Nel 99 mi trasferisco a New York.
La mia vita è totalmente cambiata e i miei punti di riferimento pure.
Non c'è nulla che riconosco, le strade, i vicini, le regole non scritte, il ruolo in azienda, tutto, proprio tutto è nuovo.
Il pane, i soldi o l'assegno con cui pago anche un pacchetto di gomme, il doorman che mi apre la porta, il mio nome che nessuno riesce a pronunciare.
Un fermento interno, un vulcano in ebollizione....ho bisogno di esprimermi in un mondo che non ha bisogno di traduzioni, quando le lingue e le culture si sovrappongono e si confondono dentro di me.
In Italia sono l'americana e in America sono l'italiana.
Mi sento anche io così, ovunque sempre straniera.
Le emozioni sono troppo veloci e anche se riuscissi a esprimerle qui nessuno vuole sentire.
In questa cultura si fa finta che tutto vada sempre bene, che tutto è perfetto.
Sorridere, sorridere, non lasciar trasparire le difficoltà , la confusione, lo stordimento.
Le emozioni trovano spazio sulla tele che restano mute ad ascoltare ciò che sento.

Ho avuto il dono di riuscire ad esprimermi nei miei quadri e ho conosciuto il counseling, ho espresso in una lingua non mia le difficoltà di vivere in una cultura lontana, in tutti i sensi.
Auguro a chiunque si senta straniero, di trovare un counselor che accolga i suoi racconti e vissuti in perfetta empatia.
P.s. per la mia sopravvivenza fisica e non solo sono tornata a vivere a Roma nel 2001, nel 2006 sono diventata anche io counselor.
La mia vita è totalmente cambiata e i miei punti di riferimento pure.
Non c'è nulla che riconosco, le strade, i vicini, le regole non scritte, il ruolo in azienda, tutto, proprio tutto è nuovo.
Il pane, i soldi o l'assegno con cui pago anche un pacchetto di gomme, il doorman che mi apre la porta, il mio nome che nessuno riesce a pronunciare.
Un fermento interno, un vulcano in ebollizione....ho bisogno di esprimermi in un mondo che non ha bisogno di traduzioni, quando le lingue e le culture si sovrappongono e si confondono dentro di me.
In Italia sono l'americana e in America sono l'italiana.
Mi sento anche io così, ovunque sempre straniera.
Le emozioni sono troppo veloci e anche se riuscissi a esprimerle qui nessuno vuole sentire.
In questa cultura si fa finta che tutto vada sempre bene, che tutto è perfetto.
Sorridere, sorridere, non lasciar trasparire le difficoltà , la confusione, lo stordimento.
Le emozioni trovano spazio sulla tele che restano mute ad ascoltare ciò che sento.

Ho avuto il dono di riuscire ad esprimermi nei miei quadri e ho conosciuto il counseling, ho espresso in una lingua non mia le difficoltà di vivere in una cultura lontana, in tutti i sensi.
Auguro a chiunque si senta straniero, di trovare un counselor che accolga i suoi racconti e vissuti in perfetta empatia.
P.s. per la mia sopravvivenza fisica e non solo sono tornata a vivere a Roma nel 2001, nel 2006 sono diventata anche io counselor.
che esperienza!
RispondiEliminawow!mi permetto di darti del "tu" perchè sembri giovane.io mi sogno proprio come te:vorrei andare via e cambiare vita dopo la laurea!ora,ovviamente queste sono solo parole ma spero che succeda!mancano,spero,2 anni alla conclusione degli studi e magari tutto potrà cambiare o no!chissà cosa ci riserva il futuro o il destino!!!
RispondiEliminaMa come sarebbe a dire...sei ritornata??? Qui vogliono tutti partire!! Non dirmi che hai preferito galleggiare in questa assurda decadenza! Hai provato nostalgia? Io non sono mai salita su un aereo e suppongo che non mi capiterà più ormai! Ma chi parte oggi ha internet...non so veramente chi possa sentire nostalgia quando con un laptop e una webcam...sei ovunque! Cosa ti mancava?
RispondiEliminagrazie per i vs commenti.mi mancava l'intelligenza ( ok cadiamo nella furbizia) degli italiani...la voce vera delle donne ( le americane parlano tutte con il naso e non col cuore) la disponibilità e la ricchezza culturale che noi abbiamo. Anche, è assurdo guadagnare il triplo che in italia e poi vivere una qualità della vita inferiore di gran lunga a quella qui. in una parola mi mancava l'appartenenza.come mi ha detto la mia capa(lei ancora lì) "it's fucking cold up there" intendendo che avere un ruolo in azienda provoca molte invidie, e tanta guerra, per me poi, piccola e nera...molto razzismomi mancava avere 12 ore di aereo per tornare di corsa, ma non ce l'ho mai fatta in tempo :(un giorno pubblicherò l'esperienza con un infermiera americana e lì mi capirai...
RispondiEliminawowwwwwwwwww grande Paola ...adoro i racconti..ogni vita vale un romanzo e la tua mi sembra davvero speciale! :))
RispondiEliminaCiao Fedesì il bello è che ci sono molte pagine ancora da scrivere! e quando scrivi puoi rivedere, comprendere perdonare coccolarti e forse anche apprezzarti per quei momenti di difficoltà che hai saputo superare e trasformare.un giorno mi racconterai il tuo di romandìzo spero
RispondiEliminastavo pensando proprio questo in questi giorni: i soldi non sono davvero l'unico dei problemi.
RispondiEliminaDunque, o uno si sposta con moto avventuroso per buttarsi nel mare della vita - e guadagnare un mucchio, ma dico tanti tanti soldi - oppure forse conviene davvero accontentarsi e rimanere li dove siamo cresciuti.
Mi costa caro dire questo, ma probabilmente è davvero cosi.
perchè alla fine, se uno è italiano, è italiano. Insomma anche se uno parte, è difficilissimo snaturalizzarsi da come è nato e cresciuto... ma oltre al fatto che sia difficile o meno... che senso ha?
RispondiEliminaForse solo la reale esigenza che non potrebbe farci fare altro ci potrebbe spingere. Necessità vera e senza altre soluzioni.
non so, Lo
RispondiEliminaci sono arrivata troppo presto.
è molto triste qui sentirsi e vedere tantissime persone in gamba che guadagnano poco e nulla, e non hanno neanche il lavoro per il quale hanno studiato, sono portati etc.
penso ahc e come sempre apprezzi quando provi e dunque sai cosa c'è da entrambi i lati
Certo, adesso a te rimane ancora di piu la bocca amara sapendo che all'estero è diverso e molto meglio.
RispondiEliminaMa dico: alla fine sei tornata perchè... non ti è saltata in testa la domanda "cosa ci sto facendo qua?"
Certo che si Lo.
RispondiEliminaTroppe cose tutte "estere" fidanzato, famiglia fidanzato, lavoro, gatto, palestra, vacanze, tutto.
Ci sono cmq momenti, posti o persone con le quali ti che di: che ci faccio qui? E dopo ti dici: ma come ho fatto?????
eh infatti... "moglie e buoi dei paesi tuoi" o almeno cosi dicevano i vecchi :)
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