Eppure.....era una famiglia "normale", sembrava una persona "tranquilla".
Strage annunciata. Denunce ignorate.
Chi invece vive "dentro" quelle famiglie ha vergogna a parlarne, terrore a denunciare, tendenza a svalutare e sminuire ciò che accade: succede in ogni famiglia.
Quanto è giusto far subire ad altri figli le continue minacce di uno di loro: "vi ammazzo tutti".
Si pensa sempre a difendere "quella " persona.
Poverino, è solo nervoso. Ha sì degli scatti d'ira, ma poi si dispiace.
Di solito è così bbbbuono.
Sei tu che lo provochi.
Chissà cosa hai fatto per farlo scattare così.
Chi ha sentito queste "perle"? Chi vuole aggiungere le sue?
Crap. Vergogna.
Dal letame nasceranno pure i fiori, ma quei fiori servono per portarli sulle tombe.
Tutto, sopportare tutto ma mai mai mai mai chiedere aiuto.
No, noi, e perchè?
e allora teniamoci tutto dentro. schiattiamo. facciamoci venire cancri.
o ci uccidiamo dall'interno o prima o poi quelle minacce diventano realtà.
tanto...in qualche modo bisogna pure morire...
fonte: iltempo.ilsole24ore.com
Negli ultimi 10 anni, le tragedie familiari hanno avuto un incremento del 3000 per cento, cioè sono aumentati di ben 30 volte.
Secondo una recente analisi dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri ospedalieri, spesso sono la solitudine, il dolore e il disagio psichico ad accumularsi, trasformandosi in un cocktail emotivo esplosivo.
Violenza fra parenti, il 45 per cento avviene al Nord L´Italia in vetta alle tristi classifiche europee in tema di "regolamenti di conti" domestici di PIERO COLAPRICO
ROMA - «L´unico consiglio che da donna posso dare alle donne è questo, di non sposare mai né un uomo prepotente né un uomo dipendente. Spesso è quest´ultimo, incapace di reggere il rifiuto, che prende un´arma»: parola di Isabella Merzagora, professore di criminologia alla facoltà di Medicina di Milano. Da trent´anni conosce assassini e vittime, ne ricostruisce le storie e ha materia, purtroppo, in abbondanza per le sue analisi.
Al Nord infatti si uccide di più e il mantovano Omar Bianchera, con le sue tre vittime di domenica, braccate e ammazzate, non rappresenta un´eccezione ma una conferma: oltre il 45 per cento degli omicidi in famiglia avviene al Nord, seguono sud e Isole quasi con il 33, e ultimo è il centro, vicino al 22 per cento. Il dato è stabile.
In questa strage delle ragioni del cuore, il maggior numero di vittime sono donne. E al secondo posto ci sono i bambini. Prima muoiono i deboli, poi seguono altri gradi di parentela. E la spiegazione è semplice ma agghiacciante.
Se la coppia scoppia non tra le carte bollate ma con il sangue, che cosa succede? «Quando le donne uccidono in famiglia - prosegue la criminologa Merzagora - uccidono spesso i piccoli, invece quando ad uccidere sono gli uomini il loro principale pensiero di morte è per la moglie, o ex moglie».
Quando si vanno a cercare i moventi di questi omicidi, si resta stupiti dal tasso di malessere: se in un caso d´omicidio su quattro la spinta è passionale, dettata dalla gelosia o da forme infelici d´amore, c´è da registrare che oltre il 16% degli omicidi trovano terra fertile nei «disturbi psichici». Non sembrano bugie e scuse da avvocati. Non sono pochi i mariti che paiono «normali», ma nascondono una bestia dentro. I soldi? Contano, ma meno: il 15% degli omicidi viene deciso «per l´assegnazione della casa», e un 8% dipende da «altre ragioni economiche», come l´assegno di mantenimento.
Ma perché nel Nord si uccide di più? Una risposta precisa non c´è, ma (forse) ancora oggi nel centrosud i segnali di disagio non passano sempre e completamente inosservati.
