C'è di più nel misurare l'obiettivo:
sapere di averlo o meno raggiunto.
sì, perché i rischi sono, come vi dicevo nel post buoni propositi
" ci sono persone, ... che nel fare si dopano, c'è rischio che non si fermano, senza accorgersi che hanno già raggiunto molto di più dell'obiettivo prefisso.
Che sarebbe ora di tirare i remi in barca e prendere il sole.
Di salire su un aereo e andare a trovare le amiche.
Di smettere di avere dubbi sulla propria bravura e iniziarsi a fidare, di se.
Che va bene, che ci si può fermare ...
...un quadro a volte è perfetto solo con pochi segni e uno o due colori.
Che poi si rischia anche di mischiare troppo, e di voler fare troppo, e di voler condividere in un ora quello che si è appreso in una vita."
L'altro rischio è:
sminuire e/o farvi sminuire.
Ci sono persone che lavorano duramente per rendere concreta un’idea, per superare anche le proprie resistenze, tipo “è inutile, non ci riuscirò mai, non lo so fare, ecc.”
Una volta raggiunto l’obiettivo, riescono a “farsi autogol”, a sminuire il loro lavoro e a perdere un’opportunità per valorizzare la loro autostima, perché dimenticano totalmente quanto sembrava arduo, quanto lavoro ha determinato il successo e lo sminuiscono, attribuendo il merito al caso.
Utilizzano, o soccombono ad affermazioni di giudici esterni persecutori e demotivanti, con frasi come " e vabbè, cosa sarà mai, è il minimo, etc etc" "Potevi fare di più."
che è l'altra faccia di "non è mai abbastanza".
Arghhhh. Sapete cosa ne penso di questo...
Se la misura è stata concordata, come ad es. nei lavori di team, o definita autonomamente come negli obiettivi personali, è quella valida.
Oppure abbiamo bleffato prima, nel definire la misura dell'obiettivo:
in quanti lo fissano troppo in alto così sanno di non poterlo raggiungere ( e pensate anche alle aziende che fissano i premi di fine anno talmente irrealistici che ai bonus non ci arriva nessuno; ma quella è scorrettezza, è un obiettivo imposto, non condiviso né condivisibile)
Uno delle basi del lavoro del counselor è proprio il lavorare su obiettivi del cliente...e ognuno di noi ha una o più "sacche" di resistenza, di autosabotaggio.
Chi nella S, chi nella M o nelle altre, che vedremo, come sempre, nei prossimi post.
Stay tuned.
sapere di averlo o meno raggiunto.
sì, perché i rischi sono, come vi dicevo nel post buoni propositi
" ci sono persone, ... che nel fare si dopano, c'è rischio che non si fermano, senza accorgersi che hanno già raggiunto molto di più dell'obiettivo prefisso.
Che sarebbe ora di tirare i remi in barca e prendere il sole.
Di salire su un aereo e andare a trovare le amiche.
Di smettere di avere dubbi sulla propria bravura e iniziarsi a fidare, di se.
Che va bene, che ci si può fermare ...
...un quadro a volte è perfetto solo con pochi segni e uno o due colori.
Che poi si rischia anche di mischiare troppo, e di voler fare troppo, e di voler condividere in un ora quello che si è appreso in una vita."
L'altro rischio è:
sminuire e/o farvi sminuire.
Ci sono persone che lavorano duramente per rendere concreta un’idea, per superare anche le proprie resistenze, tipo “è inutile, non ci riuscirò mai, non lo so fare, ecc.”
Una volta raggiunto l’obiettivo, riescono a “farsi autogol”, a sminuire il loro lavoro e a perdere un’opportunità per valorizzare la loro autostima, perché dimenticano totalmente quanto sembrava arduo, quanto lavoro ha determinato il successo e lo sminuiscono, attribuendo il merito al caso.
Utilizzano, o soccombono ad affermazioni di giudici esterni persecutori e demotivanti, con frasi come " e vabbè, cosa sarà mai, è il minimo, etc etc" "Potevi fare di più."
che è l'altra faccia di "non è mai abbastanza".
Arghhhh. Sapete cosa ne penso di questo...
Se la misura è stata concordata, come ad es. nei lavori di team, o definita autonomamente come negli obiettivi personali, è quella valida.
Oppure abbiamo bleffato prima, nel definire la misura dell'obiettivo:
in quanti lo fissano troppo in alto così sanno di non poterlo raggiungere ( e pensate anche alle aziende che fissano i premi di fine anno talmente irrealistici che ai bonus non ci arriva nessuno; ma quella è scorrettezza, è un obiettivo imposto, non condiviso né condivisibile)
Uno delle basi del lavoro del counselor è proprio il lavorare su obiettivi del cliente...e ognuno di noi ha una o più "sacche" di resistenza, di autosabotaggio.
Chi nella S, chi nella M o nelle altre, che vedremo, come sempre, nei prossimi post.
Stay tuned.
IO ,IO...SONO IO, LA SECONDA IPOTESI.....!!!ho vinto qualcosa?no, eh?...ok...le gocce....:DDD
RispondiEliminaEcco questo è un mio problema, non so il perchè ma ho istintivamente la spinta a sminuire i miei meriti, mi sento maleducata se non lo faccio. Mi sforzo di non farlo, ma la mia tendenza naturale è quella; devo farmi un appunto circa la M di sMart!
RispondiEliminaad entrambe ...alllora ricordate come M di MERITI!!!Se li aspettiamo sempre da fuori, e abbiamo il c...di avere intorno (per nascita o scelta successiva) persone che sono "stitiche" nel rinforzo positivo ( ovvero riconoscere i meriti reali e dire: bravo etc etc) non sappiamo darceli da soli oppure ce li diamo e poi aspettiamo da fuori conferma (che puntualmente NON arriva)...ci sentiamo sempre tristi e sfiduciati nelle nostre capacità ...
RispondiEliminaDevo lavorare sulle mie sacche di resistenza? No..dimmelo...ho la sensazione di essere la mia maggior sabotatrice!!??
RispondiEliminaBady...come faccio a saperlo se è così?butta gli atterezzi di sabotaggio o se vuoi puoi venire da me...ho ancora la cucina allagata...
RispondiEliminaevviva! almeno su questo non mi sento chiamata in causa.that's incredible...:)
RispondiEliminaCemb...it's incredible....are you really really sure?
RispondiEliminaCemb...dormi tranquilla ;=)))
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