Inizio con lo stile che ha mi ha spinto a trattare l'argomento:
lo stile evitante.
Premetto che - ovviamente-
come ogni bravo studente di medicina pensa di avere tutte le malattie di cui legge, qualunque studente di psicologia (anche i counselor) si autoetichetta ogni disturbo che studia.
Ed io non sono stata un eccezione.
Ma questo stile, che al principio non avevo affatto considerato, perchè ritengo che non mi assomigli affatto, perchè io sono una tipa che prende, va, conosce, parte, organizza, presenta, inventa....eppure..ci sono delle corrispondenze infide che credo piano piano di poter riconoscere e farci qualcosa.
E poi è anche vero che siamo in presenza di disturbo quando i tratti di personalità sono disadattivi in modo pervasivo, inflessibile e permanente, e causano una condizione di disagio clinicamente significativa in tutti gli ambiti della vita della persona, nell’ ambiente lavorativo, nella vita affettiva, nelle relazioni sociali, nei pensieri, nelle emozioni.
Molte più persone hanno "stili evitanti" e non il disturbo di personalità ( la prevalenza del Disturbo Evitante di Personalità nella popolazione generale è tra lo 0,5% e l’1,0%.).
Dunque tranquilli..come dicevo qui tutti abbiamo uno stile, in realtà vi riconoscerete in più d'uno.
e se proprio avete questa curiosità o dubbio, sappiate che un counselor non fa diagnosi MAI.
in caso di necessità, ci rivolgiamo ad un centro di Centro di valutazione e diagnosi in psicologia, clinica ed educazione
( ad es. qui a Roma Aspic - che oltre a formarci è ovvio che sottopone a test di personalità anche chi è in formazione, per accertarsi che abbiamo stile e non disturbi!)
La differenza sostanziale ha a che fare con quanto seriamente il "funzionamento" nella vita quotidiana di un individuo ne viene intaccato.
Un evitante è una persona con forte inibizione sociale ( con sentimenti di inadeguatezza), ipersensibili alle critiche, ai giudizi negativi e per questo evitano di avere rapporti sociali.
Molto devoti alla famiglia e/o ai pochi amici.
Vengono descritti dagli altri come "riservati", "timidi", "solitari" e "isolati", di solito non hanno un'ampia rete di supporti sociali che possa aiutarli a superare le crisi.
Desiderano affetto e accettazione, e possono fantasticare su relazioni idealizzate con altri.
Mettono alla prova gli altri; sensibili ai rifiuti, desiderosi di essere accettati ma mantengono le distanze.
Evitano le relazioni sociali perché temono l’umiliazione del fallimento e il dolore di essere rifiutati.
Si strutturano intorno a sentimenti di ansia e paura. La vergogna è l’esperienza affettiva centrale.
Evitano sentimenti o pensieri spiacevoli.
Il brano successivo è tratto da : www.srmpsicologia.com
Solitamente i soggetti evitanti desiderano fortemente stabilire delle relazioni strette ma le evitano perché il loro senso di inadeguatezza e di incompetenza li porta ad aspettarsi di essere rifiutati o giudicati negativamente dagli altri; vorrebbero piacere agli altri ed avere successo nella vita ma trovano estremamente difficile farsi coinvolgere in situazioni sociali o in relazioni intime dal momento che temono di trovarsi in imbarazzo e di essere ridicolizzati.
Persone che hanno in apparenza una bassa autostima, si sentono socialmente inetti e personalmente non attraenti e per questo preferiscono evitare le persone e le relazioni per paura dell’umiliazione e del rifiuto. La persona con disturbo da evitamento soffre spesso di umore depresso, può intraprendere delle attività o dei passatempi come ad esempio ascoltare musica che lo gratificano momentaneamente e lo proteggono dal contatto interpersonale ma, quando realizza che si tratta in realtà di un segno dell’incapacità di vivere una vita come gli altri, si deprime profondamente.
Spesso tra gli hobbies descrivono lettura, musica, chat, dipingere, scrivere ed altre attività che non implicano necessariamente contatto interpersonale.