Invece nelle province del Nord, ricche, spigliate, così simili alle città per stili di vita nel bene e nel male, quando qualcuno s´inabissa in un mix di solitudine e violenza più difficilmente incrocia qualcuno che gli dia retta: almeno sino a strage avvenuta. È che non si comprende con facilità quando scatta il punto di «non ritorno», come ricorda la professoressa Merzagora: «Bisogna studiare meglio - suggerisce - come e perché ci sono molestie che restano molestie e molestie che, invece, deflagrano in omicidio. Lo stalking, essere stati assillanti con il partner, è diventato per tutta la letteratura straniera un indizio preciso».
Le statistiche raccontano molto anche delle armi usate per questo sterminio coniugale. Per il cittadino ottenere il permesso per detenere un´arma non è difficile come sembra, anzi sembra più difficile togliere il porto d´armi a chi ce l´ha e non se lo «merita»[.....] Questi assassini familiari hanno spesso o un´arma da fuoco, oppure si procurano un coltello da incursore, come accadde la scorsa estate non lontano da Tradate, dove un papà uccise la moglie che si voleva separare da lui e i due bambini. É come scegliere di essere in guerra con la famiglia, ma uno la guerra ce l´ha già dentro: e, probabilmente, lo sa.
Strage annunciata. Denunce ignorate.
Chi invece vive "dentro" quelle famiglie ha vergogna a parlarne, terrore a denunciare, tendenza a svalutare e sminuire ciò che accade: succede in ogni famiglia.
Quanto è giusto far subire ad altri figli le continue minacce di uno di loro: "vi ammazzo tutti".
Si pensa sempre a difendere "quella " persona.
Poverino, è solo nervoso. Ha sì degli scatti d'ira, ma poi si dispiace.
Di solito è così bbbbuono.
Sei tu che lo provochi.
Chissà cosa hai fatto per farlo scattare così.
Chi ha sentito queste "perle"? Chi vuole aggiungere le sue?
Crap. Vergogna.
Dal letame nasceranno pure i fiori, ma quei fiori servono per portarli sulle tombe.
Tutto, sopportare tutto ma mai mai mai mai chiedere aiuto.
No, noi, e perchè?
e allora teniamoci tutto dentro. schiattiamo. facciamoci venire cancri.
o ci uccidiamo dall'interno o prima o poi quelle minacce diventano realtà.
tanto...in qualche modo bisogna pure morire...
fonte: iltempo.ilsole24ore.com
Negli ultimi 10 anni, le tragedie familiari hanno avuto un incremento del 3000 per cento, cioè sono aumentati di ben 30 volte.
Secondo una recente analisi dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri ospedalieri, spesso sono la solitudine, il dolore e il disagio psichico ad accumularsi, trasformandosi in un cocktail emotivo esplosivo.
Fonte: la Repubblica 27 - 04 - 2010
Il male oscuro delle famiglie un omicidio ogni due giorni Violenza fra parenti, il 45 per cento avviene al Nord L´Italia in vetta alle tristi classifiche europee in tema di "regolamenti di conti" domestici di PIERO COLAPRICO
ROMA - «L´unico consiglio che da donna posso dare alle donne è questo, di non sposare mai né un uomo prepotente né un uomo dipendente. Spesso è quest´ultimo, incapace di reggere il rifiuto, che prende un´arma»: parola di Isabella Merzagora, professore di criminologia alla facoltà di Medicina di Milano. Da trent´anni conosce assassini e vittime, ne ricostruisce le storie e ha materia, purtroppo, in abbondanza per le sue analisi.
Al Nord infatti si uccide di più e il mantovano Omar Bianchera, con le sue tre vittime di domenica, braccate e ammazzate, non rappresenta un´eccezione ma una conferma: oltre il 45 per cento degli omicidi in famiglia avviene al Nord, seguono sud e Isole quasi con il 33, e ultimo è il centro, vicino al 22 per cento. Il dato è stabile.
In questa strage delle ragioni del cuore, il maggior numero di vittime sono donne. E al secondo posto ci sono i bambini. Prima muoiono i deboli, poi seguono altri gradi di parentela. E la spiegazione è semplice ma agghiacciante.
