
Il termine Counseling compare negli Stati Uniti attorno gli anni quaranta, con Carl R. Rogers, che nel 1942 pubblicò “Counseling e psicotherapy”, e Rollo May con “Art of Counseling” del 1939.
L’etimologia del termine dal verbo latino consulo significa anche “aver cura di, venire in aiuto di”.
In Europa il counseling arriva in Inghilterra negli anni 70 come servizio nell'ambito pedagogico, dei servizi sociali e del volontariato.
Nei primi anni 90 nasce in Europa l’Associazione Europea per il Counseling (EAC).
Sono entrambi corretti i termini: Counseling o Counselling, dove il primo (una elle) é impiegato negli USA dalla APA (American Psycological Association) e dalla ACA (American Counseling Association) nata nel 1952; il secondo, con due elle, Counselling / Counsellor è inglese.
Molte parole vengono utilizzate da allora per delinearne chiaramente i confini, al punto che, per molto tempo, più che per una sua connotazione, il counseling è stato definito per differenza.
Ecco che il counselor non é un consulente, né uno psicologo, né uno psicoterapeuta, né un sostituto di capacità mancanti.
- non fa terapia,
- non opera cure di nessun genere
- non fa psicoterapia,
- né consulenza
- non insegna psicologia
- genericamente non usa mai il prefisso psico se non acquisito per competenza.
Cos’è allora il counseling ?
Webster's Dictionary: counselling : "una pratica o prestazione professionale atta a guidare un individuo verso una migliore comprensione dei suoi problemi e potenzialità attraverso l'uso di principi e metodi psicologici moderni in particolare raccolta dati storici del caso, uso di varie tecniche di intervista personale e individuazione di interessi e attitudini".
Per Aico Associazione Italiana di Counseling
"Il Counselling è un processo che può cercare la soluzione di specifici problemi (di natura non psicopatologica), aiutare a prendere decisioni, a gestire crisi, migliorare relazioni, sviluppare risorse, promuovere e sviluppare la consapevolezza personale, lavorare con emozioni e pensieri, percezioni e conflitti interni e/o esterni.
Il counseling si basa sull’originaria intuizione rogersiana secondo la quale, se una persona si trova in difficoltà, il miglior modo di venirle in aiuto non è quello di dire cosa fare quanto piuttosto quella di aiutarla a comprendere la sua situazione e a gestire il problema assumendo da sola e pienamente le responsabilità delle scelte eventuali.
Il processo di counseling enfatizza l’importanza dell’autodeterminazione, dell’autocontrollo:
il risultato finale è misurabile attraverso “il grado in cui si riesce a rendere una persona capace di azioni razionali e positive, a renderla più soddisfatta, più in pace con se stessa, più capace di condurre una vita serena e socialmente integrata”.
Bella spiegazione...si potrebbe applicare ad una madre, un amico, un prete, un barista.....se ce ne fossero ancora di un certo tipo!
RispondiEliminaBady...il barista o il prete?ihih...cmq io conosco un prete counselor, che è stato il mio counselor che è super bravo ed anche di più.allora...tu che sei madre sei anche tu counselor come me? siamo colleghe?ihih.scusa è che sono particolarmente su di giri. ottimo risultato con una delle mie clienti e sono super felice per lei.
RispondiEliminaper me va bene il barista....che se non funziona come counselor mi fa almeno un buon cocktail Martini....:*
RispondiEliminaMartini servito da George Cloney per me, grazie.che la porta in faccia non la chiudo, io.
RispondiEliminaPerchè chiedi scusa? Sei brilla o pensi di lanciarmi una sfida con la questione della madre collega? Se hai alzato il gomito per festeggiare il successo....cin cin....se vuoi depennare la madre dall'albo dei professionisti dell'ascolto...fai pure...non sono una madre di quel certo tipo!(scusa ma stasera sono in vena di dire bugie bianche)
RispondiEliminamacchè depenno...meglio impennare....;)))))
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