe. ora so che non era così, che posso fare a meno di lui. e so che presto, quando sarà per me tempo di farlo, potrò donargli una nuova vita, immergendolo in acque nuove e lasciandolo radicare e continuare a crescere da sé.
nel mio barattolo c'è un fiore, un piccolo giglio bianco e puro.
splendido nel suo candore, ma fragile e bisognoso di cure e di attenzioni, d'amore, di nutrimento e di luce. è il fiore più bello che c'è ed io cerco ogni giorno di non fargli mancare nulla di tutto ciò e lo amo incondizionatamente.
nel mio barattolo c'è una sequoia centenaria, ormai prossima a cadere. non ha più forza per farmi ombra e per proteggermi ed io so che quando cadrà il suo schianto riecheggerà con un tonfo sordo nel mio cuore.
allora una sua scheggia vi si conficcherà dentro, ed io la porterò con me per sempre.
nel mio barattolo ci sono i suoni, i profumi, i colori e le lacrime di tutte le emozioni vissute e di tutte quelle che verranno.
ci sono matasse di fili colorati dalle mille sfumature.
alcune hanno il filo sottile, facile a spezzarsi, altre son spesse e resistenti. alcune son corte, han poco filo, altre invece sono belle piene e destinate a durare nel tempo. ed è con loro che ho intessuto e intreccio tutti i legami con cui, un punto dopo l'altro, ho trapuntato ed imbastito i miei giorni e con cui ancora ricamerò la mia vita.
e c'è un flauto raro e quasi magico, che preservo dalla polvere e che custodisco come fosse il più prezioso dei tesori.
lo posso esibire e suonare di rado, ma in quelle rare volte l'estasi mi prende e mi sento esplodere il cuore. ed il solo ricordo di una tale armonia sa rendermi più lieve la vita.
nel mio barattolo c'è una clessidra, a ricordarmi del tempo che corre ed indicarmi proprio là nel punto in cui i due coni si restringono e passa il granello di sabbia, che non c'è altra vita se non nel qui ed ora e che si deve saper assaporare l'istante per poter davvero dire di vivere. e ci sono una candela accesa ed una scatola di cerini, perché io possa tener sempre viva la luce della consapevolezza e seguire la scia della mia intuizione.
infine, c'è un grande libro, dal dorso spesso e rilegato in pelle. in parte già scritto e in parte ancora intonso, così che potrò riempirne e le pagine bianche e immacolate con la vita che verrà, ancora tutte da scrivere.
* pubblicato col consenso dell'autrice
puntate precedenti:barattolo della vita
nel mio barattolo c'è una maestosa conchiglia, di quelle come oggi sulle spiagge non se ne vedon più, che se la carezzi è liscia e scultorea e se la porti all'orecchio, dentro, ci senti il mare. e anche quella voce lontana e perduta che veleggia ai confini del tempo.
nel mio barattolo c'è un giovane giunco, snello, flessibile e di un bel verde brillante. l'ho preso con me anni fa, quando credevo mi servisse un appoggio, una sorta di bastone per poter camminare, perché non ero in grado di fidarmi delle mie sole gambe. ora so che non era così, che posso fare a meno di lui. e so che presto, quando sarà per me tempo di farlo, potrò donargli una nuova vita, immergendolo in acque nuove e lasciandolo radicare e continuare a crescere da sé.
nel mio barattolo c'è un fiore, un piccolo giglio bianco e puro.
splendido nel suo candore, ma fragile e bisognoso di cure e di attenzioni, d'amore, di nutrimento e di luce. è il fiore più bello che c'è ed io cerco ogni giorno di non fargli mancare nulla di tutto ciò e lo amo incondizionatamente.
nel mio barattolo c'è una sequoia centenaria, ormai prossima a cadere. non ha più forza per farmi ombra e per proteggermi ed io so che quando cadrà il suo schianto riecheggerà con un tonfo sordo nel mio cuore.
allora una sua scheggia vi si conficcherà dentro, ed io la porterò con me per sempre.
nel mio barattolo ci sono i suoni, i profumi, i colori e le lacrime di tutte le emozioni vissute e di tutte quelle che verranno.
ci sono matasse di fili colorati dalle mille sfumature.
alcune hanno il filo sottile, facile a spezzarsi, altre son spesse e resistenti. alcune son corte, han poco filo, altre invece sono belle piene e destinate a durare nel tempo. ed è con loro che ho intessuto e intreccio tutti i legami con cui, un punto dopo l'altro, ho trapuntato ed imbastito i miei giorni e con cui ancora ricamerò la mia vita.
e c'è un flauto raro e quasi magico, che preservo dalla polvere e che custodisco come fosse il più prezioso dei tesori.
lo posso esibire e suonare di rado, ma in quelle rare volte l'estasi mi prende e mi sento esplodere il cuore. ed il solo ricordo di una tale armonia sa rendermi più lieve la vita.
nel mio barattolo c'è una clessidra, a ricordarmi del tempo che corre ed indicarmi proprio là nel punto in cui i due coni si restringono e passa il granello di sabbia, che non c'è altra vita se non nel qui ed ora e che si deve saper assaporare l'istante per poter davvero dire di vivere. e ci sono una candela accesa ed una scatola di cerini, perché io possa tener sempre viva la luce della consapevolezza e seguire la scia della mia intuizione.
infine, c'è un grande libro, dal dorso spesso e rilegato in pelle. in parte già scritto e in parte ancora intonso, così che potrò riempirne e le pagine bianche e immacolate con la vita che verrà, ancora tutte da scrivere.
* pubblicato col consenso dell'autrice
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