Se la coppia scoppia non tra le carte bollate ma con il sangue, che cosa succede? «Quando le donne uccidono in famiglia - prosegue la criminologa Merzagora - uccidono spesso i piccoli, invece quando ad uccidere sono gli uomini il loro principale pensiero di morte è per la moglie, o ex moglie».
Quando si vanno a cercare i moventi di questi omicidi, si resta stupiti dal tasso di malessere: se in un caso d´omicidio su quattro la spinta è passionale, dettata dalla gelosia o da forme infelici d´amore, c´è da registrare che oltre il 16% degli omicidi trovano terra fertile nei «disturbi psichici». Non sembrano bugie e scuse da avvocati. Non sono pochi i mariti che paiono «normali», ma nascondono una bestia dentro. I soldi? Contano, ma meno: il 15% degli omicidi viene deciso «per l´assegnazione della casa», e un 8% dipende da «altre ragioni economiche», come l´assegno di mantenimento.
Ma perché nel Nord si uccide di più? Una risposta precisa non c´è, ma (forse) ancora oggi nel centrosud i segnali di disagio non passano sempre e completamente inosservati.
Invece nelle province del Nord, ricche, spigliate, così simili alle città per stili di vita nel bene e nel male, quando qualcuno s´inabissa in un mix di solitudine e violenza più difficilmente incrocia qualcuno che gli dia retta: almeno sino a strage avvenuta. È che non si comprende con facilità quando scatta il punto di «non ritorno», come ricorda la professoressa Merzagora: «Bisogna studiare meglio - suggerisce - come e perché ci sono molestie che restano molestie e molestie che, invece, deflagrano in omicidio. Lo stalking, essere stati assillanti con il partner, è diventato per tutta la letteratura straniera un indizio preciso».
Le statistiche raccontano molto anche delle armi usate per questo sterminio coniugale. Per il cittadino ottenere il permesso per detenere un´arma non è difficile come sembra, anzi sembra più difficile togliere il porto d´armi a chi ce l´ha e non se lo «merita»[.....] Questi assassini familiari hanno spesso o un´arma da fuoco, oppure si procurano un coltello da incursore, come accadde la scorsa estate non lontano da Tradate, dove un papà uccise la moglie che si voleva separare da lui e i due bambini. É come scegliere di essere in guerra con la famiglia, ma uno la guerra ce l´ha già dentro: e, probabilmente, lo sa.
post duro. ma utile.che tacere su certe cose non serve. :-)
RispondiEliminamoto duro.sto irrigidendomi talmente negli ultimi post che ho perso 3 lettori in due giorni.boh.sarò io o loro.il problema resta, tutti credono di stare benissimo e di vivere nel mulino bianco fino a quando la macina gli si poggia sul groppone.
RispondiEliminae vabbè, per due che ne hai persi ne guadagni una: chiaraluz! ;-)condivido in pieno il tuo post.ciao energia!
RispondiEliminagrazie mille chialuzsia per il blog che per il post.
RispondiEliminaLa tua sensibilità ti porta ad affrontare problemi sociali che purtroppo esistono e vengono fatti covare sotto la cenere da familiari che non si rendono conto che il loro silenzio e la loro paura faranno accendere quel fuoco che prima o poi prenderà forza. Un abbraccio
RispondiEliminaPerle?"E' una cosa normale che si comporti così, sei tu che ti fai problemi dove non esistono"Che se c'è da diventar duri qui io divento diamante.
RispondiEliminaGrazie Arzentemolto efficace la tua metafora.
RispondiEliminaPurtroppo i "mostri" sono spesso dentro la famiglia...ma sembrano passare inosservati...tema forte, ma nascondere la testa sotto la sabbia non serve a nessuno...cosa si può fare per aiutare??????? Questa domanda mi trafigge la testa...Grazie Paola, come sempre ci dai spunti importanti per riflettere e, alcune volte, agire.Buona giornata
RispondiEliminaLiberSimsi può fare moltissimo. si chiama ascolto.ascolto senza giudizio è ancora meglio. a chi ha attraversato questa reltà è un enorme aiuto trovare chi non è spaventato, non corre via, non sminuisce, minimizza, svaluta il suo dolore.semplicemente è lì.un abbraccio e spero alla prox settimana
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