A volte sono artisti che dichiarano che producono arte per se stessi. Mentre in realtà celano l'esigenza di comunicazione e di esternazione.
Un altro sito per chi vuole approfondire è: associazione italiana disturbi d'ansia
lo stile evitante.
Premetto che - ovviamente-
come ogni bravo studente di medicina pensa di avere tutte le malattie di cui legge, qualunque studente di psicologia (anche i counselor) si autoetichetta ogni disturbo che studia.
Ed io non sono stata un eccezione.
Ma questo stile, che al principio non avevo affatto considerato, perchè ritengo che non mi assomigli affatto, perchè io sono una tipa che prende, va, conosce, parte, organizza, presenta, inventa....eppure..ci sono delle corrispondenze infide che credo piano piano di poter riconoscere e farci qualcosa.
E poi è anche vero che siamo in presenza di disturbo quando i tratti di personalità sono disadattivi in modo pervasivo, inflessibile e permanente, e causano una condizione di disagio clinicamente significativa in tutti gli ambiti della vita della persona, nell’ ambiente lavorativo, nella vita affettiva, nelle relazioni sociali, nei pensieri, nelle emozioni.
Molte più persone hanno "stili evitanti" e non il disturbo di personalità ( la prevalenza del Disturbo Evitante di Personalità nella popolazione generale è tra lo 0,5% e l’1,0%.).
Dunque tranquilli..come dicevo qui tutti abbiamo uno stile, in realtà vi riconoscerete in più d'uno.
e se proprio avete questa curiosità o dubbio, sappiate che un counselor non fa diagnosi MAI.
in caso di necessità, ci rivolgiamo ad un centro di Centro di valutazione e diagnosi in psicologia, clinica ed educazione
( ad es. qui a Roma Aspic - che oltre a formarci è ovvio che sottopone a test di personalità anche chi è in formazione, per accertarsi che abbiamo stile e non disturbi!)
La differenza sostanziale ha a che fare con quanto seriamente il "funzionamento" nella vita quotidiana di un individuo ne viene intaccato.
Un evitante è una persona con forte inibizione sociale ( con sentimenti di inadeguatezza), ipersensibili alle critiche, ai giudizi negativi e per questo evitano di avere rapporti sociali.
Molto devoti alla famiglia e/o ai pochi amici.
Vengono descritti dagli altri come "riservati", "timidi", "solitari" e "isolati", di solito non hanno un'ampia rete di supporti sociali che possa aiutarli a superare le crisi.
Desiderano affetto e accettazione, e possono fantasticare su relazioni idealizzate con altri.
Mettono alla prova gli altri; sensibili ai rifiuti, desiderosi di essere accettati ma mantengono le distanze.
Evitano le relazioni sociali perché temono l’umiliazione del fallimento e il dolore di essere rifiutati.
Si strutturano intorno a sentimenti di ansia e paura. La vergogna è l’esperienza affettiva centrale.
Evitano sentimenti o pensieri spiacevoli.
Il brano successivo è tratto da : www.srmpsicologia.com
Solitamente i soggetti evitanti desiderano fortemente stabilire delle relazioni strette ma le evitano perché il loro senso di inadeguatezza e di incompetenza li porta ad aspettarsi di essere rifiutati o giudicati negativamente dagli altri; vorrebbero piacere agli altri ed avere successo nella vita ma trovano estremamente difficile farsi coinvolgere in situazioni sociali o in relazioni intime dal momento che temono di trovarsi in imbarazzo e di essere ridicolizzati.
Persone che hanno in apparenza una bassa autostima, si sentono socialmente inetti e personalmente non attraenti e per questo preferiscono evitare le persone e le relazioni per paura dell’umiliazione e del rifiuto. La persona con disturbo da evitamento soffre spesso di umore depresso, può intraprendere delle attività o dei passatempi come ad esempio ascoltare musica che lo gratificano momentaneamente e lo proteggono dal contatto interpersonale ma, quando realizza che si tratta in realtà di un segno dell’incapacità di vivere una vita come gli altri, si deprime profondamente.
