Ho bisogno di uno psi


Ammesso che si siano superate tutte le infinite resistenze a rivolgersi ad un professionista,  ci si apre un mondo variegato e complesso:

psicologo, psicoterapeuta, psicanalista, psichiatra, termini spesso utilizzati in modo interscambiabile.


A questi  professionisti si aggiungono i counselors e i coach, i mediatori e i terapeuti di coppia.

La confusione aumenta di fronte ai modelli o approcci psicoterapeutici, tra i più importanti:
psicoanalisi, transazionale, cognitivo-comportamentale, centrata sul cliente, gestalt, bioenergetica, sistemico-relazionale, transazionale.

A volte i mondi si integrano, gli approcci sicuramente.

Nel modello pluralistico integrato il professionista può scegliere tra diverse procedure, stili e sistemi psicoterapeutici quelli che funzionano meglio per quel cliente con quel determinato problema (Giusti E., Montanari C., Montanarella G., 1997),  all’interno di un contesto relazionale di estrema importanza.

Quando ho scelto il modello pluralistico integrato era la risposta ideale per me sempre contenta di spaziare, conoscere e considerare la validità di ogni approccio e piuttosto rifiuto per principio i compartimenti stagni.   

Fino a quando non ho trovato l'approccio umanistico integrato, mi sembrava che ogni scuola pretendeva di possedere la verità unica e migliore per tutti.

E nell'affermare di essere la migliore di tutte, l'unica che risolve i problemi di tutti, di fatto tenta una (scorretta) svalutazione di tutti gli altri approcci, scuole e realtà.
Io stessa mi sentivo contraria a questa impostazione, che a mio avviso rifiuta di rapportarsi con la complessità e la varietà dell'essere umano che ha stili e preferenze diverse, da soddisfare con approcci (e persone) diversi.

Prendiamo me per esempio con un approccio direttivo:
si innesca il mio lato controdipendente, o se volete scatta la polemica.
Di preconfezionato amo solo le merendine, ed anche quelle in realtà bene non fanno.

Io ho bisogno di capire intellettualmente, e questo mi è stato chiaro fin da quando tentavo macinando libri su libri di provvedere io stessa alla mia crescita personale, non accettando che un estraneo mi potesse interpretare, classificare, giudicare.

Ed infatti un counselor non giudica e non interpreta ( di fatto non fa neanche diagnosi).
Ascolta, contiene, sostiene. 
Fa un sacco di cose per cui da un colloquio di counseling si esce come rinvigoriti, più liberi, e forti e vivi, e leggeri.

Come prendere una boccata d'aria a pieni polmoni.

Ho scoperto dicevo, che oltre al lato intellettuale, c'è il lato emozionale e l'integrazione tra l'intelletto e l'emozione che non è possibile realizzare da soli sui libri.

“Sometimes the only way you can take a really good look at yourself is through somebody else’s eyes.” Scrubs
A volte l'unico modo di guardarti veramente bene è attraverso gli occhi di qualcun altro.



Attraverso l'ascolto di noi stessi nel mentre ci raccontiamo ad un altro, ci rendiamo conto solo allora di aver tentato di ignorare: realtà, dolori, paure. Inadeguatezze, professionali e personali.
Senza la condivisione ci si sente soli, in questo mondo ad alta velocità dove la perfezione imposta dalla pubblicità sembra essere l'unico modo di essere e di esistere e di comunicare nella società.

La confusione è creata anche dalla competizione:
ad un mercato saturo (secondo i dati a Roma c’è uno Psicologo ad ogni via) si aggiunge la pubblicità ingannevole dei tuttologi, l’ostentazione di false competenze.
Quando ancora conoscevo poco di questo ambito e cercavo una risposta adatta a me, mi è capitato di pagare una cifra astronomica ad un coach (ho scoperto poi che non aveva neanche finito la sua formazione!)
Ogni professionista (vero) poi ha una sua cultura, sua personalità, esperienza, sia professionale che personale che di formazione, che non rende tutti noi ugualmente adatti a chiunque.

