Molte persone si sentono vittime del mondo.
Si vedono come esseri angelici e soavi. Buone.
Sanno riconoscere la violenza degli altri. Sanno additare e ribellarsi apertamente solo dopo che hanno provocato, esacerbato rapporti, incrinato relazioni.
Inconsapevoli della violenza continua che esercitano con le loro azioni (mancate per lo più).
E' una violenza difficile da dimostrare, ma arriva dritta all'altro.
Come colpi di fucile.
Poi, queste persone, si mostrano ferite, povere vittime della cattiveria altrui.
Non meritano quella violenza che scorgono nell'altro.
Non vedono di aver manipolato per prime.
Esasperato l'altro, obbligato alla reazione. Visibile.
Nella "la tigre e il ragno" Olivier Clerc descrive le specificità di due facce della violenza: palesi (la tigre), a cui si aggiungono quelle più nascoste (il ragno), nelle quali le prime spesso trovano le loro radici.
Ne mostra le interazioni, a livello individuale e collettivo; analizza gli atteggiamenti da adottare, e propone un cambiamento relazionale, nel quale la "lotta contro la violenza" (che combatte i sintomi ed è inefficace sul lungo termine) lasci il posto a strategie che permettano di disinnescare le due polarità della violenza.
in aggiunta o in alternativa:
Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice.
Giulio Cesare Giacobbe. Mondadori
Si vedono come esseri angelici e soavi. Buone.
Sanno riconoscere la violenza degli altri. Sanno additare e ribellarsi apertamente solo dopo che hanno provocato, esacerbato rapporti, incrinato relazioni.
Inconsapevoli della violenza continua che esercitano con le loro azioni (mancate per lo più).
E' una violenza difficile da dimostrare, ma arriva dritta all'altro.
Come colpi di fucile.
Poi, queste persone, si mostrano ferite, povere vittime della cattiveria altrui.
Non meritano quella violenza che scorgono nell'altro.
Non vedono di aver manipolato per prime.
Esasperato l'altro, obbligato alla reazione. Visibile.
Nella "la tigre e il ragno" Olivier Clerc descrive le specificità di due facce della violenza: palesi (la tigre), a cui si aggiungono quelle più nascoste (il ragno), nelle quali le prime spesso trovano le loro radici.
Ne mostra le interazioni, a livello individuale e collettivo; analizza gli atteggiamenti da adottare, e propone un cambiamento relazionale, nel quale la "lotta contro la violenza" (che combatte i sintomi ed è inefficace sul lungo termine) lasci il posto a strategie che permettano di disinnescare le due polarità della violenza.
in aggiunta o in alternativa:
Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice.
Giulio Cesare Giacobbe. Mondadori
Credo che andrò a cercare questo libro. Com'è possibile che una persona che provoca ed esprime per prima atteggiamenti negativi, poi non si aspetti di trovare un muro davanti?
RispondiEliminaElenucci...è possibile perchè la persona che lo mette in atto spesso non è consapevole. L'altra sente che arriva qualcosa di negativo,ma è difficile avere le "prove".cmq ho deciso che in questi giorni continuerò a pubblicare post sui passivi aggressivi...se ti va, un pò in più, spero, si capirà .baciop
RispondiEliminaa me serve....di brutto.vai tranquilla con i passivi aggressivi....:*
RispondiEliminaMaddie...sono il mio debole...mi incastrano come un topo (a) nella trappola. almeno ora li so riconoscere, anche se non ancora combattere.
RispondiEliminama imparerai.... io lo so. :)
RispondiEliminaah, io leggendo avevo pensato ad un'attiva aggressiva... mammà ...
RispondiEliminamia cara Cemb...a casa mia non si sono fatti mancare nulla...tigri e ragni....
RispondiEliminaGrazie!
RispondiEliminaio a volte penso di essere cosi specialmente nelle relazioni sentimentali.....quando me ne accorgo cerco di fermarmi ma a volte prorio nn me ne rendo conto....
RispondiEliminapu...è già un grande passo che tu inizi ad accorgertene. siamo spesso state cresciute così. noi donne, soprattutto. a punire in silenzio. negando un sorriso, un abbraccio, un ciao come stai.sottraendoci alla relazione in silenzio, silenzio straziante per chi ci ama. questo di solito, è stato già fatto a noi. e noi lo copiamo, quando è il modello che abbiamo avuto. poichè poco esplicito, più pericoloso. ma come vedi, tu ora...stai iniziando ad esserne consapevole e potrai decidere se vuoi continuare ad adottarlo o no. quando non sai, non hai scelta
RispondiEliminagrazie mille davvero!bacio
RispondiElimina