Le possibili risposte emotive delle persone di fronte ad eventi critici (Cusano, 2002):
La conseguenza più grave che si può avere in caso di esposizione a forti shock senza un'opportuna rielaborazione del trauma è il Disturbo post-traumatico da stress (DPTS), che si manifesta con svariati sintomi nel periodi successivi all'evento traumatico:
fonte: corso di formazione volontari protezione civile -Comune di Bologna
~ reazioni emotive tolleranti:
la persona riesce a mantenere una buona padronanza di sé, quindi un controllo delle proprie emozioni e delle proprie azioni, reagendo con lucidità e consapevolezza rispetto al proprio comportamento.
Alcune persone, pur mostrando una buona risposta emotiva all'evento, possono però manifestare
insonnia, irritabilità, depressione, ansia, col trascorrere dei giorni e dei mesi; si parla in questi casi di reazioni differite, che possono evolvere nel tempo con una remissione o un peggioramento dei sintomi;
Alcune persone, pur mostrando una buona risposta emotiva all'evento, possono però manifestare
insonnia, irritabilità, depressione, ansia, col trascorrere dei giorni e dei mesi; si parla in questi casi di reazioni differite, che possono evolvere nel tempo con una remissione o un peggioramento dei sintomi;
~ reazioni iperemotive di breve durata:
la persona reagisce manifestando risposte emotive di una certa intensità: ansia, depressione, tremori, nausea, tachicardia, shock, ecc. (pensiamo ad es. a quando facciamo un incidente stradale, anche di lieve entità); questi sintomi tendono gradualmente ad attenuarsi nel corso dei giorni successivi all'evento critico;
~ reazioni emotive gravemente inadeguate:
l'intensità delle risposte emotive in questo caso è eccessiva, si riscontrano:
azioni disorganizzate e caotiche, che possono diventare pericolose per sé e per le persone vicine, stato confusionale e forte senso di smarrimento, episodi deliranti, forte stato depressivo, ecc.
La conseguenza più grave che si può avere in caso di esposizione a forti shock senza un'opportuna rielaborazione del trauma è il Disturbo post-traumatico da stress (DPTS), che si manifesta con svariati sintomi nel periodi successivi all'evento traumatico:
1) depressione, perdita d'interesse rispetto alle attività quotidiane
2) irritabilità e nervosismo
3) distacco emotivo, anaffettività verso il partner
4) mancanza di ottimismo e progettualità rispetto al proprio futuro
5) disturbi del sonno
6) perdita dell' appetito
7) sintomi psicosomatici: nausea, vomito, cefalea, ulcera, colite, ipertensione, gastrite, ecc.
8) episodi di allucinazione, frequente ricorrenza di pensieri ed immagini intrusive che ripropongono scene dell'evento traumatico vissuto; tali immagini irrompono anche nei sogni notturni dando luogo a veri e propri incubi.
Per la gravità di questi sintomi è indispensabile il ricorso a forme di intervento psicoterapeutico.
Come reagire di fronte a una persona in panico?
E' inutile cercare di far ragionare la persona in preda al panico attraverso argomentazioni logiche e razionali (se la persona ha un parziale azzeramento della vista e dell'udito, non è in grado di seguire ciò che le viene indicato e detto, così come non è in grado di leggere i cartelli, ecc.).
un primo rimedio consiste nell' allontanare la persona in preda al panico il più presto possibile, e portarla in una zona sicura (o meno pericolosa).
Questo vale per la persona che manifesta iperagitazione e per la persona che si blocca; in questo secondo caso però, è possibile posticipare "l'azione di salvataggio" se si ritiene che la persona si sia bloccata in una zona dove tutto sommato non corre rischi.
L'allontanamento della persona in preda al panico è importante per un altro motivo:
di fronte alle complesse manifestazioni di panico, può infatti scatenarsi quello che è il cosiddetto effetto contagio, che porta le persone a ripetere quello che vedono fare ad un altro.
Questa è una caratteristica di tutte le emozioni.
Nel caso del panico, a causa del suo effetto devastante, è importantissimo riuscire a limitare l'effetto contagio il più possibile.
un primo rimedio consiste nell' allontanare la persona in preda al panico il più presto possibile, e portarla in una zona sicura (o meno pericolosa).
Questo vale per la persona che manifesta iperagitazione e per la persona che si blocca; in questo secondo caso però, è possibile posticipare "l'azione di salvataggio" se si ritiene che la persona si sia bloccata in una zona dove tutto sommato non corre rischi.
L'allontanamento della persona in preda al panico è importante per un altro motivo:
di fronte alle complesse manifestazioni di panico, può infatti scatenarsi quello che è il cosiddetto effetto contagio, che porta le persone a ripetere quello che vedono fare ad un altro.
Questa è una caratteristica di tutte le emozioni.
Nel caso del panico, a causa del suo effetto devastante, è importantissimo riuscire a limitare l'effetto contagio il più possibile.
fonte: corso di formazione volontari protezione civile -Comune di Bologna
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