Chi millanta esperienza ed abilità che non ha, rovina il cliente, la categoria ed anche se stesso.
Se dietro la professione non c'è una vera preparazione, crolliamo.
O professionalmente o emotivamente.
Siamo poco credibili. Raccontiamo storie senza esserne testimoni.


Mi occupo di sviluppo delle persone in ambito aziendale perché da quell'ambito provengo e ho camminato, con le mie gambe per 10 anni, preso aerei e decisioni di continuo, dormito in città diverse anche tre volte a settimana.

E mi accorgo che, come clienti, vogliamo essere COMPRESI – sentirci con, riconosciuti nell'emozione, nel brulichio intellettuale e l’empatia può non bastare.
Ora so che un professionista con preparazione (sapere) + esperienza (saper fare) + empatia (saper essere) è la soluzione ideale.

Possono offrirla tutti? No.
Ma sapendo che esiste la si può cercare il più possibile vicina ai propri bisogni.

In America è tutto più semplice: tutti vanno da un "therapist" senza alcuna vergogna a dirlo.

E dunque si parla, ci si scambia informazioni ed esperienze.
Io stessa ho provato il counseling per la prima volta lì, un benefit come un altro offerto in assoluta semplicità dall'azienda.
Da noi ci si vergogna, si pensa di essere pazzi, di confessare che si è incapaci di farcela da soli.

(Secondo diretta osservazione chi si ritiene perfetto ha di solito una soglia incredibilmente bassa nella conoscenza di se.
In altre parole sono mooooolto lontane dalla perfezione e mooolto vicine alla distruzione: di rapporti e di persone.)

Dunque gli utilizzatori parlano poco: per non sentirsi giudicare, loro che in un corretto setting di aiuto hanno scoperto quanto sia bello NON sentirsi giudicati.

I fornitori di servizi dall’altro lato invece di lavorare per far conoscere i benefici delle professioni, lottano gli uni contro gli altri, ignorano o fingono di ignorare o semplicemente condannano ogni altro professionista ed approccio che NON conoscono.

Come ci sono psicoterapeuti anche counselor, può capitare di incontrare uno psicologo che si augura l'estinzione noi counselors in modo piuttosto cruento ( mi chiedo: la "professionista" che si è scagliata con tanta enfasi è proprio convinta che, dopo aver ascoltato il suo anatema, qualcuno si rivolgerebbe davvero a lei, seppure dopo l'estinzione di ogni counselor vivente?)

Categorie che fanno guerra ad altre categorie e se la fanno anche tra loro. (alcuni continuano a lottare anche dentro se stessi, eterni irrisolti incapaci di ravvedere l'urgenza per loro di affidarsi ad "uno bravo").

L'integrazione - o almeno una buona convivenza - sarebbe ampiamente auspicabile tra le categorie di professionisti.

La mia personale integrazione (e soddisfazione) é avere come cliente una psicologa, seguita anche da uno psicoterapeuta (anche per me stessa mi sono affidata e a counselors e a psicoterapeuti).

Concordo con la necessità di affidarsi a persone di esperienza e di cuore.

Concordo che non possa bastare (no non non no) qualche weekend per acquisire un titolo.

Concordo che a volte anche una laurea non basta poi per saper fare e meno che mai per saper essere.

Inoltre ogni professionista dovrebbe seguire o aver terminato un proprio percorso di crescita personale ed essere sottoposto a supervisione.

Ogni professionista DEVE essere pronto ad INVIARE il cliente al professionista più adeguato alla sua esigenza.

Questo include TUTTI:

che i coach sappiano che esigenze di tipo più emotivo rispetto all'approccio da loro offerto non vuol dire necessariamente che il cliente abbia bisogno di uno psicoterapeuta.
Uno psicoterapeuta che si trova di fronte una persona che ha bisogno di essere ascoltata non dovrebbe liquidarla con disprezzo e sufficienza perché "Lei non ha bisogno di psicoterapia", lasciando l'altro senza riferimenti per sapere dove rivolgersi e come se non esistesse un luogo e una professione che risponde perfettamente a quel bisogno. (tutti gli esempi sono di diretta esperienza personale).

