Sono ormai due settimane che ho iniziato a preparare le persone che si affidano a me a questa mia, seppur breve, assenza.
In particolare con S.
Potrà appoggiarsi ad uno tra i colleghi che stimo di più, delicato, rispettoso e gentile dell’universo femminile.
Fu lui che incontrai per caso appena appreso la notizia che mi riguardava.
Avevo la testa ovattata,
il cuore fermo nell’incredulità ,
il corpo ferito.
La parola ancora ignota, bloccata nel petto.
Troppi estranei si erano affacciati disattenti sulla mia persona.
Avevo bisogno di capire cosa e perché stava succedendo a me.
Avevo il gelo dentro e Fernando mi è stato accanto, capace di lavorare su quel dolore dilaniante davanti a venti persone eppure senza che io dicessi nulla di più di poche immagini.
Mi sentivo allora come un giorno di tanti anni prima.
Ero in allenamento per le gare di sci.
Neve e nebbia.
Freddo.
Inutile la calzamaglia, la tuta, i guanti.
La montagna bianca mi entrava dentro rendendomi bianca e fredda,
senza confine tra me e lei.
I paletti erano stretti e io di solito mi ci fiondavo sopra senza esitazione.
Aggressiva e veloce, le mie mani e le mie spalle entravano nelle curve scalzando l’asta.
Potenza pura sentire il rumore della neve che scrocchia sotto le mie spinte e i cambi veloci.
Ma quel giorno non vedevo, era troppo freddo e la montagna troppo ripida e vuota.
La nebbia mi rendeva sola, potevo intuire lontanissima la voce del mio allenatore che grida:
“ora, Paola, oraa”.
Ma le mie gambe sono bloccate, come con Fernando le mie parole in gola.
A quel ricordo riuscii ad aggiungere e dire:
“Ora o mai più”.
Mai più.
ma fernando è il diogreco madre natura?
RispondiEliminafelice weekend anche se sei partita:) un abbraccio Paola
RispondiEliminameavida...anche, si- il suo lato B è come questogiorgianna...grazie e fantastici come sempre i tuoi post anche nel weekend
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