
Il lavoro è imprevedibile: non so come arriverà la prossima persona che incontrerò, felice, arrabbiata, triste, eccitata, con la voglia di litigare, o di essere coccolata…
Ed in più tutto questo può convivere in una sola persona e venire fuori in un solo colloquio e io devo consentirlo.
L’accoglienza e la possibilità di poter essere proprio come si è e come ci si sente, di poter smettere di essere forti per un ora sola…
Io sono le braccia a cui tendere o quelle da cui scappare, la mente da distruggere o da imitare, il compagno da convincere o da abbandonare.
Io sono io…ed essendo presente per quella che sono senza pretendere d’essere altro, di più o di meno, inadeguata o perfetta.
Io sono.
E l’altro vedendolo possibile, è libero di poter essere com’é.
forse è pretendere troppo da se stessi? forse è credere di poter fare tutto da sola? un grosso bacio
RispondiEliminamia cara stella (che bello dire così, la mia stella) ho creduto di poter fare tutto da sola, ed infatti ci sono riuscita e la strada mi ha portato anche tanto in alto...ora che anche io ho scoperto quant'è bello farsi aiutare e quanto meglio mi fa stare...lo faccio.bacio a te, torna a trovarmiPaola
RispondiEliminaHo la sensazione che il tuo sia un lavoro che richiede un equilibrio straordinario. Deve essere di grande soddisfazione ma anche molo faticoso.
RispondiEliminamaddie sensazione giusta...ma che soddisfazione veder le persone stare bene!!! ed io con loro..se riesco anche ad aiutare gli altri significa che io sono riuscita ad aiutare (e far aiutare ) me..
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