Spesso tra gli hobbies descrivono lettura, musica, chat, dipingere, scrivere ed altre attività che non implicano necessariamente contatto interpersonale.
A volte sono artisti che dichiarano che producono arte per se stessi. Mentre in realtà celano l'esigenza di comunicazione e di esternazione.
Un altro sito per chi vuole approfondire è: associazione italiana disturbi d'ansia
occhei.disturbata sono disturbata.si sa.ma evitante proprio no. :-D
RispondiEliminaOh santa pazienza... Prenoto subito un letto in sta clinica... Io sono una "disturbante" .... I sintomi ci sono proprio tutti.... Vabbè, dai, domani è un altro giorno e tra un pò arriva l'estate... magari mi viene più voglia di socializzare.
RispondiEliminaEaglemanco io mi ci vedevo...ma in qualche cosa sì___________________________Crise che clinica è?cmq mi spiace tantissimo per noi ma l'estate arriva tra mooolto tempo e dunque meglio che programmi qualche uscita nel frattempo;-)))))
RispondiEliminaPaola cara,mi piacerebbe molto vederti.Se ti andasse di fare una passeggiata da queste parti ne sarei felice per davvero.Rimango a disposizione!!!!!Un bacio.Lara
RispondiEliminaCara Lara,metti alla prova il mio stile evitante?vengo sicuro, fammi finire del tutto l'influenza ( che settembre - gennaio mi sembra abbastanza) e dopo il 26 sono da te.non prevedo di stare bene il 26, ma ho il laboratorio alla sapienza e sono un pò shakerata dall'ansia...bacione alla panza!!
RispondiEliminauh. posso fare come le pubblicità progresso?dalla personalità evitante si può guarire... credo di esserlo stata. ok, non fino a diventare un'asociale, ma la mia bella dose di insicurezza timidezza etc me la son sorbita.con gli anni ho preso sicurezza e mi sono aperta.anche se un fondo di corazza resiste...ma ciò che nasce tondo non muore quadrato no???aspetto le prox puntate che sicuramente da brava ipocondriaca ti assillerò dicendo di essere qualunque cosa...
RispondiEliminaRoot66infatti non sei evitante.mi sembra...cluster C, ma più sul dipendente, forse...una cosa è la timidezza..mica tutti i timidi sono evitanti con disturbo?vabbè che commenti pochino...e si un pò di base di paura c'è.ma le battutacce che ti faccio ti avrebbero stesa se tu fossi evitante...ed invece ..oppure sei un'evitante masochista, ed allora...ihihsalutami Alec
RispondiEliminacara energia, io penso di non "godere" di questa personalità...ma il "mio" poeta forse sì!. un'ultima affermazione del tuo post mi ha fatto pensare a lui. fa' un lavoro che lo porta a contatto con gli altri ma appena può preferisce starsene a casa sua, solo davanti alla tv, in compagnia dei pesciolini, oppure andare a pescare o ancora...dipingere! a lui piace dipingere! mah...chissà quale sarà la mia di personalità!!!
RispondiEliminaAquilottaè possibile...come stile intendo. ma ci sono assonanze in altrie tipologie che amano la solitudine.la caratteristica dell'evitante è che vorrebbe stare con gli altri..e poi ..anche io dipingo ;-)))
RispondiEliminase penso a quante volte ho evitato di fare qualcosa, mi sono nascosta, ho smesso di frequentare luoghi, ho trovato scuse per non iniziare qualcosa (o qualcuno... no qualcuno meno su quello poco ... firulì firulà ) mi sono barricata in casa, mi sono trascuratabeh... ho il mio stile pure io, direi. ma tra evitante e dipendente secondo me sinapsi e neuroni si son fatti delle orge tremende. forse è per quello che a volte son confusa...
