Ho passato anni credo della mia vita a bussare sempre alla stessa porta,
sperando ed aspettando che si aprisse.
Mi sono seduta in terra nell'attesa.
Poi è arrivato Edo* e mi ha detto: Cambia porta.
(*Edoardo Giusti- psicoterapeuta, supervisore e docente di Aspic)
Così mi sono alzata e ne ho aperte spalancate altre nel mio cuore, fino a quando il cambiamento avvenuto in me, ha consentito anche alla mia mamma di aprirmi la sua.
In genere vado via senza sbattere le porte,
fino a quando mi sono accorta che nel lasciarle socchiuse mi facevano male.
Troppa corrente entrava e non capivo da dove.
Perciò chiuderò un altro conto questa settimana col mio passato.
Poi Edo mi ha fatto capire che io le porte le spalanco subito e lascio entrare,
senza regole,
sconosciuti a banchettare nella mia casa.
E il numero cresce, e le voci diventano troppe che non riesco a distinguerne una.
La mia casa è usata per far festa e poi uscire o restare senza che io lo possa controllare.
Da allora sto imparando ancora ad aprire piano la porta del mio cuore.
Ma non sempre è facile e spesso fa male restare a guardare sull'uscio chi vuole entrare.
Cosa vorrà fare non so.
A volte esco io, dimenticandomi le chiavi per tornare.
Ora che a casa mia c'è tanto calore,
è comunque difficile decidere di uscire.
L'equilibrio giusto è.... saper chiudere ed aprire.
sperando ed aspettando che si aprisse.
Mi sono seduta in terra nell'attesa.
Poi è arrivato Edo* e mi ha detto: Cambia porta.
(*Edoardo Giusti- psicoterapeuta, supervisore e docente di Aspic)
Così mi sono alzata e ne ho aperte spalancate altre nel mio cuore, fino a quando il cambiamento avvenuto in me, ha consentito anche alla mia mamma di aprirmi la sua.
In genere vado via senza sbattere le porte,
fino a quando mi sono accorta che nel lasciarle socchiuse mi facevano male.
Troppa corrente entrava e non capivo da dove.
Perciò chiuderò un altro conto questa settimana col mio passato.
Poi Edo mi ha fatto capire che io le porte le spalanco subito e lascio entrare,
senza regole,
sconosciuti a banchettare nella mia casa.
E il numero cresce, e le voci diventano troppe che non riesco a distinguerne una.
La mia casa è usata per far festa e poi uscire o restare senza che io lo possa controllare.
Da allora sto imparando ancora ad aprire piano la porta del mio cuore.
Ma non sempre è facile e spesso fa male restare a guardare sull'uscio chi vuole entrare.
Cosa vorrà fare non so.
A volte esco io, dimenticandomi le chiavi per tornare.
Ora che a casa mia c'è tanto calore,
è comunque difficile decidere di uscire.
L'equilibrio giusto è.... saper chiudere ed aprire.
Bel post car Energy ,anche io ho l'abitudine di aprire e festeggiare chi entra in casa mia ....ma l'esperienza e i palesi tradimenti di chi si diceva amica mi hanno fatto capire che al mondo la gente come me diventa facile preda degli approfittatori .....e dunque apro la porta solo quando sono sicura ....Un caro bacio e buona domenica sera a Te e famiglia .
RispondiEliminaCara Rosa, io ancora imparo....ricambio gli auguri
RispondiEliminasedersi in attesa sempre ai piedi della stessa medesima porta e salancare la propria, di porta, mi ricorda i gatti quando pensano, correndo in tondo, di riuscire a prendersi la coda. è che loro a volte ci riescono.noi in quel modo buttiamo via energie.in attesa, aspettative e rancori.meno male che si inciampa in qualche Edo, ogni tanto, nella vita. :*
RispondiEliminae anche in qualche movida...sono inciampata io e agratise
RispondiEliminaHo passato troppo tempo a chiudere le porte e tappare orecchie e occhi per non sentire e vedere quello che c'era fuori.Ora basta.Tieni, così non devi nemmeno suonare il campanelloP.S. Ovviamente ho già fatto i duplicati per Movida e Cembolina....
RispondiEliminaihihih
RispondiEliminagrande maddie!posso avere la chiave rossa? vi spiace?
RispondiEliminami sembra tu l'abbia già usata....anche
RispondiEliminafirulì firulà .........
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