Per essere assertivi bisogna imparare a dire no.
Il malinteso di fondo è credere che negare un comportamento (richiesta, compito etc), equivale a negare la relazione con l’altro.
Per lo stesso motivo, per non sentirsi intimamente e personalmente rifiutati, solitamente chi non sa dire di no, non sa neanche chiedere (dunque rinnegando i propri bisogni, ricacciandoli dietro, evita il rifiuto dall’esterno, infliggendoselo da solo).
Si entra in un circolo di nervosismo:
”Io sono sempre disponibile per tutti, ma nessuno pensa ai miei bisogni”,
si aggiunge una altra aspettativa/ pretesa sugli altri che realizzano i nostri bisogni senza che noi sappiamo esprimerli, o si offrano volontariamente di aiutarci.
La paura di essere invadenti ed indelicati, o di nuovo, rifiutati, blocca l’altra parte.
Il circolo può essere senza fine e va spezzato con comportamenti assertivi:
saper riconoscere chiaramente i propri obiettivi, autostima, ascolto (di se stessi e dell’altro), riconoscere che esiste il diritto a chiedere e il diritto di rifiutare (e non il dovere di accettare).
In situazioni di particolare emergenza o di ruoli che limitano la possibilità di sottrarsi ai compiti, sicuramente è più efficace scegliere il comportamento assertivo che agire gli altri stili senza esserne consapevoli.
Paola Bonavolontà
Il malinteso di fondo è credere che negare un comportamento (richiesta, compito etc), equivale a negare la relazione con l’altro.
Per lo stesso motivo, per non sentirsi intimamente e personalmente rifiutati, solitamente chi non sa dire di no, non sa neanche chiedere (dunque rinnegando i propri bisogni, ricacciandoli dietro, evita il rifiuto dall’esterno, infliggendoselo da solo).
Si entra in un circolo di nervosismo:
”Io sono sempre disponibile per tutti, ma nessuno pensa ai miei bisogni”,
si aggiunge una altra aspettativa/ pretesa sugli altri che realizzano i nostri bisogni senza che noi sappiamo esprimerli, o si offrano volontariamente di aiutarci.
La paura di essere invadenti ed indelicati, o di nuovo, rifiutati, blocca l’altra parte.
Il circolo può essere senza fine e va spezzato con comportamenti assertivi:
saper riconoscere chiaramente i propri obiettivi, autostima, ascolto (di se stessi e dell’altro), riconoscere che esiste il diritto a chiedere e il diritto di rifiutare (e non il dovere di accettare).
In situazioni di particolare emergenza o di ruoli che limitano la possibilità di sottrarsi ai compiti, sicuramente è più efficace scegliere il comportamento assertivo che agire gli altri stili senza esserne consapevoli.
Paola Bonavolontà
sì. attraversare il cerchio di fuoco e scoprire che non ti sei bruciata. esatto. spè che finisco il salto e te lo racconto pure :*
RispondiEliminaPenso che chiedere, chiedere perchè c'è un bisogno intimo e profondo, sia la cosa più difficile da imparare a fare.
RispondiEliminasi aggiunge una altra aspettativa/ pretesa sugli altri che realizzano i nostri bisogni senza che noi sappiamo esprimerlie siamo di nuovo a ieri sera ...
RispondiEliminanon stavi pensando a me quando scrivevi questo, lo so, ma sembra... ooohh se sembra....bacio;)
RispondiEliminamovida...qui ti chiedo di pubblicare il tuo, di post sull'autostima. ci sta tutto.
RispondiEliminaZaira, si parte dal chiedere a chi non ti fa (tantissimo) male se rifiuta.e' importante. altrimenti passi tutta la vita ad aspettare qualcosa che magari non arriva, o non arriva come lo vuoi tu. a perdere la speranza che possa arrivare per te, pronto ad indovinare i tuoi desideri più profondi.mia madre se chiedevo l'acqua mi dava lo champagne, citando Fabio Volo.non volevo lo champagne. mi fa sentire triste. Io voglio bere. acqua. voglio un abbraccio, voglio un bacio. voglio una semplice manifestazione di affetto. semplice per davvero. senza tutte quelle parole che mette lei per creare confusione.se vedi il post su "la metafora e le porte" capirai. essere rispettata ed ascoltata nei propri bisogni, saperli comunicare significa essere grandi.grandi bambini che hanno smesso di aspettare.
RispondiEliminacembolina...sulla lavandaia ti ho risposto nei commenti precedenti ihihi
RispondiEliminaMaddie, sinceramente, no. non ti riconosco.potrei farti un altro nome, tanti. persone che si aggrappano e dicono "aiutmi" e intanto restano giù per terra a fare peso.tu sei vedi un coniglio....ti alzi per giocare. (ps il coniglio, chissà perchè oggi sono io...effettivamente una similitudine c'è, ma ve la lascio immaginare. ovviamente: non sono incinta.)
RispondiEliminausti....meno male.aspe' che ci penso, eh?
RispondiEliminail mio post sull'autostima? quale autostima? :-D spè che deve maturare (il post, non l'autostima):-D
RispondiEliminamovida...ihih...me lo vado a ri-trovare ...
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