Un counselor deve essere etico e consapevole dei propri limiti davanti a problemi pscicopatologici  ed accompagnare nel modo più delicato il cliente da uno psicoterapeuta.


Magari restando a supporto e sostegno mentre il cliente segue un percorso più profondo e di ristrutturazione.


Paola Bonavolontà



Commenti

BLOGGER: 18
  1. LiberSim12:12

    Parole sante!!!!!! C'è tanta confusione...le persone a volte negano di avere un problema e se sanno che tu vai da un professionista, ti guardano con pietà, senza rendersi conto che tu, in realtà, hai scelto "la vita", hai scelto "te stessa". Poi ci sono i professionisti (più o meno)...Io sono stata molto fortunata. Dopo 38 anni di dolore, frustazione, errori, una amica che ancora ringrazio, mi ha presentato un counselor...abbiamo fatto solo una seduta nella quale mi ha subito spiegato che non poteva aiutarmi e con meravigliosa dolcezza mi ha consegnata nella mani di una sua collega psicoterapeuta...Questa persona eccezionale è stato il più grande esempio di professionalità ed onestà che io abbia mai incontrato...In qualche modo mi ha salvato la vita...Buona giornata un abbraccio a tutte

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  2. Cara LiberSimnelle aule di docenza mi rendo molto spesso conto di quanto le persone siano spaventate, arrabbiate o si sentano piccole e inferiori.se la nostra professione fosse comunicata meglio, tante persone potrebbero stare meglio. e, certo...la fortuna di incontrare sulla propria strada un professionista in gamba e di cuore...è un grande  regalo per la propria vita.sono contetna che tu l'abbia incontrato.e anche io, salvo qualceh rara eccezione

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  3. LiberSim14:49

    Sai Paola io ti devo ringraziare...E' un grazie con il cuore in mano. Ogni giorno mi avvicino a te, silenziosa, leggo le tue parole con il bisogno di capire, di conoscere. Faccio tesoro dei tuoi consigli. Sto leggendo "Donne che amano troppo"...ogni riga è un tuffo al cuore...Grazie, grazie per il generoso lavoro che fai, grazie dal profondo della mia silenziosa anima

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  4. anch'io mi appresto,"umilmente" ad intraprendere questo percorso per un ambizioso progetto"saper essere",forse non diventero' mai un (bravo)counselor,ma sicuramente sara' servito alla crescita del " mioSe",che adesso e' piccolo piccolo....ciao paola,anch'io ti ringrazio tanto tanto per il bene che ci fai

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  5. Rosariaè un percorso a volte impervio, a volte triste e buio, a volte il sole splende e la soddisfazione e la gioia sono grandi.Io cerco di comunicare al meglio le possibilità nel poter raggiungere una migliore qualità della vita, e cerco di far capire che nella nostra professione come in ogni altra, e più di ogni altra quello che conta è la persona.a volte possono mancare le competenze nel saper fare, ma ci sono le doti del saper essere : la vicinanza e l'accoglienza, il calore e l'empatia sono doti che è possibile trovare ed offrire.buon  lavoro...e grazie

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  6. SCONOSCIUTO19:03

    cara paola, è un mondo difficile in cui si odiano i confini, ma ognuno vuole porre i suoi. chi fa il suo mestiere con amore e pensa al bene del suo cliente è sempre a rischio, soprattutto se counselor. è difficile capirci perchè noi non vediamo i confini, ma l'anima e due quadri simili possono apparire nello stesso tempo in modi diversi per comunicare la stessa cosa...ascoltare e parlare con il cuore è una dote rara, anzi preziosa e quando incontro qualcuno che lo fa mi dico che Dio esiste ancora...grazie paola,in grande amicizia professionalepaolo

