La parola deriva dal greco "εμπαθεια" (empateia composta da en-, "dentro", e pathos, "sofferenza o sentimento"), che veniva usata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione che legava l'autore-cantore al suo pubblico.
Il termine "empatia" è stato equiparato a quello tedesco Einfühlung, coniato dal filosofo Vischer (1847-1933) e, più tardi, tradotto in inglese come empathy.
In pratica il sentimento, non altrimenti definibile, che si prova di fronte ad un'opera d'arte.
Già suo padre, Friedrich Theodor Vischer aveva usato il termine evocativo einfühlen per lo studio dell'architettura applicato secondo i principi dell'Idealismo.
Nelle scienze umane, l'empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da uno sforzo di comprensione intellettuale dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale.
Fondamentali, in questo contesto, sia gli studi di Darwin sulle emozioni e sulla comunicazione mimica delle emozioni, sia gli studi recenti sui neuroni specchio scoperti da Giacomo Rizzolatti, che confermano che l'empatia non nasce da uno sforzo intellettuale, è bensì parte del corredo genetico della specie. Si vedano al proposito anche gli studi di Daniel Stern.
Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali.
La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.
In medicina ne ho parlato qui
La nozione di empatia è stata oggetto di numerose riflessioni da parte di intellettuali come Edith Stein, Sigmund Freud o Carl Rogers.
Per le sue origini l'empatia ha ragione di essere nell'arte e nelle sue applicazioni.
In maniera particolare quando l'arte utilizza le parole per la narrazione.
In questo caso non solo è mantenuto il rapporto con la psicologia, ma si ampliano le sue possibilità di intervento.
Non tutti possono scolpire o dipingere, ma parlando se non scrivendo qualcosa lo possono raccontare molti.
Allora la produzione si sviluppa nel verso artista-psicologo-individuo.
Il libro di Geoffrey Miller The mating mind difende il punto di vista secondo il quale
« l'empatia si sarebbe sviluppata perché mettersi nei panni dell'altro per sapere cosa pensa e come reagirebbe costituisce un importante fattore di sopravvivenza in un mondo in cui l'uomo è in continua competizione con gli altri uomini. »
L'empatia è anche il cuore del processo di comunicazione non violenta secondo Marshall Rosenberg, allievo di Carl Rogers.
Grande interesse è stato posto nella ricerca di corrispondenze biologiche per l'empatia; sono stati valutati allo scopo i "neuroni-specchio", attraverso diagnostica per immagini del tipo fRMN.
Queste cellule si attivano sia se sono io a compiere un azione, sia quando la guardo mentre qualcun altro la compie; questo fenomeno è stato in particolare osservato in alcuni primati.
Analogamente negli uomini si attiva la medesima area cerebrale nel corso di un'emozione e osservando altre persone nel medesimo stato emozionale.
L'empatia è indispensabile qualità di counselor o altri operatori di aiuto.
Ieri S. ha voluto lavorare coi colori.
La prima volta che ho guardato altre mani immerse nei colori come se fossero le mie.
Fermarsi, riempire ancora, graffiare, accarezzare, rischiare, cancellare, controllare e poi lasciarsi andare.
Merci ma chere. Una sensazione di intensissima empatia...
Buongiorno carissima,sono daccordo con te quando dici che si tratta di una qualità indispensabile per counselors ed altri operatori di aiuto, ma io sempre più mi convinco che l'empatia sia una caratteristica da ritenere indispensabile per chiunque.Un pò come vale per l'educazione sessuale, l'educazione civica o i fondamentali della psicologia, mi piacerebbe fosse materia di insegnamento nelle scuole sibn dalla giovane età.Infondo la disponibilità all'ascolto attivo e a mettere da parte in modo transitorio le proprie esigenze per comprendere un altro che si trova vicino a noi ritengo dovrebbe essere qualità comune dell'essere umano prima che dei professionisti. Potrebbe servire ad affinare un pò le sensibilità personali...non trovi?Però vista la recente riforma della scuola temo di parlare di eventi irrealizzabili Mi sa che è meglio continuare ciascunoa fare del suo meglio nel suo piccolo...Un bacio...a presto... Lara
RispondiEliminavado a comperare le tempere.:-)
RispondiEliminad'accordo con LaraPaoletta, secondo te, l'empatia è innata o si può "imparare"??compra due tempere anche per mebaciotti
RispondiEliminaChe gioia leggere il tuo post cara Paola! Ieri mi sono sentita accolta, compresa, sostenuta e capace.. è vero che erano le mie mani a muoversi, ma io avevo, ed ho tuttora, la sensazione che fossero le nostre comuni energie a dipingere.. Toccare i colori con le mani, essere libera di poterli scegliere, aggiungere, togliere, mescolare, aggiustare, è stato come immergermi in me.. nella mia vita.. negli incontri con le altre persone, che scegliamo, che a volte decidiamo di incontrare ancora ed altre no, che talvolta vogliamo vedere da sole ed altre volte in compagnia.. e affrontare tutto questo con le mie paure, il controllo, il perfezionismo, lâinibizione, ma anche il coraggio di sperimentare, provare, osare e sì, hai ragione, lasciarmi andare! Grazie per la condivisione.. io ho capito che cosa è lâempatia da quando ho conosciuto te <img alt=
RispondiEliminaCara Laraoggi ti pensavo..pensavo agli impegni che questa settimana mi stanno amncora tenendomi lontana dal venire ad incontrare te. e oggi, tutto il giorno tra impegni di natura molto distante, pensavo che io non voglio neanche un amico non empatico, neanche un fidanzato.domani farò un post "integrativo " certo.e l'ascolto attivo insegnato a tutte le mamme del mondo renderebbe il mondo migliore. ma appunto...meglio pensare a ciò che possiamo veramente cambiare. bacione ed a prestissimo (spero!!)