RispondiEliminaapperòci siamo ci siamo, la coppia perfetta...no, nevvero..io mi accorgo che sono solo finalmente pronta a vedere l'ovvio di me che non vedevo fino a tempo fa.a dipendente (anzi controdipendente) c'ero arrivata.è l'evitante che mi occhieggia suadente...mi sto impegnando e un giorno riprenderò a volare.in tutti i sensi ( ma anche no- i body scanner sono troppo per me ;-)ti bacio meo amor
RispondiEliminaLa foto rende molto, soprattutto il fatto che ha una sorta di tunnel in fronte... unico punto d'accesso?
RispondiEliminaCiao Piergiulio e benvenuto qui.a me colpiscono anche i piedi, quello stare rinchiusi su sè stessi e lasciarsi coccolare dalle proprie forme.e forse l'evitante a volte ispira proprio ad entrare, sbirciare dall'unico punto di accesso che lascia, se lo lascia.tu da bravo abitante di quel di Torino dovresti saperne qualcosa;-)non sono una maga, ho visitato il tuo blog e ho vissuto a Torino. keep in touch
RispondiEliminaciao Paola leggendo il tuo post mi sono soffermata su questa frase "non hanno un'ampia rete di supporti sociali che possa aiutarli a superare le crisi", e allora ti chiedo: dovremmo averla una "rete" per superare la crisi? io ho sempre pensato che le crisi le devo superare da sola... spero di essermi spiegata... la forza dovremmo trovarla dentro di noi, e comunque a chi ti riferisci quando parli di "rete"?bacioni!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaSi Pallinaognuno di noi vive in una rete. o se vuoi nessuno di noi è un isola.puoi provare a superare le cose da sola, che nel nostro campo vuol dire soffrire inutilmente cercando dopo aver sbattuto la testa al muro nello stesso modo, riuscire a capire che la finestra è altrove.si può certo farcela da soli, un percorso personale e/o in gruppo è molto più: efficace, divertente, nutriente, utile e veloce. poi fai un pò tu...
RispondiEliminasì, Paola! ma ti riferisci alle amicizie o a persone "obiettive"? ad esempio io adesso sto attraversando un periodo abbastanza complicato, ma non sono portata a chiedere aiuto agli altri...
RispondiEliminaMi riferisco a iniziare a comprendere, con testa e cuore, che rivolgersi ad un professionista dell'aiuto è una fortuna e non una pecca, è una forza e non una debolezza, è un opportunità di migliorare la nostra vita.
RispondiEliminaBeh...direi che anch'io qualcosa di evitante ce l'ho...spesso mi sento inadeguata...sopratutto con persone che conosco poco...sono stata molto timida da ragazzina...ma le varie avventure di vita attraversate in tutti questi anni mi hanno trasformato e rinforzato ed ora posso dire di non vergognarmi quasi per niente......interessanti questi post sulle varie personalità...ciao cara Paola...ti auguro un buon weekend!
RispondiEliminaciao Bhadragrazie ..sono contenta che hai lasciato la vergogna;-)quanto all'inadeguatezza, quella va lavorandoci su, ma a volte purtroppo torna...:-(
RispondiEliminala foto è spaziale. poi passami il pusher. :-)evitante? no grazie. anche se, sì, una frasetta in cui ho rivisto una piccola parte di me l'ho beccata.
RispondiEliminagrazie sono molto proud effettivamente.ci sono un sacco di frasette, tanto che se non fossi abbastanza certa ormai di potermi riconoscere come sono, andrei a ripetizione...tutti me li becco, tutti!! o meglio sono stata mooolto dipendente da piccola. sottomissioni.che mi dico: chi, io?impossibile. eppure...insomma alla faccia del ginepraio...
RispondiEliminapenso proprio di soffrirne e fa stare molto male.
RispondiEliminaciao Bruno
RispondiEliminasono d'accordo, è piuttosto doloroso.
se vuoi, puoi decidere di fare almeno una azione al giorno, o alla settimana, vedi tu, che ti esponga un pò di più, e ti avvicini alla relazione con costanza e gradualità.
auguroni