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  7. Caro Paolo,anche per me è stato un grande piacere conoscerti.Prima di sentirti oggi pensavo al mio primo residenziale, in cui dovemmo trovare la risposta personale su per cosa vale la pena vivere.La mia chiave fu un raggio di sole sul viso.Che vuol dire semplicità, amore per la natura e per la bellezza del mondo.e quando di nuovo la incontro negli occhi e nel lavoro di un altro, mi dico che sì...ci sto veramente riuscendo a toccare ogni giorno quel raggio di sole.a prestoPaola

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  8. sono d'accordo su quello che hai scritto ,purtroppo tutt'oggi soprattutto qui in Italia lo psicanalista é visto come un medico dei matti ....quindi chi ci va ...secondo gli ottusi deve per forza di cose, avere qualcosa che non va ,per la gente comune una persona che dichiara di avere dei problemi esistenziali ,oppure delle confusioni ... é come una macchina accidentata ..perde di valore e sembra sempre poco sicura ...quindi inaffidabile . Eppure dei sani colloqui con chi potrebbe dare un aiuto professionale sarebbero di grande aiuto ,soprattutto per i giovani che navigano spesso in un mare in tempesta ...dove il lecito e l'illecito si confondono lasciando spesso l'angoscia di avere errato... anche quando non hanno fatto niente di male .Ti auguro una felice serata,un abbraccio .

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  9. Rosache belle metafore che usi...la macchina accidentata, il mare in tempesta..la confusione del lecito e dell'illecito.Grazie del bel contributo   

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  10. un post esauriente e chiaro. Decisamente. Anche a me piace l'approccio umanistico integrato.

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  11. Cara SSI,mooolto esauriente. lo so. di solito scrivo post moolto più brevi.bacio

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  12. mi adotti? :-D(no così tanto per variare al solito mi sposi...)

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  13. preferisco te come moglie rispetto a te come figlia!!buongiornooo il che mi fa venire in mente che un giorno pubblicherò un post assurdo con le coppie che scelgono compagno come mamma, compagno come padre etc....ahiia ahia già mi viene male al pensiero

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  14. Ogni tanto è bello puntualizzare. RIbadisco poi che il tuo approccio mi piace, quindi descriverlo bene non è un danno.Visto poi che si parla di coppie... oggi ho fatto un post sull'uomo che sogno. Sperando che poi i sogni non si avverino... ;) perché se è vero che sono sogni di felicità, poi non si mente anche in conto l'altra faccia della medaglia... ahha :P

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  15. io lo dico che sono in analisi. non che metta i cartelli, ma se capita nel discorso lo tiro fuori (......che sono in analisi intendo........ma io un commento che sia almeno semiserio riesco a metterlo?).ed è vero. vedo poi facce stupite e sospettose. :-D

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  16. Eagle è che non ti posso rispondere. ma diciamo che i freudiani (visto quanta varietà e innovazioe c'è nel mondo) suscitano certamente sospetto. come se me ne andassi in giro in carrozza avendo invece anche il motorino.no, così' per dire.più rapido per gli spostamenti, no?e poi no..la carrozza è un esempio che non si può fare - causa il buon gurdjieff 

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  17. pensa te se Eagle invece che è in analisi tirasse fuori qualcosa di diverso, altro che facce sospettose ... :D okok vado cosa mi consigliate, il lettino? ma lui deve stare per forza sempre dietro o qualche volta sta anche di fianco?okok rivado

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Ho conosciuto il counseling in un altro paese, altro continente, altra vita. Ho scoperto quanto può essere liberatorio l'essere ascoltati, senza giudizio ed interpretazione, senza consigli. Sono tornata in Italia e ho cominciato a formarmi ed a integrare le mie esperienze di marketing al counseling e alla creatività.


Questo blog nasce per condividere e far conoscere strumenti e possibilità per vivere meglio la nostra vita di relazione e professionale. Paola Bonavolontà


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Ho bisogno di uno psi
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