RispondiEliminaEagle...ora lo so che ti dò un colpaccio,. ma non so dove ho conservato i ringraziaregali. bohhhhhhhhhhh(però ho ritrovato 2 gioielli che avevo creduto di aver perso e i ringraziaregali sono più grandi dunque spero riusciranno fuori prima di Bologna.)
RispondiEliminaClaudiaso che si può lavorare sui confini "in eccesso" ovvero all'inizio della nostra professione (soprattutto) tocca stare attenti. ma ancora oggi, ho sentito un racconto che mi ha fatto sentire il nodo tra gola e cuore.quello è l'eccesso di empatia, soffrire per tutti e tutto e non serve, pressocchè, a nessuno.e poi esprimo un parere personale che i corsi di PNL che entrambe abbiamo frequentato almeno nei casi che ho visto io- non è una qualità che utilizzano o fanno crescere o considerano. trovo tutto estremamente molto meccanico. più di testa che di cuore, più di matematica che di umanistica. quando vuoi, un bel seminario di ascolto attivo/ danzamovimento terapia con Fernando...o qualcosa di simile e si muove dentro qualcosa che poi puoi riconoscere e lavorare/modificare, utilizzare, godere, anche
RispondiEliminaleggerezzaè una gioia leggere di quanto ti sia presa dall'incontro. che io ci riflettevo, ma certo abbandonare il perfezionismo ed il controllo si può restare a parlarne per decine di incontri oppure si può ricoprirsi di viscosissimi colori. e ti accorgi che in fondo non c'è pericolo. non si vince e non si perde nulla. o forse si vince tanto senza perdere nulla.insomma...ora troneggia finalmente asciutto- e prenderà di certo ancora nuovi colori e forme e asseconderà ancora nuovi gesti perchè è così. esiste solo per farti riconoscere e conoscere nuovi modi di esistere.di divertirsi senza giudicarsi.come disse un mio docente (di pnl!!) IT ITAKES TWO TO TANGOnel senso che la comunicazione, verbale o no è sempre circolare. e dunque se è buona dipende sempre da NOI 2.a presto..ps...giusto se miss perfettina avesse intenzione di tornare, per favore dille che in un ora non si finisce mai un quadro.grazie
RispondiEliminaio ho esattamente il problema dell'empatia in eccesso (cosa che, nel mio lavoro mi portava a farmi spesso carico di situazioni non mie...)e, ancora oggi, sono un ricettacolo di casi disperatiecco, forse è (anche) in questa direzione che dovrei lavorare...buona seratabacini
RispondiEliminayep...da esperta a esperta...si chiama confluenza.un lavoro continui sui confini (mio e tuo) e soprattutto utile perchè nell'avere il "disagio" di confini confusi, il rischio è di allontanarsi di strappo o del tutto.o non avvicinarsi affatto
RispondiEliminaehhh, "esperta": o mi sopravvaluti o, più verosimilmente, come direbbero i presuntuosi francesi, tu te moque de moi....comunque si,è come dici tuappena posso devo prendermelo sto aperello con tesmack
RispondiEliminaintanto sono contenta che hai ritrovato i gioielli. :-)e i ringraziaregali vedrai che salteranno fuori anche loro.non ti preoccupare :-)bacionotte Energia
RispondiEliminasperiamo che non saltino fuori di notte...e da soli;-)come sempre nn ho bevuto ma ho dimenticato ahhhh le gocce!!vado!
RispondiEliminaconfluenza? eccesso di empatia? presente!che non so se riesco a essere sempre empatica, ma se si tratta di ritenersi coinvolta dai casini di chiunque mi sa che invece sono fortissima!che dipenda come al solito da quel *bip* di giudice interiore?!?buona giornata!!!!!!!!!
RispondiEliminaehi reginetta..credo di no non lo chiamiamo in causa tipo passpartout o anzi agnello sacrificale. sqs(solo quando serve)
RispondiEliminaach. e io che speravo...
RispondiEliminano no ma se vuoi il giudice supplente lo faccio io....o ti mando quello di Cemb o quello di Eagle...
RispondiEliminaio di giudici ne ho almeno una ventina, da mandare a root. in caso, dico.
RispondiEliminaio sono una schiappa, artisticamente parlando. ma da un po' di tempo a questa parte voglio le matite acquarellabili.vale?
RispondiEliminaCemb manda manda che almeno imparano a parlare francese Evin ieri ho iniziato un quadro con quelle lì..ma nn va, solo su carta..però che son belle uhh quanto son belle
RispondiEliminaehm... le ho comprate. ieri.le matite acquarellabili, dico :-)
RispondiEliminauhhhhhhh bello
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